venerdì 4 dicembre 2009

CHRIS DYER: LO SKATEBOARDER VISIONARIO


Chris Dyer è cresciuto a Lima, dove ha vissuto fino ai 17 anni, occupato in attività come il surf, lo skateboard e l'estremo fanatismo per il calcio (insieme alla sue ex gang, SepUlcro). Quindi ha lasciato il Perù per il Canada ed è andato a studiare all'Art College, dove ha tranquillizzato il suo animo inquieto con esperienze come il giardinaggio. Ora vive a Montreal, dove afferma di continuare il suo percorso verso la realizzazione di sé.
La sua arte è strettamente legata alla sua passione per gli skateboard, lavorando anche per ditte che li producono, disegnandone la grafica.
Per quanto riguarda la sua carriera artistica, ha esposto, sia in mostre collettiva che personali, in paesi come il Perù, il Messico, il Belgio, a San Francisco, Seattle, nella Britisch Columbia, a Toronto, a Quebec City e a Montreal.
Chris è anche un grande viaggiatore e ha visitato 24 diversi stati nel mondo; asserisce infatti che tutti questi viaggi lo abbiano arricchito culturalmente. Si ritiene ormai un unico corpo con l'Assoluto, grazie alla meditazione, ai viaggi e alle sperimentazioni naturali.

Quando negli anni Ottanta ho lasciato Lima, lo skateboard faceva parte della mia infanzia. Molte persone vedono lo skateboarding come un'attività ribelle, dove gli adolescenti vanno in giro per la città a distruggere tutto quello che trovano ma, in realtà, gli skateboarders sono artisti visionari che vedono le vie della loro città come se fossero un parco potenziale per il loro movimenti espressivi. Oggetti morti come le scale, i corrimano, i bordi dei marciapiedi e i davanzali, diventano ostacoli divertenti con cui giocare ed eventualmente da conquistare. In questo modo gli skateboarders, a dispetto della loro terribile reputazione e i loro problemi con gli uomini di legge, non sono distruttore ma creatori che aggiungono vita e magia alle nostra giungla morta.
La cosa principale che è cambiata dagli anni Ottanta sono gli stessi skateboard. Quando ero un bambino erano così grandi e spessi che non potevo fare dei gran trucchi, ma nello stesso tempo, con essi non si poteva mai frenare, per cui ritenevo valesse la pena l'uccisione di un albero per avere questo giocattolo. Al giorno d'oggi, gli skateboard sono più piccoli e fini, rendono più facile fare tanti trucchetti, ma anche frenare. Uno skateboarder medio può rompere il suo strumento in una settimana o un mese, dipende. Così ora vengono uccisi più alberi per soddisfare i bisogni di questa divertente attività, che sta acquistando sempre più popolarità.
Dal 2000 ho collezionato un tale numero di skateboard spezzati che non ero più capace di buttarli nella spazzatura. Sono stati compagni di tante mie avventure, per cui mi sono concentrato per trovare un modo per renderli “utili”. Quello fu l'anno in cui cominciai a usare il loro legno come tavola per la mia pittura, cosa che faccio ancora oggi. In questo modo riciclo il legno e do ai miei skateboard vita eterna. Questa “skate art” probabilmente mi sopravviverà, continuando a far nascere il sorriso sul volto della gente e onorando la vita di quegli alberi che sono morti per essa.
Quando si passa all'arte applicata allo skateboard stesso, le cose non sono molto cambiate. Negli anni Ottanta non potevi non trovarne uno senza qualcosa di negativo disegnato sopra. Teschi, serpenti, mostri, diavoli, ecc, dando il messaggio che tutto ciò che è malvagio è “cool”. L'industria dello skateboard, ancora oggi, manda il messaggio che gli skateboarders sono persona “cattive” che distruggono il mondo come criminali. Da parte mia ho invece imparato che lo skateboarding è una bellissima meditazione sulla libertà e sull'espressione. Così quando ho cominciato ha realizzare la grafica per una serie industrie di San Francisco e di altri paesi, volevo mostrare il lato positivo del nostro sport.
Non sono comunque l'unico artista di skateboard solito ad optare per immagini di tipo positivo. È difficile andare contro corrente, ma in realtà la mia arte spicca in questo mondo. Negli anni in cui ho lavorato per questa industria, ho creato più di 50 skateboard con immagini visionarie sull'illuminazione spirituale, sull'unità delle religioni e delle culture, sul rispetto per la natura, ecc...La mia intenzione è influenzare il giovane skateboarder, dirgli che può essere “cool” ciò che è buono spiritualmente impegnato senza la necessità di una particolare religione. Questa risposta è stata lenta ma cresce col tempo e mi rende felice sentire un giovane affermare che la mia grafica ha cambiato la sua percezione della vita. Secondo me, non c'è maggior servizio che elevare i sentimenti nel nostro mondo. Pace!






(Articolo di Chris Dyer, tradotto da Sabrina Abeni)

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