sabato 26 giugno 2010

OLTRE DISNEY: ROBERT COOVER E LA RISCRITTURA DELLA FIABA



Robert Coover è nato a Charles City (Iowa) il 4 febbraio del 1932.
Professore di letteratura per lungo tempo alla Brown University, esordisce nel mondo della scrittura col romanzo L'Origine dei Brunisti nel 1966 e la sua opera più nota è Il Rogo Pubblico (1977).
E' uno dei maggiori esponenti della letteratura postmoderna, di cui rispecchia la tendenza metaletteraria e delle reinvenzioni degli stereotipi culturali e letterari.
Interessato al rapporto tra letteratura e tecnologia, è uno dei fondatori della
Electronic Literature Organisation, nata con lo scopo di promuovere la letteratura elettronica.
Il suo ultimo romanzo è NOIR (2010).


Un caso fortuito mi ha portata a svolgere alcune ricerche, nell'ambito del mio progetto sulle Riscritture del corpo nella fiaba postmoderna, presso la Ca' Foscari di Venezia proprio nel periodo in cui vi si svolgevano una serie d'incontri con autori internazionali.
Grazie alla gentile intercessione della professoressa Rosella Mamoli Zorzi ho avuto la possibilità di avvicinare Robert Coover, uno dei maggiori esponenti del movimento postmoderno e autore di varie riscritture di fiabe, tra cui la raccolta di racconti Pricksongs and Descants e il romanzo Briar Rose.
Coover ha cortesemente accettato di rispondere ad alcune mie domande proprio sul suo rapporto con la riscrittura di trame ben note, in particolare di fiabe; alcune risposte che sono emerse sono state per me sorprendenti, perché hanno messo in dubbio alcuni elementi dati per certi da molti scritti critici.



1)In che modo una storia riscritta può essere originale e comunicare nuovi significati?


Tutte le storie sono storie riscritte, solo che alcune lo sono in maniera più cosciente delle altre; è una pratica che risale agli inizi della narrazione umana. Il più antico esempio di narrativa che abbiamo, il poema epico Gilgamesh, è stato costruito con frammenti di racconti scritti nei precedenti due millenni, che a loro volta sono stati ripresi , dopo l'invenzione della scrittura, da una lunga tradizionale orale. Gli scrittori della Bibbia hanno usato dei simili materiali popolari e rituali nelle loro riscritture, così come hanno fatto Omero (o gli Omeri), Ovidio, ecc... Il Don Quijote è una delle più originali storie che siano mai state scritte, ma è anche composto in parte di racconti riscritti, in questo caso ripresi da romanzi pastorali e cavallereschi- che a loro volta sono anche riscritture di canzoni dei trobadori, che sono loro stesse varianti di antichi e noti racconti orali popolari. L'arte narrativa è una conversazione senza fine attraverso i millenni, che usa un serbatoio piuttosto limitato di personaggi e motivi che attraversano avvenimenti storici, sociali e intellettuali in un continuo mutamento.


2)Perché hai scelto di riscrivere le più famose fiabe?

Nello svolgersi del discorso umano attraverso i continenti e i secoli, del quale l'arte di narrare costituisce una parte significativa e formativa, la comunicazione tra scrittore e lettore è facilitata dalla famigliarità con racconti e motivi ampiamente condivisi. Così la prevalenza dei temi dell'amore e della morte è stata sperimentata da tutti. Ma anche perché spesso i racconti scelti hanno lasciato un certo residuo nel pensiero umano, comunque lo hanno lasciato nel mio, ed è questo che necessita d'essere analizzato.


3)Quale funzione hanno, secondo te, concetti come la mutilazione e la metamorfosi del corpo nelle fiabe?

Si tratta di due temi molto ampi, forse più adatti a saggi psicologici o sociologici e non particolarmente rilevanti nel mio personale uso delle fiabe. Entrambi sicuramente hanno a che fare con le paure della decadenza, morte, morte nella vita (come accade nella grande opera di Ovidio), la distruzione dell'ordine, le ansie dei confini. La metamorfosi, a differenza della mutilazione, è una specie di magia, l'attraversamento di un impossibile divario, come l'abisso tra conscio e inconscio per esempio. È una sorta di attualizzazione di una metafora, un balzo immaginativo.



4)Qual'è la funzione del corpo femminile nella tua Briar Rose? Lo possiamo vedere come un testo aperto che attende un'interpretazione?


Bene, noi abbiamo una signora di cento anni costretta a divenire una sorta di simbolo della contemplazione, credo, ma il corpo come testo è divenuto ormai un tale clichè che spererei che in questo caso ci fosse molto di più. Un ugualmente interessante domanda potrebbe essere: qual'è la funzione della mente femminile? La storia inizia con una principessa addormentata, mai risvegliata, e con un principe mai sfuggito al rovo di spine, ciascuno di loro crea il loro futuro nelle proprie fantasie. I paragrafi di apertura rimasero statici per diversi anni, attendendo qualche nuovo elemento che potesse mandare avanti la storia, e questo nuovo elemento fu la vecchia fata che un giorno entrò nel racconto e ne assunse il controllo. Così, se dovessimo leggere il corpo come un testo, forse potremmo iniziare con la fata, “orrendamente brutta e vagamente minacciosa”, con i suoi denti di ferro, la sua moltitudine di seni e il suo disperato desiderio di conoscere il “desiderio”. Lei stessa, incidentalmente, riassume alcune “funzioni” di Rose.



5)Quale fiabe offre maggiori possibilità di sovversione creativa?

Quelle che hanno a che fare con i temi universali. Le relazioni tra giustizia e libertà, per esempio, tra il potere e l'impotenza, tra uomini e donne, tra vita e morte, tra speranza e paura.


6)Quale tipo di rapporto tra uomini e donne emerge dalle tue opere che riscrivono le fiabe?


Dipende dalle fiabe scelte. Il rapporto tra una principessa che giace in stato di coma su di un letto e un principe intrappolato tra le spine, impossibilitati a incontrarsi, è molto differente da una Bella che vive una vita intima con la Bestia (guarda come esempio la vecchia nonnina nella mia Cappuccetto Rosso in Pricksongs & Descants) o un'Alice in menopausa che deve sopportare gli scherni di un Re di Cuori in un demenziale Paese delle Meraviglie. Non ci sono risposte uniche riguardo alle relazioni umane. È questo che rende infinitamente affascinante il rapportarsi con esse.


7)Quale eroe o eroina delle fiabe preferisci?


Non ho un preferito. Sono tutti interessanti. I migliori sono probabilmente sono quelli le cui vite o circostante sono colpite dal paradosso, dall'ambivalenza, dalla stranezza, da ambizioni e desideri irrealizzati, dall'incertezza, dalla complessità, quelli con il potenziale per l'introspezione e la commedia.


8)Secondo te, qual'è il potere della fiaba oggi?

La fiaba è un modo di raccontare storie in mezzo a tanti altri, sebbene sia uno dei più potenti. Nella sua incarnazione moderna è qualcosa che definiamo genere. È una forma conservatrice che spesso, nonostante i suoi contenuti, celebra e perpetua lo status quo. Di conseguenza, il mio rapporto con la fiaba è spesso di confronto.



9)Cosa pensi del concetto tradizionale e disneyano di fiaba?

Le fiabe originali erano spesso raccontate dal punto di vista dei miserabili e dei diseredati, per i quali la violenza e l'ingiustizia erano un elemento costante, e per i quali la vendetta, quando si presentava, era dolce e crudele. Il mito americano nella metà del Novecento riguardava soprattutto la felicità, l'innata bontà nazionale, il superare gli ostacoli con coraggio e sacrificio, il calore delle famiglie e comunità tradizionali, ecc..., e Disney ha adattato le vecchie storie alle ideologie correnti. Così i sette nani non sono bizzarri, ma sono una dolce e amabile parte di una famiglia allargata da lieto fine. Le principesse sono tutte giovani e bellissime e non vomitano rospi o defecano oro.



10)Esiste una riscrittura di una fiaba o di una storia molto nota che non hai ancora fatto, ma che desidereresti scrivere?

La lista è ancora lunga. Tutte le matrigne della collezione dei fratelli Grimm, la foresta di Esopo con più di un centinaio di sue favole. Ho già affrontato molti personaggi biblici, le storie del Le Mille e Una Notte, altri personaggi di fiabe/racconti popolari/ storie per l'infanzia come Hansel & Gretel, Rip van Winkle, Puff il Dragone Magico, Biancaneve, Pinocchio, Humpty Dumpty, Punch & Judy, Barbablù, ecc... Senza menzionare poi le fiabe religiose e nazionali. Attualmente sto lavorando con altri mondi immaginativi, ma non dubito di ritornare di tanto in tanto a questi racconti tradizionali.
E tutto può essere rivisitato nuovamente. The Door: A Prologue of Sorts è molto diversa da Grandmother's Nose, sebbene entrambe partano dalla stessa fiaba.