giovedì 31 luglio 2014

31 LUGLIO 1914: NASCE MARIO BAVA


Mario Bava, regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e creatore di effetti speciali italiano, nasce a Sanremo, il 31 luglio 1914, figlio di Eugenio Bava, un direttore della fotografia,
scenografo e scultore.
Entrò fin da giovane nel mondo del cinema e collaborò subito con grandi registi, grazie al talento naturale per la costruzione di effetti speciali ed impianti di illuminazione.
Bava iniziò la sua carriera in veste di creatore di effetti speciali. Durante la seconda guerra mondiale Bava lavorò per l'Istituto Luce, manipolando filmati di propaganda riguardanti finte vittorie dell'esercito italiano, tra cui un inesistente attacco all'isola di Malta.
All'età di venti anni, Bava si sposò e iniziò a creare i titoli di testa delle versioni italiane di film statunitensi. Il primo film cui Bava partecipò in veste di operatore è Il socio invisibile (1939), diretto da Roberto Roberti, alias Vincenzo Leone, padre di Sergio Leone. Sempre nel 1939, Bava iniziò una collaborazione con Roberto Rossellini. Diresse infatti la fotografia di due cortometraggi diretti dal maestro del Neorealismo italiano: Il tacchino prepotente e La vispa Teresa. Nel 1941 Bava conobbe Francesco De Robertis, da lui considerato un maestro.
Tra il 1941 e il 1943 Mario Bava è operatore alla macchina per molti film di De Robertis, come La nave bianca (co-diretto da Roberto Rossellini), Uomini sul fondo, Alfa Tau! e Uomini e cieli di cui dirige anche la fotografia insieme a Carlo Bellerio.
In seguito Bava curò la fotografia per film di registi come Mario Monicelli e Luigi Comencini.Mario
Nel 1946 Bava esordì nella regia cinematografica, dirigendo il cortometraggio L'orecchio. Seguirono altri cinque corti.
Bava diresse anche dei documentari, quindi fu messo sotto contratto dalla Lux, celebre casa di produzione cinematografica italiana diretta all'epoca da Carlo Ponti. Bava lavorò in veste di
direttore della fotografia con registi quali Steno (Guardie e ladri), Mario Soldati e Aldo Fabrizi.
Nel 1956 Bava diresse la fotografia de I vampiri, diretto da Riccardo Freda, film che viene considerato l'iniziatore dell'horror italiano. Bava curò anche gli effetti speciali (è divenuto celebre
l'invecchiamento di Gianna Maria Canale, realizzato senza stacchi di montaggio, grazie all'ausilio di luci colorate e cerone), supervisionò il montaggio e portò a termine le riprese, non venendo però accreditato. Bava collaborò con Freda altre due volte: nel 1958, per Agi Murad, il diavolo bianco e nel 1959 per Caltiki, il mostro immortale. Anche per questo film, Bava diresse la fotografia e portò a termine le riprese ma non fu accreditato.
Sempre nel 1959, Bava portò a termine le riprese di La battaglia di Maratona, inizialmente diretto da Jacques Tourneur. Per sdebitarsi, i produttori del film decisero di far esordire Bava nella regia di un lungometraggio. La scelta cadde su La maschera del demonio, diretto nel 1960.
Si tratta del primo horror gotico italiano e fu interpretato da Barbara Steele, lanciata da questo film
come star del genere horror. Il film, tratto da un
racconto di Nikolaj Vasil'evič Gogol' intitolato Il Vij, incassò poco alla sua uscita (circa 139 milioni di lire), ma divenne presto un classico.
Il lavoro successivo di Bava fu Ercole al centro della terra, diretto nel 1961. Si tratta di un peplum contaminato con l'horror.
Nel 1962 Bava diresse La ragazza che sapeva troppo, thriller contaminato con la commedia sentimentale, che fondò il thriller italiano. Alcune sequenze e topoi di questo film verranno ripresi in tutti i thriller italiani successivi, soprattutto da Dario Argento.
Nel 1963 Bava diresse La frusta e il corpo (usando lo pseudonimo John M. Old) che segnò l'incontro con il produttore Alfred Leone e subì alcune censure riguardanti il rapporto sadomasochistico tra una donna e il suo carceriere.
Sempre nel 1963 il regista diresse un film a episodi, I tre volti della paura. Nel finale del film, con Boris Karloff a cavallo, Bava mostra allo spettatore, con uno zoom all'indietro, il set del film, svelandone così la finzione. Questo si può considerare uno dei primi casi di metacinema. Questo film, inoltre, ha ispirato il nome di una delle più importanti rock band della storia, i Black Sabbath, da alcuni ritenuti gli iniziatori del genere heavy metal.
Nel 1964 Bava diresse Sei donne per l'assassino, che codificò definitivamente il thriller italiano. Il film mostra vari omicidi uno diverso dall'altro, inoltre porta in scena per la prima volta un assassino dal volto coperto che indossa un impermeabile e un paio di guanti.
Nel 1965 diresse il suo unico film di fantascienza,
Terrore nello spazio, fortemente contaminato con l'horror. Il film è considerato un piccolo gioiello e ispirerà Alien di Ridley Scott.  Il film ebbe un discreto successo negli Stati Uniti.
Nel 1966 Bava tornò al gotico dirigendo Operazione paura, film pieno di invenzioni visive. Nel 1967 morì Eugenio Bava. L'anno successivo il figlio diresse una versione molto pop di Diabolik, tratto dal celebre fumetto. Nel 1969 Bava girò in Spagna Il rosso segno della follia, thriller di un sarcasmo feroce.
Reazione a catena, del 1971, diede il via a un altro genere, lo slasher, e ispirò la serie Venerdì 13.
Nel 1972 fu la volta di Lisa e il diavolo, che ebbe molti problemi con la produzione e ha avuto due versioni.
Nello stesso anno Bava girò Gli orrori del castello di Norimberga, omaggio all'horror gotico nel momento in cui l'horror italiano andava in un'altra direzione dopo l'avvento di Dario Argento.
Ma quello che è considerato da taluni il vero capolavoro del regista non è un horror, bensì un
thriller: Cani arrabbiati è il film maledetto di Bava.
Realizzato nel 1974 non arrivò mai nelle sale, bloccato dal fallimento della casa di produzione. Solo nel 1995 è stato recuperato ed è uscito in DVD, con il titolo Semaforo rosso.
Dopo Cani arrabbiati Bava diresse altri due film.
Schock è un horror psicologico risalente al 1977. Fu interpretato da Daria Nicolodi e alcune sequenze furono dirette da Lamberto Bava, che fece così il suo esordio nella regia.
La Venere d'Ille è un film per la televisione co-diretto con il figlio Lamberto.
Nel 1980 Bava curò alcuni effetti speciali riguardanti Inferno, diretto da Dario Argento.
Bava morì il 25 aprile 1980, poco prima di iniziare le riprese di un nuovo film che si doveva intitolare Star Express e doveva segnare il suo ritorno alla fantascienza.

 

31 LUGLIO: AUGURI A KIM NEWMAN


Auguri a Kim Newman, giornalista, critico cinematografico e scrittore inglese, nasce a Londra, il 31 luglio 1959 e cresce ad Aller, nel Somerset. Studia letteratura inglese all'University del Sussex. Nel 1980 si trasferisce a Londra.
Affermatosi come critico cinematografico, specializzato nel genere horror e fantastico, nel 1985 pubblica il suo primo saggio, Ghastly Beyond Belief: The Science Fiction and Fantasy Book of Quotations, con Neil Gaiman, seguito lo stesso anno da Nightmare Movies: A critical history of the horror film, 1968-88. Con il successivo Horror: 100 Best Books (1988), curato con Stephen Jones, vince il Premio Bram Stoker.
Nel 1989 pubblica il primo romanzo, The Night Mayor. Lo stesso anno inizia a pubblicare per la Games Workshop, con lo pseudonimo Jack Yeovil, una serie di romanzi ambientati negli scenari dei wargames Warhammer e Dark Future.
Nel 1992 pubblica Anno Dracula, primo romanzo di una serie che mescola vampiri, storia alternativa e personaggi storici e letterari del XIX secolo, a cui seguono due romanzi, ambientati l'uno durante la prima guerra mondiale (Il barone sanguinario) e l'altro negli anni cinquanta (Dracula Cha Cha Cha), e svariati racconti.
Scrive regolarmente per le riviste britanniche Empire e Sight & Sound e pubblica saggi per il British Film Institute.
Attualmente è impegnato nella stesura del quarto capitolo della saga di Anno Dracula (il cui titolo sembra essere Johnny Alucard).

mercoledì 30 luglio 2014

30 LUGLIO: AUGURI A CHRISTOPHER NOLAN


Auguri a Christopher Nolan, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico britannico, nato a Londra, il 30 luglio 1970, da padre inglese e madre americana. Fin dall'infanzia si dimostra molto portato per la fotografia e per la realizzazione di piccoli cortometraggi.
Nel 1989 Nolan, alle prime armi, riesce a far proiettare il suo primo corto sul canale americano PBS. In seguito alla partecipazione al Cambridge Film Festival e alla realizzazione di Larceny e Doodlebug, Nolan conosce Emma Thomas, una produttrice cinematografica che diventerà successivamente sua moglie e con la quale avvierà anche un importante sodalizio artistico. Insieme a quest'ultima, inoltre, Nolan fonda la compagnia di produzione cinematografica Syncopy Films.
Dopo aver conosciuto Emma scrive e dirige Following, il suo primo film: un poliziesco a basso costo, girato interamente in bianco e nero, che gli vale subito diversi premi e soprattutto l'attenzione di una critica entusiasta. Proiettato all'Hong Kong Film Festival del 1999, "Following" vince anche la Tigre d'Oro al Festival di Rotterdam.
L'anno successivo, il 2000, è dedicato invece a Memento, sceneggiato sulla base di un breve racconto composto dal fratello Jonathan. La pellicola, girata in meno di un mese con un budget di quattro milioni e mezzo di dollari finanziato dalla Newmarket Films, viene accolta ottimamente al botteghino, e ottiene due candidature per la migliore sceneggiatura: oltre quella agli Oscar, anche quella ai Golden Globe.
Grazie alla fama che sta conquistando anche i più grandi attori di Hollywood diventano disponibili a lavorare con lui: è il caso di Insomnia, del 2002, che vede nel cast Al Pacino, Hilary Swank e Robin Williams.
Il successo planetario per Christopher Nolan arriva però nel 2005, con Batman begins. Nolan decide di ripartire da zero, riadattando completamente il personaggio di Batman e rendendolo decisamente più misterioso (quasi dark) rispetto alla versioni precedenti.
Protagonista di Batman begins è Christian Bale, che Nolan ritrova nel 2006 per girare The prestige. Il film viene accolto benissimo dal pubblico statunitense, si tratterà di un grosso successo al botteghino.
Il secondo episodio della saga di Batman si chiama Il cavaliere oscuro, un altro successo commerciale. Gran parte della critica parla di un risultato ancora migliore rispetto a Batman begins. Nolan riceve il Board of Governors Award, un riconoscimento che viene assegnato ogni anno dalla American Society of Cinematographers a chi ha il merito di portare contributi significativi all'arte cinematografica.
Nolan inizia a lavorare, a partire dal mese di febbraio del 2009, al progetto di Inception, ricavato da uno Spec script che lo stesso regista aveva composto tempo prima, ai tempi di Memento. Prodotto dalla Warner Bros, Nolan confeziona con "Inception" un altro successo, ottenendo incassi superiori agli 825 milioni di dollari: il film riceve ben otto candidature ai premi Oscar, vincendone quattro (migliore fotografia, miglior sonoro, migliori effetti speciali e miglior montaggio sonoro).
Nel 2010, infine, inizia la lavorazione di Il cavaliere oscuro - Il ritorno, terzo e conclusivo capitolo della saga di Batman in uscita nelle sale statunitensi a luglio del 2012. Nel frattempo, a Nolan viene affidato il compito, da parte della Warner Bros, di supervisionare Man of steel, ritorno al cinema della saga di Superman diretto da Zack Snyder: l'ennesimo progetto che si rivelerà vincente.
Attualmente vive a Los Angeles con la moglie e i tre figli.

 

30 luglio 1818: nasce Emily Brontë


Emily Brontë, scrittrice e poetessa inglese, famosa per il suo unico romanzo Cime tempestose, nasce a Thornton (Yorkshire), il 30 luglio 1818, quinta di sei figli, sorella di Charlotte ed Anne. Nel 1820, la famiglia si trasferì a Haworth, dove il padre di Emily, Patrick lavorava come curato perpetuo. Fu in questo ambiente che il talento letterario delle sorelle Brontë fiorì. Durante l'infanzia, dopo la morte della madre Maria Branwell, le tre sorelle e il fratello Branwell ricevettero in dono dal padre una scatola di soldatini, con i quali si divertirono ad immaginare le più disparate avventure: nacque così Young Men il primo ciclo narrativo dei ragazzi Brontë. Risalgono a quegli stessi anni anche Our Fellows e Tales of Islanders, cicli ispirati l'uno dalle Favole di Esopo e l'altro dalla fantasia di poter avere un'isola tutta per sé.
Emily era una donna dotata di carattere, riservata e taciturna. Importante influenza nella vita e nelle opere di Emily ebbe Tabitha Aykroyd, chiamata affettuosamente "Tabby" la governante assunta dal padre per sopperire all'assenza della madre, che aveva l'abitudine di raccontare storie di fantasmi ai bambini.
Il 12 luglio 1836 Emily scrisse Will the day be bright or cloudy?, poesia in cui l'avvenire di una bambina viene paragonato all'evolversi del giorno.
Nel 1838, Emily iniziò a lavorare come insegnante presso la scuola di Law Hill, vicino ad Halifax (West Yorkshire).
Restò lì solo per pochi mesi, durante i quali continuò comunque a scrivere poesie. Tornata ad Haworth, Emily si  dedicò alle faccende di casa ma anche alla pittura e alla scrittura Lasciò nuovamente la  canonica nel 1842, quando insieme alla sorella Charlotte partì alla volta di Bruxelles, per approfondire la conoscenza  delle lingue presso una scuola privata. Emily rimase in Belgio per circa un anno: a novembre tornò a casa per il  funerale della zia Elizabeth Branwell, che dalla morte della loro madre (avvenuta nel 1821) si era trasferita ad Haworth per prendersi cura dei nipoti. Nel gennaio successivo Charlotte ripartì per Bruxelles, Emily invece rimase a casa dove tornò ad occuparsi delle sue mansioni di padrona di casa e della sua attività poetica.
Nell'autunno del 1845 Charlotte trovò uno dei quaderni di poesie di Emily. Rimase talmente colpita dai versi da pensare immediatamente alla pubblicazione di un volume che raccogliesse le poesie di tutte le sorelle. Convincere Emily, indignatissima per l'invadenza della sorella, non fu per nulla facile, ma con la promessa che la loro identità sarebbe stata protetta da pseudonimi (che le sorelle crearono a partire dalle loro iniziali) Charlotte riuscì infine a strapparle un consenso, e l'anno successivo il volume uscì con il titolo Poems by Currer, Ellis and Acton Bell. Ne vennero vendute due sole copie, ma Ellis (ovvero Emily) ricevette critiche lusinghiere.
Nel gennaio 1847, l'editore Newby accettò di pubblicare i romanzi di Ellis ed Acton Bell, rispettivamente Cime tempestose e Agnes Grey, che tuttavia furono pubblicati soltanto a dicembre sulla scia dell'enorme successo di Jane Eyre di Currer Bell. Cime Tempestose fu oggetto di notevole scandalo: i critici lamentavano la mancanza di un fine morale della vicenda e solo pochi ne notarono l'originalità e la potenza. Attualmente il romanzo è considerato un classico della letteratura mondiale e uno dei migliori esempi della letteratura vittoriana.
La salute di Emily andò via via indebolendosi, a causa delle malsane condizioni di vita del tempo. Morì di tubercolosi a soli trent'anni, il 19 dicembre 1848, dopo essersi ammalata in occasione del funerale del fratello, morto di delirium tremens nel settembre dello stesso anno.


Citazioni di Emily Brontë

Ora mi degraderebbe sposare Heathcliff, così non saprà mai quanto io lo ami: e non perché sia bello, Nelly, ma perché lui è più me stessa di quanto non lo sia io. Di qualsiasi cosa siano fatte le nostre anime, la mia e la sua sono la medesima cosa; e quella di Linton è diversa quanto un raggio di luna da un lampo, o il gelo dal fuoco. (Cime tempestose)

Le mie grandi sofferenze in questo mondo sono state quelle di Heathcliff, e le ho viste e vissute tutte fin dal principio; il mio pensiero principale nella vita è lui. Se tutto il resto morisse, e lui rimanesse, io continuerei ad esistere; e se tutto il resto continuasse ad esistere e lui fosse annientato, l'universo si trasformerebbe in un completo estraneo: non ne sembrei parte. – Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l'inverno cambia gli alberi. Il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce eterne che stanno sotto quegli alberi: una fonte di piacere ben poco visibile, ma necessaria. Nelly, io SONO Heathcliff! Lui è sempre sempre, sempre nella mia mente: non come una gioia, non più di quanto io lo sia per me stessa, ma come il mio stesso essere. Quindi non parlare più di separazione: non è possibile. (Cime tempestose)

Il tiranno stritola i suoi schiavi e questi non gli si rivoltano contro, ma stritolano quanti sono sotto di loro. Tu puoi torturarmi a morte soltanto per divertirti; ma devi lasciare che io mi diverta a mia volta allo stesso modo. E per quanto puoi, evita di insultarmi. Dopo aver raso al suolo il mio palazzo, non costruirmi un tuguri compiacendoti di aver avuto la carità di darmelo come casa.  (Cime tempestose)

martedì 29 luglio 2014

Essere figli d'arte: intervista a José Van Roy Dalì


José Dalí nasce a Perpignan nella Catalogna il 17 febbraio 1940, figlio di Salvador Dalí Domènech, pittore tra i massimi esponenti del Surrealismo, e della sua consorte Elena Deluvina Diakonov, conosciuta come Gala. Frequenta le scuole comunali e a sette anni esegue le sue prime pitture. La vicinanza dei ‘fratelli’ acquisiti, figli della coppia che lo accudiva a Verona, non evita a José di essere un bambino difficile, solitario e incline a compiere stravaganze.
Già a dieci anni, azzarda inconsuete sperimentazioni che precorrono talune avanguardie pittoriche, in quel periodo non ancora in embrione. Frequenta sempre in modo discontinuo corsi di disegno, scultura e incisione. Oltre a quella di Vermeer, José subisce l’influenza di alcuni pittori veristi italiani dell’Ottocento. Apprezza Ingres, Turner, Courbet, Van Gogh. Dopo un brevissimo approccio al Divisionismo e all'Impressionismo, viene fatalmente attratto dal Surrealismo che, malgrado lo scarso entusiasmo suscitato in Italia, riflette il carattere essenzialmente bizzarro e ribelle del giovane ragazzo.
Nel 1958, per dedicarsi completamente alla pittura, sospende temporaneamente gli studi. Evita intenzionalmente di entrare nel giro dei galleristi e dei critici compiacenti e, per protesta, espone sporadicamente le proprie opere senza firma. Per arrotondare gli esigui introiti di pittore ‘non allineato’, sconfina nel cinema, interpretando piccoli ruoli.
Dal 1963, sperimenta, per il solo gusto di farlo, innovazioni tecnico-pittoriche al limite del paradossale, senza perdere di vista la sua strada maestra. Difende due contrapposte realtà, quali: la sublime genialità di Gaudì e la naturale, intuitiva capacità di Le Courbusier. Con padronanza quasi assoluta delle tecniche tradizionali, influenzato dalla ‘conquista razionale della logica’, José tratta la superficie delle sue tele come un pittore fiammingo del Cinquecento, continuando a ispirarsi a Raffaello e a Velázquez.
Dal 1969 al 1978 collabora alternativamente come illustratore, umorista, autore, pubblicista e fumettista.
Nel 1973 conosce Barbara che lo sprona a riavvicinarsi all’arte. Segue un periodo prolifico e particolarmente creativo per José Dalí, la cui pittura, pur evidenziando frequenti richiami daliniani, travalica il Surrealismo stesso e le varie ‘correnti’ pittoriche contemporanee.
Nel 1980 colloca un profilo di Cristo, in limatura d’oro su tela, nella residenza estiva del Santissimo Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo. Da questo momento si susseguono diverse esposizioni: la mostra presso l’Athena Arte a Roma, con il patrocinio della Comunità Europea dell’Arte e della Cultura; la personale Dalí Scultore ed Illustratore presso l’Accademia Spagnola e la Mostra Internazionale del Gelato dove presenta in esclusiva mondiale I gelati rigidi in contrapposizione con gli ‘orologi molli’ dipinti dal padre Salvador. Dal 1991 in poi collabora con aziende prestigiose tra cui Nestlé-Perugina e Quarta Caffè.
Nel 1984 torna in Spagna per cercare di capire e per indagare alcuni aspetti che avvolgono di mistero la vita del padre Salvador, malato gravemente. In quell'occasione si reca in visita al Castello di Púbol per posare dei fiori sulla tomba di famiglia, dove riposa la madre. L’anno successivo, insospettito dalle numerose, e spesso contraddittorie, notizie di allarme diffuse dalla stampa internazionale sullo stato di salute del padre, che pongono anche in alternativa a un Salvador Dalí gravemente ammalato un altro Dalí stranamente attivissimo e ancora in grado di dipingere e impartire ordini, ritorna in Spagna in incognito riuscendo, malgrado l’assidua sorveglianza, a raggiungere il padre all'interno della Torre Galatea, uno degli edifici del Teatro Museo Dalí.
Presenta in anteprima una duplice esposizione siglata per l’appunto I due Dalí, con cui l’artista tenta di superare i limiti umani, tecnici e caratteriali del ‘classico’ Astrattismo Informale, per approdare a Nuove figurazioni e quindi al nuovo stile che accompagnerà il suo percorso artistico.
Nel rendersi conto che l’interesse di buona parte della stampa nei suoi confronti si focalizza morbosamente sui complicati rapporti familiari con i suoi genitori, si auto-esilia simbolicamente con la moglie Barbara – assieme a un numero imprecisato e cospicuo di amici a quattro zampe, che lui reputa i suoi migliori amici – nella sua casa-museo nei pressi della campagna romana. Vorrebbe che i media s’interessassero e parlassero di lui soltanto attraverso le sue opere e le sue esposizioni artistiche.
Il passaggio a Nuove figurazioni, costituisce per l’artista un doveroso, sentito e profondo processo ‘rigenerativo’ a cui sente la necessità di sottoporsi per creare le premesse e le basi della nascita di un nuovo stile.

Sei praticamente italiano: com'è nato questo tuo legame italiano?
A causa della guerra, prima...e dei molti impegni professionali dei miei, dopo ho vissuto buona parte della mia infanzia in Italia, accudito dai miei tutori italiani. Ho studiato in Italia e praticamente la mia cultura di base è italiana. 
Avere come cognome Dalì: più un vantaggio o uno svantaggio?
Il cognome fine a se stesso, fa un certo effetto sicuramente e quindi rappresenta un vantaggio...è il tragico confronto che rovina tutto ovviamente, assieme alle eventuali aspettative. Pertanto direi che, il più delle volte è uno svantaggio... ma, ormai ci ho fatto l'abitudine.
La tua passione per l'arte è nata fin dall'infanzia o è sopraggiunta più tardi?
La passione per l'arte e per la bellezza estetica in generale, era insita in me fin dall'infanzia, e proprio a causa di questa passione e della conoscenza,  talvolta approfondita, di alcune opere universali  che, mio malgrado, non mi sono mai potuto sentire un artista.
Cosa ne pensi del panorama artistico contemporaneo, soprattutto in Italia?
Come in ogni settore più o meno artistico, c'è del buono, del mediocre e del peggiore ovunque. Talvolta imperversa anche del cattivo gusto...per non dire orrido...ma questo è lo specchio dei tempi. E per rispondere nella maniera più adeguata, vorrei prendere in prestito,  dal saggio frasario del nostro attuale Santo Padre: "e chi sono io per giudicare?"
La tua opinione riguardo quei movimenti artistici che prendono come punto di riferimento anche Salvador Dalì, come la Visionary Art?
Perseguire un buon risultato, attraverso le magnifiche lezioni di chi ci ha preceduto in passato e brilla ancora di luce propria, è un ottimo punto di partenza. In fondo, fu  proprio Dalì  ad affermare: "da chi non vuole imitare nessuno, non viene fuori nulla". 
Come nasce l'ispirazione per un'opera?
Solitamente,le migliori  ispirazioni vengono offerte a piene mani, dalla  natura stessa... o, in alternativa, dalla manipolazione esasperata dei propri sogni. 
La tua tecnica artistica preferita?
Non è facile avere qualche preferenza in un campo così vasto. Mi affascina tutto alla stessa maniera quando c'è da apprendere qualcosa di nuovo  o da sperimentare nuove tecniche... dalla pittura alla scultura, dalla incisione all'acquaforte all'acquerello...come fosse  il più bel gioco del mondo.
Sei anche scrittore. C'è un legame fra arte e letteratura?
Come precedentemente accennato, pur dipingendo e scrivendo senza peraltro ritenermi ne artista e ne scrittore, mi gratifica non poco, condividere con un più vasto pubblico alcune emozioni creative...e sapere che, al di la della mia soglia, esistono persone in grado di apprezzare i miei concetti espressivi. Sì, in ogni genere  di linguaggio, pittorico, poetico o letterario, c'è quella voglia di comunicare, con la forza dei propri limiti, i propri sentimenti e una traccia del proprio passaggio, a una piccola  parte del mondo.  




lunedì 28 luglio 2014

28 LUGLIO 1903: NASCE SILVINA OCAMPO


Silvina Ocampo, poetessa e scrittrice argentina, nasce a Buenos Aires, il 28 luglio 1903, da una famiglia dell’alta società, sorella minore dell’editrice e scrittrice Victoria Ocampo. Fin da piccola
manifestò una vivace inclinazione per la poesia e studiò pittura.
Seguendo la tradizione culturale della sua famiglia, e soprattutto le orme della sorella maggiore, entrò presto in contatto con l’ambiente intellettuale argentino.
Tramite un suo amico, lo scrittore Jorge Luis Borges, conobbe Adolfo Bioy Casares, anch'egli scrittore, che sposò nel 1940. Scrisse poesie, racconti, romanzi e opere teatrali; insieme a Borges e a Bioy Casares è famosa in particolare per essere una scrittrice di storie fantastiche.
Scrisse romanzi, racconti, poesie, storie per bambini, e, in collaborazione con il marito e con Jorge Luis Borges, compilò la famosa Antologia della letteratura fantastica pubblicata nel 1940
La sua prima pubblicazione poetica Enumerazione della patria è del 1942. A questa prima raccolta
seguirono Spazi metrici del 1945, Poema di amore disperato del 1949 e I nomi nel 1953. Successivamente si occupò di narrativa, scrivendo racconti e romanzi fantastici.
Nel 1962 ritornò alla poesia con L’amaro per il dolce, seguito da Giallo celeste del 1972 e Alberi di Buenos Aires del 1979. Del 1991 è l’antologia di racconti Le regole del segreto.
Ottenne numerosi importanti premi nazionali, fra i quali il Gran Premio Nazionale di Letteratura, conferitole due volte, il Premio Nazionale di Poesia, la fascia d’onore della Società degli Scrittori Argentini e vari altri premi cittadini.
Tra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo: Porfiria, I giorni della notte, Chi ama, odia, E cosí via, Viaggio dimenticato, La penna magica.
Morì a Buenos Aires nel 1994

28 LUGLIO 1887: NASCE MARCHEL DUCHAMP


Marcel Duchamp, pittore e scultore francese naturalizzato statunitense , nasce a Blainville-Crevon (Normandia), il 28 luglio 1887.
Considerato fra i più importanti e influenti artisti del XX secolo, si occupò di pittura (attraversando le correnti del fauvismo e del cubismo), fu animatore del dadaismo e del surrealismo e diede poi inizio all'arte concettuale, ideando il ready-made e l'assemblaggio.
Comincia a dipingere a 15 anni, influenzato dalla tecnica degli impressionisti.
Nel 1904 si trasferisce a Parigi, dove frequenta per qualche tempo l'Académie Julian ma, annoiato, la abbandona quasi subito.
Negli anni dal 1906 al 1910 le sue opere manifestano caratteri di volta in volta diversi, in rapporto alle influenze del momento: inizialmente Manet, poi Bonnard e Vuillard, e per finire con il Fauvismo. Nel 1910 dopo aver visto per la prima volta le opere di Paul Cézanne, abbandona definitivamente l'impressionismo e Bonnard. Per un anno Cézanne e il Fauvismo sono i suoi riferimenti stilistici. Ma tutto è destinato a durare poco.
Negli anni 1911 e 1912 dipinge tutte le sue più importanti opere pittoriche: Ragazzo e ragazza in primavera, Giovane triste in treno, Nu descendant un escalier nº2, Il re e la regina circondati da nudi veloci, Il passaggio della vergine alla sposa.
Nel 1913, all'Armory Show di New York, Nu descendant un escalier nº2 è l'opera che suscita maggior scandalo.
Nascono anche i primi "ready-made", oggetti d'uso comune dotati di statuto artistico, tra cui la celebre Ruota di bicicletta.
L'anno successivo acquista e firma lo Scolabottiglie.
Nell'anno 1915 incontrò il fotografo e pittore americano Man Ray e la loro amicizia durerà tutta la vita. L'anno successivo fondò, con i mecenati Katherine Dreier e Walter Arensberg, la Society of
Independent Artists.
Nel 1917 realizza il famoso Fountain, che viene rifiutato dalla giuria della Society of Independent Artists, a cui era stato mandato sotto falso nome.
Nel 1918 si trasferì a Buenos Aires, dove rimase fino alla metà dell'anno seguente, poi nel 1923 tornò a Parigi.
Insieme a Man Ray e Katherine Dreier fonda la Société Anonyme. Assume lo pseudonimo di Rose Sélavy. Si cimenta con la fotografia sperimentale e i lungometraggi e realizza i primi "dischi ottici" e "macchine ottiche".
A partire dal 1923, Duchamp diradò progressivamente la produzione artistica e per dieci anni si occupò quasi esclusivamente di scacchi, arrivando ad alti livelli.
Riprende l'attività artistica soltanto nel 1936, quando partecipa alle mostre del gruppo surrealista a Londra e a New York. Comincia a progettare la Boite en válise, una raccolta portatile delle riproduzioni delle sue opere più significative.
Sorpreso in Francia dallo scoppio della guerra, nel 1942 s'imbarca per gli Stati Uniti. Qui si dedica soprattutto alla sua ultima grande opera, Étant donneés: 1. la chute d'eau, 2. le gaz d'éclairage (1946-1966). Partecipa a mostre e ne organizza e allestisce a sua volta.
Nel 1951, fu indagato da Joseph McCarthy ma rimase al sicuro grazie a suoi «amici potenti». Nel 1954 sposò Alexina "Teeny" Sattler Matisse, che gli rimarrà accanto per tutta la vita.
Nel 1964, in occasione del cinquantesimo anniversario del primo "Readymade", in collaborazione con Arturo Schwarz, realizza un'edizione numerata e firmata dei suoi 14 più rappresentativi Readymade.
Marcel Duchamp muore a Neuilly-sur-Seine il 2 ottobre 1968.

 

venerdì 25 luglio 2014

25 LUGLIO:AUGURI A MORTIIS


Auguri a Mortiis, nome d'arte di Havard Elefsen, musicista norvegese nato il 25 luglio 1975.
Ex bassista del gruppo black metal Emperor inizialmente dedito a una ambient dai toni epici e medievaleggianti, in seguito Mortiis è divenuta una vera e propria band, che propone un industrial tinto di rock.
Nato a Skien nella provincia del Telemark situata nella Norvegia occidentale, fin da piccolo
mostra grande interesse per la musica rock e comincia a suonare il basso in età molto giovane. A 15 anni  entra a far parte della black metal band degli Emperor ed acquista lo pseudonimo di Mortiis. Siamo quindi nei tempi  dell'Inner Circle dove Mortiis entra a far parte non ancora maggiorenne assieme ad altri musicisti come Mayhem,  Varg Vikernes e Jon Nödtveidt. ma tuttavia Mortiis sembra spaventato dalle azioni criminali che si ritrova a  compiere assieme agli altri e poco dopo l'arresto per omicidio di Bård Eithun fugge in Svezia lasciando a metà il  lavoro dell'album In The Nightside Eclipse degli Emperor che verrà pubblicato tre anni dopo con il bassista Tchort e
diventerà un vero e proprio manifesto. il diciassettenne si trasferisce quindi nella cittadina svedese di Halmstad e  decide di cominciare una carriera solista. Il sound che Mortiis propone all'inizio è una dark ambient molto  influenzata dalla musica medievale e dalla musica sinfonica. Håvard  torna in Norvegia nel 1999 ed è proprio quello l'anno in cui nasce il progetto Mortiis.
Decide quindi di trasformare il suo progetto solista in una band e di cambiare anche le sonorità, passando quindi dalla dark ambient a un industrial rock che suona come un connubio fra Combichrist, Suicide Commando e Nine Inch Nails con qualche influenza Elettro-pop. In questi anni il musicista collabora con nomi importanti come la cantante inglese Sarah Jezebel Deva (ai tempi con i Cradle Of Filth) e il chitarrista anglo-svedese Christopher Amott ed assume nella formazione diversi membri dei Lost In Time. Acquisirà anche un look molto particolare, trasformando i suoi capelli lisci in lunghi Dreadlocks e comincia a portare una maschera da folletto durante i concerti che subirà diverse modifiche.

giovedì 24 luglio 2014

24 LUGLIO: AUGURI A GUS VAN SANT


Auguri a Gus Van Sant, regista, sceneggiatore, montatore, pittore, fotografo, musicista e scrittore
statunitense, nato a Louisville, il 24 luglio 1952.
Figlio di un commesso viaggiatore, passa un'infanzia da girovago insieme al genitore. Ai tempi del college scopre la vocazione alla pittura, ma si avvicina anche al cinema. Accanto ai lavori su tela comincia anche a girare cortometraggi in Super 8.
Si forma definitivamente alla scuola d'arte d'avanguardia Rhode Island School of Design, dove matura un interesse verso le tecniche del cinema sperimentale che non abbandonerà mai definitivamente. Dopo il diploma, Van Sant realizza diversi cortometraggi in 16 mm, e successivamente si trasferisce a Hollywood, dove collabora ad un paio di film diretti da Ken Shapiro.
Durante la sua permanenza a Los Angeles frequenta il mondo marginale degli aspiranti divi e della
tossicodipendenza, ma ha comunque modo di sviluppare un lavoro personale, testimoniato ad esempio da Alice in Hollywood (1981), un mediometraggio in 16 mm. È in questa fase che diventa un'icona dei registi indipendenti.
Poi si e spostato a Manhattan, dove ha realizzato alcuni spot pubblicitari, e infine si è stabilito a Portland, Oregon, dove ormai vive e lavora da diversi anni. A Portland, Van Sant ha continuato a dirigere film, spot e videoclip, ha insegnato cinema all'Oregon Art Institute, e si è dedicato alla pittura. Dagli anni ottanta le produzioni indipendenti di Gus Van Sant, come The Discipline of DE (1978), tratto da un breve racconto di William Burroughs, o Five Ways to Kill Yourself (1986), cominciano ad ottenere diversi riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 1989 Gus Van Sant realizza il suo primo lungometraggio, Drugstore Cowboy, interpretato da Matt Dillon e con la straordinaria partecipazione di William Burroughs nella parte di un prete tossicodipendente. Il film e stato accolto con entusiasmo dalla critica americana e ha permesso a Van Sant di entrare nel ciclo produttivo di Hollywood.
Altri suoi film sono Belli e dannati (1991), Cowgirl - Il nuovo sesso (1993), Da morire 1995 e Will Hunting - Genio ribelle (1997) il remake di Psycho del 1999. Nel 2003 Van Sant trionfa a Cannes (Palma d'oro e migliore regia), che lo consacra definitivamente come autore, con il film Elephant, liberamente ispirato alla strage di Columbine.
Nel 2005 esce Last days, film sulle ultime ore del leader dei Nirvana Kurt Cobain, mentre nel 2009 si cimenta in un altro biopic, sulla vita di Harvey Milk, primo personaggio politico americano apertamente gay.

 

24 LUGLIO 1878: NASCE LORD DUNSANY


Edward John Moreton Drax Plunkett, conosciuto come Lord Dunsany, è stato uno scrittore e drammaturgo irlandese, famoso per le sue opere fantastiche e dell'orrore.
Nasce il 24 luglio 1878 a Dublino, figlio di John William Plunkett ed Ernle Elizabeth Ernle-Erle Drax. Dopo aver studiato a Eton e Sandhurst, prestò servizio come ufficiale durante la seconda guerra boera e durante la prima guerra mondiale tra i fucilieri. Era un eccellente cacciatore e sportivo e fu campione irlandese di pistola e di scacchi. Ottenne la fama con i suoi racconti brevi, i suoi romanzi, le sue opere teatrali e le sue poesie. I suoi più importanti racconti brevi furono pubblicati in antologie tra il 1905 e il 1919: la prima di queste raccolte, The Gods of Pegāna, fu la prima e unica che pubblicò su pagamento.
La particolarità delle sue opere sta nell'ambientazione, un mondo immaginario con una propria storia, una propria geografia e i propri dei: questa particolarità, insieme a numerose altre peculiarità stilistiche e compositive di Dunsany, influenzerà profondamente l'opera di H. P. Lovecraft e la creazione dei suoi miti di Cthulhu.
Numerosi furono gli autori influenzati da Dunsany. Tra questi, il già citato H. P. Lovecraft, Fletcher Pratt con The Well of the Unicorn del 1948 e Jorge Luis Borges, infine, che incluse il racconto di Dunsany The Country of Yann nel suo La biblioteca di Babele; David Eddings dichiarò Lord Dunsany il suo autore preferito e Ursula K. Le Guin nel suo saggio From Elfland to Poughkeepsie ne ha sottolineato la straordinaria influenza sui giovani autori che gli succedettero.
Morì a Dublino, il 25 ottobre 1957.

mercoledì 23 luglio 2014

Mercury Rising: Fa Presto Fire. L’arte internazionale a Teramo

Mercury Rising: Fa Presto Fire è la mostra conclusiva del workshop Fa Presto del prof. Philip Rubinov Jacobson. Il workshop che dal 1997 si è tenuto in svariate nazioni (quest'anno negli Stati Uniti, Austria e Indonesia) per la prima volta quest'anno ha fatto tappa a Teramo e i suoi risultati saranno liberamente visibili a tutti dal 25 al 26 luglio, presso la sede dell'Associazione culturale Dedalus Studi.  Gli artisti partecipanti provengono da diverse parti del mondo, l'Olanda, i Caraibi, gli Stati Uniti e la Polonia, ma sarà anche presente un'artista locale, Marcella di Michele.

Mercury Rising: Fa Presto Fire. L’arte internazionale a Teramo

martedì 22 luglio 2014

22 LUGLIO 1889: NASCE JAMES WHALE


James Whale, regista britannico, nasce a Dudley (West Midlands) il 22 luglio 1889.
Sesto di sette figli, suo padre era un operaio metallurgico e sua madre un'infermiera. Non volendo seguire i suoi fratelli nel lavoro in miniera, iniziò a lavorare come ciabattino. Mostrando un certo talento come compositore di canzonette, utilizzò i suoi guadagni extra per frequentare le scuole serali della Dudley School of Arts and Crafts.
Nell'ottobre del 1915 con l'avvento della prima guerra mondiale si arruolò nell'esercito dove raggiunse il grado di tenente. Fatto prigioniero di guerra nel 1917, trascorse il suo periodo di prigionia scoprendo il suo talento di organizzatore e direttore di spettacoli teatrali.
Dopo l'armistizio fece ritorno a Birmingham e si imbarcò nell'avventura del teatro professionale. Nel 1928 gli fu offerta l'opportunità di dirigere due rappresentazioni teatrali del dramma Journey's End dell'allora sconosciuto R. C. Sherriff, con protagonista un giovanissimo Laurence Olivier.
Lo spettacolo si rivelò un autentico successo e la rappresentazione si trasferì nel West End dove vennero recitate ben 600 repliche dello spettacolo, e Whale fu invitato a trasferirsi a Broadway dove infine si sarebbe occupato anche della trasposizione cinematografica dell'opera.
Whale è soprattutto noto per le sue pellicole del genere horror (come Frankenstein, La moglie di Frankenstein e L'uomo invisibile). Tramite i suoi grandi classici nacquero stelle del calibro di Gloria Stuart, Colin Clive, Elsa Lanchester, Boris Karloff e Claude Rains, dei quali alcuni avevano già recitato in Inghilterra con Whale ed erano stati appositamente scelti da lui per i loro rispettivi ruoli. Whale diresse anche altri celebri successi cinematografici, come La donna che non si deve amare del 1931, Il castello maledetto  del 1932, La canzone di Magnolia del 1936, e La maschera di ferro del 1939.
Nell'ultimo periodo della sua vita Whale soffriva di problemi alla memoria causati da un ictus che aveva avuto conseguenze debilitanti. Si suicidò annegandosi nella piscina della propria villa il 29 maggio 1957, all'età di 67 anni.

22 LUGLIO 1882: NASCE EDWARD HOPPER


Edward Hopper, pittore statunitense, nasce a Nyack, nel sud-est dello stato di New York, il 22 luglio 1882. I suoi genitori, Garret Henry ed Elisabeth Griffiths Smith, provenivano dalla colta
borghesia angloamericana. Già dall'età di cinque anni Edward Hopper dimostrava una spiccata abilità nel disegno. I suoi genitori, scoperta questa dote, lo incoraggiarono facendogli leggere riviste e libri sull'arte. Nel 1895 dipinse il suo primo quadro. Nel 1899 seguì un corso per corrispondenza presso la New York School of Illustrating.
Nel 1900 cominciò a frequentare la New York School of Art, diretta da William Merritt Chase, seguace dell'impressionismo europeo. Nel 1906 compì il suo primo viaggio a Parigi. Fu affascinato dalla pittura impressionista e dai poeti simbolisti. Tornato in patria, trovò lavoro come illustratore pubblicitario per la C. C. Phillips & Company. Questa occupazione costituì per lui fino al 1925 l'unica fonte di reddito.
Dopo Parigi, nel 1907 si recò in viaggio a Londra, Berlino e Bruxelles. Nel 1909 tornò a Parigi e vi rimase da marzo ad agosto, risiedendo nel Quartiere Latino.
Durante il suo terzo e ultimo viaggio all'estero, a Parigi e in Spagna nel 1910, Hopper perfezionò il suo particolare e  ricercato gioco di luci e ombre, la descrizione di interni, imparata da Degas, e il tema centrale della solitudine e dell'attesa.
Mentre in Europa prendevano piede il fauvismo, il cubismo e l'astrattismo, Hopper veniva attratto per lo più da Manet, Pissarro, Monet, Sisley, Courbet, Daumier, Toulouse-Lautrec e dal più antico Goya.
Tornato stabilmente negli Stati Uniti, che non lasciò più, Hopper abbandonò le nostalgie europee che lo avevano influenzato sino a quel momento, ed iniziò ad elaborare soggetti legati alla vita quotidiana americana, modellando il suo stile alla vita di tutti i giorni. Tra i soggetti che prediligeva vi erano soprattutto immagini urbane di New York e le scogliere e spiagge del vicino New England, in particolare paesaggi di Ogunquit e dell'isola di Monhegan nel Maine.
Nel 1913 si tenne a New York l'Armory Show, la prima mostra che introduceva al pubblico degli Stati Uniti la pittura delle avanguardie europee. Hopper partecipò a questa mostra con il suo dipinto Sailing, che non incontrò tuttavia il favore del pubblico.
Nel 1918 fu uno dei primi membri del Whitney Studio Club, il più vitale centro per gli artisti indipendenti americani dell'epoca. Proprio al Whitney Studio nel 1920 tenne la sua prima personale, dove fra gli altri lavori venne esposto Soir bleu.
Nel 1924 alcuni suoi acquerelli furono esposti a Gloucester nella galleria di Frank Rehn. La fortuna critica e il successo di pubblico diedero una significativa svolta alla carriera di Hopper, che finora si
era guadagnato da vivere come illustratore di riviste. In quello stesso anno Hopper sposò Josephine Verstille Nivison, anch'ella ex-studente di Robert Henri alla New York School of Art. Josephine fu l'unica modella per tutti i personaggi femminili che avrebbe dipinto da allora in poi.
Il successo ottenuto con la mostra alla Rehn Gallery contribuì a fare di Hopper il caposcuola dei realisti che dipingevano la "scena americana".
Nel 1925 la sua tela intitolata Apartment Houses venne acquistata dalla Pennsylvania Academy. Questo fu il suo  primo lavoro a olio a entrare in una collezione pubblica e il primo quadro venduto dal 1913 in poi. Nel 1930 la famosa House by the Railroad, che sarebbe servita ad Alfred Hitchcock come modello per la casa in stile "secondo impero americano" di Psyco, venne donata dal collezionista Stephen C. Clark al MoMA di New York, entrando a far parte della collezione permanente del museo. Dopo tre anni, lo stesso MoMA gli dedicò la prima retrospettiva.
Nel 1934 Hopper acquistò una casa a Truro (Massachusetts), nella penisola di Cape Cod, dove da allora iniziò a passare regolarmente i mesi estivi. Il paesaggio di Cape Cod, con le sue dune, case e fari, si ritrova in molti suoi dipinti, come The House on The Hill, Cape Cod Evening Cape Cod Morning.
Il Whitney Museum of American Art gli dedicò la seconda retrospettiva nel 1950 e, nel 1956 la rivista TIME gli rese omaggio con una copertina.
Hopper morì a 85 anni il 15 maggio 1967 nel suo studio nel centro di New York. Oggi è considerato uno dei grandi maestri americani, citato in qualche caso come precursore della Pop Art.

sabato 19 luglio 2014

19 LUGLIO: AUGURI AD ABEL FERRARA


Auguri ad Abel Ferrara, regista, attore, sceneggiatore e musicista statunitense, nato a New York (nel Bronx), il 19 luglio 1951.
Il padre è un allibratore statunitense perennemente nei guai, figlio di immigrati italiani, mentre la madre è una casalinga statunitense figlia di immigrati irlandesi.
L'educazione del giovane Ferrara è affidata al nonno paterno, malgrado la differenza di lingua (il nonno non imparò mai l'inglese), a causa delle indigenti condizioni economiche del padre.
A quindici anni Ferrara conosce Nicholas St. John, quello che sarà lo sceneggiatore dei suoi film più famosi, con il quale avrà un'amicizia molto lunga. Insieme formano un gruppo musicale, con Ferrara come cantante.
La grande passione per il cinema portò Ferrara, ancora ventenne, a girare in Super8 alcuni cortometraggi amatoriali contro la guerra del Vietnam. Nel 1975 girò un corto intitolato The Old-Up, un thriller politico ambientato tra la classe operaia, e un altro intitolato Could This Be Love, storia di due donne borghesi che pagano una prostituta e la portano ad una cena importante dove la spacciano per la sorella di una delle due.
Nel 1977 Ferrara girò il suo primo film. Si tratta di un porno, intitolato Nine Lives of a Wet Pussy.
Nel 1979 Ferrara girò quello che si può considerare il suo primo vero film: The Driller Killer, storia di un pittore che impazzisce e inizia ad uccidere con un trapano alcuni barboni, riscosse un buon successo fra gli amanti del genere splatter, conoscendo anche una discreta distribuzione. Il budget era molto ristretto, e gli attori erano tutti non professionisti, amici del regista.
Il film successivo fu L'angelo della vendetta del 1981,. L'immagine della ragazza sordomuta vestita da suora, che impugna una pistola alla festa in maschera finale è diventata un'icona.
Nel 1984 Ferrara diresse il thriller Paura su Manhattan, interpretato da Melanie Griffith, con un budget superiore rispetto ai primi due film.
Tra il 1984 e il 1986 Ferrara lavorò per la televisione statunitense. Decisivo fu l'incontro con Michael Mann, produttore della serie Miami Vice. Ferrara diresse due episodi: Gli invasori della casa e Una donna senza onore. Nel
1986 Ferrara diresse Il gladiatore, svolto in cambio di un anticipo per la sceneggiatura di King of New York. Lo stesso anno Ferrara lavorò ancora per Michael Mann, dirigendo l'episodio pilota della serie Crime Story.
Dopo la parentesi televisiva Ferrara tornò sul grande schermo nel 1987, con il film China Girl, una sorta di Romeo e Giulietta ambientato nel quartiere newyorkese di Little Italy, che ebbe uno scarso successo di pubblico.
Nel 1988 Ferrara accettò un film su commissione, intitolato Oltre ogni rischio, tratto da un romanzo dello scrittore Elmore Leonard. Il film si rivelò un pasticcio, e il regista si disinteressò del montaggio finale.
Nel 1989 Ferrara tornò a lavorare con Nicholas St. John. Il film è un gangster movie intitolato King of New York, interpretato da Christopher Walken, che iniziò un duraturo sodalizio con il regista. Il film fu girato con un budget di 5 milioni di dollari e ottenne un grande successo di pubblico e di critica, aprendo al regista le porte della notorietà in Europa. Per molti critici questo è il film della scoperta di Ferrara.
Fra il 1992 ed il 1995 Ferrara diresse tre film che rappresentano la massima espressione della sua filosofia del peccato e della redenzione.
Il cattivo tenente, girato nel 1992, narra di un poliziotto, interpretato da Harvey Keitel, peccatore incallito che ad un certo punto sente di doversi fermare, e comincia a cercare una dolorosa redenzione mettendosi sulle tracce di due ragazzi che hanno stuprato una suora.
Occhi di serpente, girato nel 1993, interpretato tra gli altri da Madonna narra di un regista, anche lui peccatore, che trova dolorosamente il modo di redimersi e cercherà di attuarlo.
The Addiction, girato nel 1995, horror molto sui generis, narra di una resa incondizionata al peccato, una volta capito che non ci sarà redenzione. La protagonista, una studentessa di filosofia, morsa da un vampiro diviene consapevole che la vita è anzitutto aggressione e volontà di annullamento di ogni altro essere. La distruzione dell'io (il film abbonda di simbolismo cristiano o meglio ancora nietzscheano) che si concreta simbolicamente alla fine del film porta al contempo una nuova e misteriosa rinascita.
Nel 1993 il regista diresse Ultracorpi - L'invasione continua, remake del classico L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel. Nonostante sia stato prodotto dalla Warner Bros. il film venne distribuito a mala pena nelle sale e nel Regno Unito uscì solo per il mercato dell'home video.
Nel 1996 Ferrara diresse il noir Fratelli, con un budget di cinque milioni di dollari e attori del calibro di Christopher Walken, Chris Penn e Benicio Del Toro. Il film fruttò a Chris Penn il premio come miglior attore al Festival di Venezia. Quella di Fratelli fu l'ultima sceneggiatura scritta da St. John per il regista.
Nel 1997 esce Blackout, interpretato da Matthew Modine.
Dopo aver diretto un episodio del film collettivo Subway Stories -Cronache metropolitane, intitolato Love on A Train, Ferrara diresse nel 1998 New Rose Hotel, interpretato ancora una volta da Christopher Walken, insieme a Willem Dafoe e Asia Argento. Il film non ebbe
molto successo presso la critica, che rimproverò al regista il fatto di non lavorare più con St. John.
Dopo tre anni di silenzio, nel 2001 arrivò sugli schermi Il nostro Natale, thriller che riportò il regista ai temi dei suoi esordi.
Dopo altri quattro anni di silenzio, durante i quali il regista cercò di girare film negli Stati Uniti ma non ci riuscì perché non trovò i finanziamenti, Ferrara girò in Italia Mary, interpretato da Juliette Binoche e da Forest Whitaker. Il film ottenne un ottimo successo presso la critica, e vinse un premio speciale al Festival di Venezia.
Nel 2007 Ferrara diresse Go Go Tales, film su un locale di lap dance, girato a Cinecittà, con protagonisti William Dafoe, Matthew Modine e nuovamente Asia Argento.
Nel 2008 Abel Ferrara diresse Chelsea on the Rocks, documentario che narra la storia del Chelsea Hotel, uno dei piùnoti hotel di New York, frequentato da personalità quali Stanley Kubrick, Bob Dylan, Charles Bukowski e Andy Warhol. Il film è interpretato tra gli altri da Dennis Hopper.
Nel 2011 dirige il film 4:44 Last Day on Earth, con Willem Dafoe e Natasha Lyonne. Le prime immagini del film sono state mostrate in anteprima mondiale al Festival del film Locarno, dove ha ricevuto il Pardo d'onore. Nel settembre 2011 il film viene presentato in concorso al Festival di Venezia 2011.


mercoledì 16 luglio 2014

16 LUGLIO: AUGURI A SHERI S. TEPPER


Auguri a Sheri Stewart Tepper, scrittrice statunitense di fantascienza, fantasy, horror e mystery.
Nasce a  Denver (Colorado), il 16 luglio 1929, ha lavorato per venticinque anni presso la Rocky Mountain Planned Parenthood e solo dopo essersi ritirata dall'attività di assistenza sociale si è dedicata, a partire dagli anni ottanta, alla narrativa fantastica. Ha scritto sotto vari pseudonimi, come A. J. Orde, E. E. Horlak e B. J. Oliphant. Il suo primo lavoro fu pubblicato sotto il nome di Sheri S. Eberhart.
Dopo aver pubblicato alcuni romanzi fantasy diretti ad un pubblico giovanile, nel 1987 porta a termine il suo primo progetto ambizioso, il dittico Le torri del dominio (The Awakeners), formato da North Shore e South Shore.
Seguono Cronache del dopoguerra (The Gate to Women's Country) (1988) e soprattutto Pianeta di caccia (Grass) (1989), dà inizio ad una trilogia ed entra nella cinquina dei candidati al Premio Hugo per il miglior romanzo.
Nel 1991 pubblica il romanzo eco-femminista Beauty, per il quale vince il Locus award come migliore romanzo fantasy.
Con gli pseudonimi A. J. Orde e B. J. Oliphant ha scritto negli anni novanta due serie di gialli.



Citazioni di Sheri S. Tepper.

Il motivo per cui preferisco la fantascienza o la narrativa speculativa è perché riesce a gettare nuova luce sulla condizione umana. [...] Proiettare la nostra condizione cento o cinquecento anni nel futuro, introducendo qualche elemento strano ed esotico, significa gettarvi sopra un fascio di luce, cosicché è possibile osservarla più chiaramente di quanto di possa fare oggi, descrivendola in maniera altrimenti impossibile, pur rimanendo vicini alla realtà del mondo odierno. (Sheri S. Tepper: Autoritratto)


A tredici anni, avevo già letto la Bibbia da cima a fondo cinque o sei volte. Era come leggere fantasy, perché lì veniva descritto un altro mondo e un altro sistema di pensiero che mi era del tutto estraneo. (Sheri S. Tepper: Autoritratto)

Non sono atea e non sarei affatto sorpresa di scoprire che vi sia stata una Causa Prima o un'intelligenza guida nell'universo, ma se anche così fosse, è fondamentalmente inconoscibile. Nessun visionario sulla Terra è in grado di fornirmi una descrizione accurata di questa entità o spiegarmi che cosa vuole che io faccia, perché se mi trovo qui per uno scopo, be', vorrei scoprirlo personalmente. Tutti i miei libri parlano di questo tema fondamentale, cioè parlano di religione, di gente che cerca la propria strada. (Sheri S. Tepper: Autoritratto)


martedì 15 luglio 2014

15 LUGLIO: NASCE LARRY COHEN


Auguri a Larry Cohen, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato il 15 luglio 1941 a Kingston, una piccola città vicino New York.
Si trasferì insieme alla famiglia e al fratello Ronni nel Bronx e si laureò nel 1963 al City College of New York.
Iniziò quindi a scrivere sceneggiature per la televisione, collaborando a serie televisive quali Gli invasori e Il fuggiasco. Scrisse anche dei racconti, quindi nel 1972 debuttò nella regia cinematografica dirigendo la commedia Bone.
Successivamente fu convocato dal produttore Samuel Z. Arkoff, presidente dell'American International Pictures, una casa di produzione cinematografica specializzata in film di genere, che gli propose di girare un film appartenente alla blaxploitation. Cohen accettò la proposta e diresse nel 1973 contemporaneamente due film d'azione: Black Caesar - Il Padrino nero e il sequel Hell Up in Harlem.
Soprattutto Black Caesar fu un grande successo commerciale, ma Cohen cambiò genere e diresse nel 1974 l'horror Baby Killer, divenuto il suo film più celebre, che dietro alle convenzioni del genere nasconde una cupa riflessione sul sesso, sull'aborto e sulla famiglia statunitense. Il film divenne presto un cult movie e generò due sequel, diretti entrambi da Cohen: It's Alive Again (1978) e Baby Killer III (1987).
Nel 1976 Cohen girò l'horror God Told Me To, una riflessione sulla religione, che fu distribuito dalla New World, casa di produzione controllata da Roger Corman. La pellicola andò incontro ad alcuni problemi inerenti al suo contenuto provocatorio. Dopo aver diretto nel 1982 il film di fantascienza Il serpente alato, Cohen diresse nel 1985 l'horror ironico The Stuff - Il gelato che uccide, incentrato su un gelato che prende vita e consuma le persone.
Nel 1996 Cohen tornò a dirigere un film blaxploitation, intitolato Original Gangstas, interpretato da star del genere quali Fred Williamson, Pam Grier, Richard Roundtree e Ron O'Neal. Si dedicò quindi alle sceneggiature, scrivendo film quali In linea con l'assassino e Cellular, tornando alla regia cinematografica nel 2004, con il documentario Air Force One: The Final Mission. Nel 2006 diresse un episodio della serie televisiva Masters of Horror, intitolato Strada per la morte.
In veste di sceneggiatore Cohen ha scritto film quali Ultracorpi - L'invasione continua, diretto da Abel Ferrara nel 1993, e i tre film della serie Maniac Cop.


domenica 13 luglio 2014

13 LUGLIO:AUGURI A CATHERINE BREILLAT


Auguri a Catherine Breillat, regista, sceneggiatrice e scrittrice francese, nata a Bressuire, il 13 luglio 1948.
A 17 anni pubblica il suo primo romanzo, L'homme facile (1965), mentre nel 1972 interpreta Mouchette in Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci. Abbandonata presto la carriera d’attrice, si dedica alla stesura di sceneggiature per Maurice Pialat (Police, 1985), collabora con Liliana Cavani alla sceneggiatura de La pelle (1981), con Federico Fellini per E la nave va (1983), ed è assistente al montaggio di Marco Bellocchio per Gli occhi, la bocca (1982). Nel 1976 debutta alla regia con L’adolescente che adatta un suo romanzo, Le soupirail, di cui cura anche la colonna sonora, così come farà in seguito per A mia sorella! (2000).
L’intera filmografia di Catherine Breillat può essere considerata un continuo rimando al capolavoro di Nagisa Oshima L’impero dei sensi (1976), ma anche ad autori quali Georges Bataille e Jacques Lacan. La tematica dello sguardo infatti, diretto o mediato, e di conseguenza del voyeurismo, è sempre presente nel suo cinema, così come la trasgressione che va al di là della pura e semplice provocazione, per diventare uno strumento di liberazione e purificazione. Fra i suoi lavori, vanno ricordati anche Romance (1999), Sex is comedy (2002), Pornocrazia (2003) e infine Une vieille maîtresse (2006), presentato in concorso al 60° Festival di Cannes, e ispirato a un romanzo di Jules Barbey d'Aurevilly.
Barbe Bleue è del 2009, dove reinterpreta la celebra fiaba, mentre nel 2010 esce La Belle endormie, dove si rivede la fiaba della Bella Addormentata.
La Breillat è conosciuta per i suoi film incentrati sui temi della sessualità e sui conflitti e le rivalità tra i sessi, temi che compaiono anche nei suoi romanzi. La Breillat è stata oggetto di polemiche per la sua esplicita rappresentazione della sessualità e della violenza. In un'intervista a Senses of Cinema, ha descritto David Cronenberg come un altro regista che aveva il medesimo approccio con la sessualità nei suoi film.
Il suo lavoro è stato associato con la tendenza denominata New French Extremity.

 

sabato 12 luglio 2014

12 LUGLIO 1880: NASCE TOD BROWNING


Tod Browning, pseudonimo di Charles Albert Browning, Jr., è stato un regista, attore, sceneggiatore, produttore cinematografico statunitense.
Nasce a Louisville, nel Kentucky, il 12 luglio 1880, secondo figlio di Charles a Lydia Browning. Di famiglia
benestante, da ragazzo allestisce spettacoli amatoriali nel cortile sul retro di casa. È affascinato dal circo e dalla vita carnevalesca, all'età di 16 anni scappa di casa per diventare un artista di strada.
Cambiato il suo nome in "Tod", viaggia in lungo e in largo con baracconi, carnevali e circhi, esperienza che influenzerà molto il suo lavoro di cineasta.
Successivamente recita nel vaudeville come attore, illusionista, ballerino, etc.
Mentre sta lavorando a New York come regista di spettacoli teatrali, incontra il celebre regista cinematografico D. W. Griffith. Browning comincia così a lavorare come attore in alcuni brevi film muti, realizzati da Griffith per la Biograph company.
Nel 1913 Griffith lascia la Biograph e si sposta in California. Browning lo segue, continuando a lavorare nei suoi film, stavolta prodotti dai Reliance-Majestic Studios, tra cui il celebre kolossal epico Intolerance (1916), in cui appare brevemente come comparsa. È proprio durante questo periodo che si avvicinò per la prima volta alla regia, realizzando qualche pellicola, sempre per la Reliance-Majestic.
Nel giugno del 1915 si schianta con la sua automobile contro un treno in corsa. Accanto a lui in macchina c'erano gli attori Elmer Booth e George A. Seigmann. Booth rimane ucciso, mentre Seigmann e Browning riportano poche ma gravi lesioni, inclusa una grave frattura alla gamba destra di Browning. Durante la convalescenza Browning passa il tempo scrivendo sceneggiature, e non tornerà a lavorare nel cinema prima del 1917.
Il debutto di Browning con un lungometraggio avviene con Jim Bludso (1917), la storia del capitano di una nave che si sacrifica per salvare i passeggeri da un incendio. Sarà ben accolto.
Nel 1917 Browning si sposta a New York, dove dirigerà due film per i Metro Studios: Peggy, the Will O' the WispThe Jury of Fate. L'anno seguente torna in California, dove dirigerà altri due film per la Metro, The Eyes of Mystery e Revenge.
Nell'estate del 1918 il regista lascia la Metro e si unisce alla Bluebird Productions, una filiale della Universal
Pictures, dove avrebbe conosciuto il brillante produttore Irving Thalberg. Thalberg accoppia Browning con Lon Chaney, Sr. per la prima volta nel film La bestia nera (1919), un melodramma in cui Chaney interpreta un ladro che instrada alla malavita una povera ragazzina.
La morte del padre fa entrare Browning in depressione, che lo spingerà a buttarsi nell'alcool. Viene licenziato dalla Universal e lasciato da sua moglie. Fortunatamente riuscirà a recuperare il rapporto con sua moglie, e si fa assumere dalla Metro Goldwyn Mayer. Il primo film che produce per la MGM, The Day of Faith, è un discreto successo, che lo fa tornare in vetta.
Thalberg, adesso produttore per la MGM, riunisce Browning e Lon Chaney in The Unholy Three (1925), la storia di tre circensi che inventano un piano per derubare gioielli usando dei travestimenti. L'esperienza di Browning col circo traspare nel suo comprensivo ritratto di questi "antieroi". La pellicola ottiene un così grande successo di pubblico e di critica, tanto che ne sarebbe stato fatto un remake nel 1930, come primo (e unico) film sonoro di Lon Chaney.
Browning e Chaney si imbarcano in una serie di fortunate collaborazioni, inclusi The Blackbird e The Road to Mandalay. Lo sconosciuto (The Unknown) (1927) è una toccante storia di amore e di "fenomeni da circo", che può essere considerato un precursore di Freaks. La loro ultima collaborazione sarà Vendetta d'oriente (Where East is East) (1929), di cui oggi rimangono solo alcuni negativi. Il primo film sonoro di Browning è The Thirteenth Chair (1929), con Bela Lugosi, distribuito anche in versione muta.
Dopo la morte di Chaney nel 1930, Browning viene scritturato dalla Universal Pictures per dirigere Dracula (1931), capolavoro del cinema horror. Nonostante Browning avesse voluto uno sconosciuto attore europeo per il ruolo del protagonista, le restrizioni del budget e l'interferenza dello Studio lo costringono a rivolgersi a un attore più noto, l'ungherese Bela Lugosi. Nonostante oggi il film sia ritenuto un "classico", alla sua uscita la Universal non è soddisfatta, anche se al botteghino ottiene buone accoglienze.
Tornato alla MGM, dopo aver diretto un melodramma sulla boxe, L'uomo d'acciaio (The Iron Man) (1931), comincia a lavorare sul suo capolavoro, Freaks (1932). Basato su un soggetto dello stesso sceneggiatore di The Unholy Three, il film comprende il bizzarro triangolo amoroso tra un nano danaroso, un'attraente e avida trapezista e un rude e forzuto circense, una storia di omicidio, e un patto di vendetta tra il nano e i suoi amici "freaks". Il film, una cruda e al contempo toccante allegoria sul tema del "diverso", causa molto scalpore, portando addirittura al taglio di alcune scene, considerate "inquietanti", che riprendono i "freaks", che lo stesso Browning aveva preso da un vero circo. Il film è un flop al botteghino, e danneggerà notevolmente la carriera del suo regista.
Dopo essersi ripreso dagli attacchi e dai problemi causati da Freaks, Browning dirige una serie di scialbi
melodrammi e film orrorifici. Nel 1936 torna al successo dirigendo un film a metà tra l'horror e la fantascienza, La bambola del diavolo (The Devil Doll).
Il suo ultimo film è il giallo Miracles for Sale (1939).
Nel 1942 lascia il cinema e si ritira a Malibù.  Alla fine degli anni cinquanta siammala di cancro alla gola e viene operato. Alla morte del fratello, nel 1959, partecipa al funerale in una stanza privata, non lasciandosi avvicinare nemmeno dai familiari. Verrà trovato morto nel bagno della sua abitazione da alcuni amici il 6 ottobre 1962.


12 LUGLIO 1884: NASCE AMEDEO MODIGLIANI


Amedeo Clemente Modigliani,pittore e scultore italiano, nasce a Livorno, il 12 luglio 1884, ultimo di quattro
figli, da padre italiano nativo di Roma, Flaminio Modigliani, e da madre francese nativa di Marsiglia, Eugénie Garsin. Quando venne alla luce, la famiglia stava attraversando un grave dissesto economico poiché l'impresa del padre, costituita da alcune società agricole e minerarie in Sardegna, era in bancarotta.
Fu soprattutto l'intraprendenza della madre a impedire il tracollo economico della famiglia grazie ai ricavi provenienti dalla scuola materna ed elementare da lei fondata, dalle lezioni private e dall'attività di traduttrice e critica letteraria. Inoltre, si preoccupò personalmente dell'istruzione dei figli e in particolare di Amedeo che, essendo quello più fragile, era forse il suo preferito.
Fin dall'adolescenza Amedeo fu infatti afflitto da problemi di salute: dapprima una febbre tifoide, contratta all'età di 14 anni, quindi l'esordio della tubercolosi due anni dopo, una forma così grave da costringere il giovane Amedeo ad abbandonare gli studi e ad effettuare alcuni soggiorni a Capri, dai quali trasse un discreto giovamento. La famiglia di Modigliani soffriva di una storia di depressione, che colpì anche lui e alcuni dei suoi fratelli, che condivisero la sua stessa natura testarda e indipendente.
Costretto spesso in casa per via della salute assai cagionevole, Modigliani sin da piccolo mostrò una grande passione per il disegno; durante un violento attacco causato dalla tubercolosi, riuscì a strappare alla madre la promessa di poter andare a lavorare nello studio di Guglielmo Micheli, uno dei pittori più in vista di Livorno, da cui apprenderà le prime nozioni pittoriche, e dove conoscerà, nel 1898, Fattori. Modigliani sarà così influenzato dal movimento dei Macchiaioli, in particolare dal Fattori stesso e da Silvestro Lega.
Nel 1902 Amedeo Modigliani s'iscrisse alla "Scuola libera di Nudo" di Firenze e un anno dopo si spostò a Venezia, dove frequentò l' "Istituto per le Belle Arti di Venezia". È in questa città che Amedeo provò per la prima volta la mariujana e, piuttosto che studiare, prese a frequentare i quartieri più disagiati della città. Nel 1906 Modigliani si trasferì a Parigi, che all'epoca era il punto focale dell'avant-garde, sistematosi a Le
Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre, fu ben presto occupato dalla pittura, inizialmente influenzato dal lavoro di Henri de Toulouse-Lautrec, finché Paul Cézanne cambiò le sue idee. Modigliani sviluppò uno stile unico, l'originalità di un genio creativo, che era contemporaneo del movimento artistico dei cubisti, ma di cui non fece mai parte.
Modigliani si era inizialmente pensato come scultore più che come pittore e iniziò a scolpire seriamente dopo che Paul Guillaume, un giovane e ambizioso mercante d'arte, s'interessò al suo lavoro sulla scultura africana, a Parigi lo presentò a Constantin Brâncuşi e poco dopo a Picasso. A causa delle polveri generate dalla scultura, la sua tubercolosi peggiorava; abbandonò quindi la scultura, prima quella della pietra calcarea e poi anche quella del legno, e si concentrò unicamente sulla pittura.
Tra le personalità ritratte da Modigliani si ricordano il pittore Chaim Soutine, suo amico e anche lui forte bevitore, Beatrice Hastings, una scrittrice e giornalista inglese alla quale rimase legato sentimentalmente per due anni, e molti colleghi artisti che frequentavano in quel tempo Montparnasse, come Moise Kisling, Pablo Picasso, Diego Rivera, Juan Gris, Max Jacob; e i giovani scrittori Blaise Cendrars e Jean Cocteau. Un altro pittore suo grande amico, nonostante le liti frequenti, fu Maurice Utrillo che visse gli stessi problemi di alcolismo che caratterizzarono la vita di Amedeo.
Il 3 dicembre 1917 si tenne alla Gallerie Berthe Weil la prima mostra personale di Modigliani. Il capo della polizia di Parigi rimase scandalizzato per l'immoralità dei nudi di Modigliani in vetrina, e lo costrinse a chiudere la mostra a poche ore dalla sua apertura. Quello stesso anno, Modigliani ricevette una
lettera da una ex-amante, Simone Thiroux, una ragazza franco-canadese, che lo informò di essere di ritorno in Canada e di aver dato alla luce un figlio, avuto da lui. Modigliani non riconobbe mai il bambino come suo, mentre trovò il grande, vero amore, in Jeanne Hébuterne, una pittrice in erba, con la quale si trasferì in Provenza, dopo che lei era rimasta incinta: il 29 novembre 1918 ella diede alla luce una bambina, che venne anch'essa battezzata Jeanne.
Mentre era a Nizza, Léopold Zborowski si prodigò per aiutare lui, Tsuguharu Foujita e altri artisti, cercando di vendere i loro lavori ai ricchi turisti. Modigliani riuscì a vendere solo qualche quadro e per pochi franchi ciascuno.
Nonostante ciò, fu proprio questo il periodo in cui egli produsse la gran parte dei dipinti, che sarebbero diventati i suoi più popolari e di maggior valore.
I finanziamenti che Modigliani riceveva svanivano rapidamente in droghe e alcool. Nel maggio del 1919 fece ritorno  a Parigi dove, assieme a Jeanne e alla loro figlia, affittò un appartamento in Rue de la Grande Chaumière. Mentre  vivevano lì, sia Jeanne che Modigliani dipinsero ritratti l'uno dell'altra e di tutti e due assieme. Anche se Modigliani  continuò a dipingere, la sua salute si stava deteriorando rapidamente.
I suoi blackout alcolici erano ormai sempre più frequenti. Una mattina del gennaio 1920 l'inquilino del piano sottostante controllò l'abitazione e trovò Modigliani delirante nel letto, attorniato da numerose scatolette
di sardine aperte e bottiglie vuote, mentre si aggrappava a Jeanne, che era quasi al nono mese della seconda gravidanza. Venne convocato un dottore, ma c'era ormai poco da fare, poiché Modigliani era in preda a
una meningite tubercolotica.
Ricoverato all'Hôpital de la Charité, in preda al delirio e circondato dagli amici più stretti e dalla straziata Jeanne, morì all'alba del 24 gennaio 1920.
Jeanne Hébuterne, che era stata portata nella casa dei suoi genitori ed era incinta del secondo figlio, all'indomani della morte di Amedeo si gettò da una finestra al quinto piano.
Modigliani venne sepolto nel cimitero di Père Lachaise nel primo pomeriggio del 27 gennaio. Jeanne Hébuterne fu tumulata il giorno dopo al cimitero parigino di Bagneux, vicino a Parigi, e fu solo nel 1930 che la sua amareggiata famiglia (che l'aveva fatta seppellire furtivamente per evitare ulteriori "scandali") concesse che le sue spoglie venissero messe a riposare accanto a quelle di Modigliani

12 LUGLIO 1876: NASCE MAX JACOB


Max Jacob, poeta, pittore, scrittore e critico francese, nasce a Quimper (Bretagna), il 12 luglio 1876.
Si iscrisse alla Scuola Coloniale di Parigi, che lasciò nel 1897 per la carriera artistica. Abitò su Boulevard Voltaire, dove divise l'appartamento con Pablo Picasso, che lo presentò a Guillaume Apollinaire, che lo introdusse a sua volta a Georges Braque. Sarebbe diventato stretto amico anche di Jean Cocteau, Christopher Wood e Amedeo Modigliani.
Conobbe ed incoraggiò anche l'artista Romanin, noto altrimenti come Jean Moulin, politico francese e futuro leader della resistenza all'invasione nazista.
Jacob, di origini ebraiche, sostenne di aver avuto una visione di Cristo nel 1909, motivo per cui si convertì al cattolicesimo. Tuttavia, nonostante le sue speranze, la sua nuova religione non riuscì a liberarlo dai suoi desideri omosessuali.
Noto comunque per il suo grave alcolismo, Jacob disse poi di essersi unito alla comunità artistica di Montparnasse per "peccare disgraziatamente".
Per un periodo, ebbe come segretario-amante Maurice Sachs, che aiutò nella sua carriera.
L'opera di Max Jacob è considerata un collegamento tra il simbolismo e il surrealismo, come si può facilmente comprendere dalla sua poesia in prosa
I suoi scritti comprendono anche il romanzo Saint Matorel (1911), le poesie Le laboratoire central (1921), e Le défense de Tartufe (1919), nel quale espone le sue convinzioni filosofiche e religiose.
Fu costretto a trasferirsi a Saint-Benoît-sur-Loire, dove si nascose durante l'occupazione del territorio francese da  parte della Germania nel corso della seconda guerra mondiale. Il fratello di Jacob, a causa delle origini ebraiche, fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. Successivamente anche la sorella Mirthé-Léa ed il marito furono deportati ed uccisi dai nazisti.
Il 24 febbraio del 1944 anche Max Jacob fu arrestato dalla Gestapo e recluso nella prigione di Orléans. Fu poi trasferito nel campo di Drancy, in attesa del trasferimento in un campo di concentramento tedesco. Tale
trasferimento non avvenne perché, a causa di una malattia, forse una broncopolmonite, Max Jacob morì nel campo di Drancy il 5 marzo 1944.


Citazioni di Max Jacob.

Chi ha compreso una volta che cosa sia veramente il bello si è guastato per il futuro tutte le gioie che l'arte gli poteva dare. (da Art poétique)

Si nasce con un capolavoro dentro di sé, lo si manca per averlo voluto. (da Histoires littéraires)

Un vecchio non ha più vizi, sono i vizi che hanno lui. (da Le cornet à dés)

venerdì 11 luglio 2014

11 LUGLIO: AUGURI A TOM HOLLAND


Auguri a Tom Holland, regista, sceneggiatore e attore statunitense, nato a Poughkeepsie (New York) l'11 luglio 1943.
Il suo esordio avviene con il film Ammazzavampiri, poi dirigerà un episodio di Storie incredibili la serie televisiva prodotta da Steven Spielberg.
In seguito, dopo la commedia Fatal Beauty con Whoopi Goldberg, dirige l'horror La bambola assassina che avrà un incredibile successo, tanto che lo sceneggiatore Don Mancini e il produttore David Kirschner decideranno di dare vita a ben 4 sequel e verrà realizzato un remake.
Holland poi gira un film per la televisione intitolato Uno sconosciuto alla porta, un thriller interpretato nuovamente da Chris Sarandon (l'ispettore de La bambola assassina) e candidato al Golden Globe per la migliore interpretazione di un attore in un film televisivo (Rick Schroder). Nel 1991 assieme a Richard Donner gira un altro thriller per la TV intitolato Incubi che vedrà tra gli attori anche Brad Pitt.
Ha diretto anche tre episodi di Racconti di mezzanotte. Tra gli ultimi suoi film: Maledetta ambizione, I Langolieri, L'occhio del male e degli episodi di Masters of Horror.
Ha curato la sceneggiatura di Psycho II.


giovedì 10 luglio 2014


Giorgio de Chirico,  pittore e scrittore italiano, principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica, nasce a Vòlo, in Grecia, il 10 luglio 1888 da benestanti genitori italiani: il padre, Evaristo de Chirico, era un ingegnere ferroviario palermitano, la madre, Gemma Cervetto, era una ricca donna genovese. Nel 1891 ad Atene nasce il fratello Andrea Alberto, che assumerà dal 1914 lo pseudonimo di Alberto Savinio per la sua attività di musicista, letterato e pittore. Giorgio si iscrisse al Politecnico di Atene per intraprendere lo studio della pittura, studio che continuerà all'Accademia di belle arti di Firenze ed infine dal 1906 all'Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera. In questo periodo conobbe la pittura di Arnold Böcklin e dei simbolisti tedeschi.
Nell'estate del 1909 si trasferì a Milano dove rimase sei mesi, all'inizio del 1910, si recò a Firenze dove dipinse la sua prima piazza metafisica, l'Enigma di un pomeriggio d'autunno, nato dopo una visione che ebbe in Piazza Santa Croce. Nel 1911 de Chirico raggiunge il fratello Alberto a Parigi dove conosce i principali artisti dell'epoca, comincia quindi a dipingere quadri con uno stile più sicuro. Subisce l’influenza di Gauguin da cui prendono forma le prime rappresentazioni delle piazze d’Italia.
Tra il 1912 e il 1913 la sua fama si propaga, anche se ancora non ottiene un adeguato successo economico. In questo periodo comincia a dipingere i suoi primi manichini. Negli anni parigini, Giorgio dipinge alcune delle opere pittoriche fondamentali per il ventesimo secolo. Allo scoppio della prima guerra mondiale i fratelli de Chirico si arruolano volontari e vengono inviati a Ferrara.  Giorgio rinnova la propria pittura, non dipinge più grandi piazze assolate ma nature morte con simboli geometrici, biscotti e pani.
Negli anni Cinquanta la sua pittura è caratterizzata da autoritratti in costume di tipo barocco e dalle vedute di Venezia. Muore a Roma il 20 novembre del 1978 al termine di una lunga malattia.


lunedì 7 luglio 2014

7 LUGLIO: AUGURI A JEFFREY VANDERMEER


Auguri a Jeffrey Scott VanderMeer, scrittore statunitense di  fantasy e alla fantascienza,  noto in particolare per il sottogenere New Weird, di cui ha coniato la prima definizione ufficiale.
È nato a Bellefonte, in Pennsylvania, 7 luglio 1968, ma ha trascorso la maggior parte della sua infanzia nelle Isole Figi, dove i genitori lavoravano per i Corpi di pace. Questa esperienza, insieme al viaggio di ritorno verso gli Stati Uniti attraverso attraverso l'Asia, l'Africa e l'Europa, lo ha influenzato profondamente.
Nel 2003 ha sposato Ann Kennedy, all'epoca redattrice per la Buzzcity Press e per la rivista The Silver Web. Al momento Ann VanderMeer lavora come redattrice per la rivista Weird Tales. I VanderMeer vivono a Tallahassee in Florida.
VanderMeer è l'autore del best-seller City of Saints and Madmen, ambientato nella città immaginaria di Ambergris, e di altri romanzi pubblicati da Bantam, Tor e Pan Macmillan. Ha vinto due World Fantasy Awards e più di recente il premio Le Cagard cosmique in Francia e il Tähtifantasia Award in Finlandia, entrambi per City of Saints. È stato anche finalista in concorsi quali Hugo Award, Bram Stoker Award, IHG Award e Philip K. Dick Award.
Veniss Underground e Shriek: An Afterword sono stati tra i libri migliori dell'anno nelle classifiche di Amazon, The Austin Chronicle, The San Francisco Chronicle e Publishers Weekly. Sia i suoi libri che i suoi racconti sono stati tradotti in più di venti lingue. The Thackery T. Lambshead Pocket Guide to Eccentric & Discredited Diseases potrebbe essere la sua raccolta di racconti più famosa, è considerata un cult e tuttora viene ristampata insieme alla serie Leviathan.
Le recensioni e i saggi di VanderMeer sono stati pubblicati sul Washington Post, sul Publishers Weekly e su molti altri giornali. Ha una rubrica sulla sezione del blog di Amazon dedicata ai libri e alla cultura.
Ultimamente VanderMeer ha cominciato a sperimentare in altri media: ha girato un film basato sul suo romanzo Shriek con la colonna sonora della rock band The Church, e dal suo racconto A New Face in Hell Joel Veitch ha realizzato una versione animata per la Playstation.
L'ultimo romanzo della saga di Ambergris, Finch, è stato nominato all'edizione del 2009 del Premio Nebula nella categoria "miglior romanzo". Per questo libro VanderMeer ha contattato la rock band Murder By Death per una colonna sonora da vendere con un'edizione limitata, rilasciata a ottobre 2009.