domenica 25 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Susan Hill

Susan Hill è l'autrice di un romanzo considerato un classico della letteratura gotica, pur essendo stato pubblicato nel 1983.
Si tratta di La donna in nero (The Woman in Black), una storia di fantasmi immersa in un'atmosfera vittoriana, che presenta elementi tipici della letteratura gotica, come il villaggio dannato e la maledizione di una famiglia, non si tratta di una trama macabra, né raccapricciante, l'inquietudine è basata sulle atmosfere suggestive e sui luoghi tetri descritti.


Susan Hill nasce il  5 febbraio 1942 a Scarborough, North Yorkshire (Regno Unito).
Frequentò la Scarborough Convent School, dove s'interessò al teatro e alla letteratura. La famiglia lasciò Scarborough nel 1958 e si trasferì a Coventry. La Hill frequentò la scuola femminile Barr's Hill e si laureò in Inglese al King's College di Londra. Nel frattempo scrisse e pubblicò il suo primo romanzo, The Enclosure, l'opera fu criticata dal Daily Mail per  il suo contenuto ritenuto troppo sessualmente esplicito per una studentessa.
Gentleman and Ladies fu pubblicato nel 1968, seguito da A Change for the Better,  I'm the King of the Castle, The Albatross and other stories, Strange Meeting, The Bird of Night, A Bit of Singing and Dancing  e In the Springtime of the Year, tutti scritti e pubblicati tra il 1968 e il 1974.
Le sue opere privilegiano il genere gotico, compreso il suo romanzo più celebre, The Woman in Black, pubblicato nel 1983. Le sue fonti d'ispirazione sono le opere di Montague Rhodes James e Daphne du Maurier. Un'altra ghost story da lei scritta è  The Mist in the Mirror (1992) e il sequel to di Rebecca della du Maurier intitolato Mrs. De Winter (1993).
Da The Woman in Black è stata tratta l'omonima pièce teatrale che ha avuto il suo debutto nel 1987 a Scarborough, Regno Unito.
Nel 1989 c'è stato un primo adattamento cinematografico con il film The Woman in Black e successivamente, il 3 febbraio 2012, è uscito il remake omonimo con protagonista Daniel Radcliffe.

domenica 11 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Anne Rice

Anne Rice, con le sue Cronache dei Vampiri, ha rivisitato il genere gotico spostando il punto di vista sul villain, il mostro, il diverso e l'alienato.
Il suo stile decadente e raffinato, unisce le tematiche horror con riflessioni filosofiche.
Dopo anni di ateismo e ritornata alla fede cattolica scrivendo libri sulla vita di Gesù, sconfessando il proprio passato gotico, ma nel 2010, con un post su Facebook, ha annunciato una presa di distanza dalla Chiesa cattolica, pur rimanendo credente, affermando:

« È semplicemente impossibile per me di "appartenere" a questo rissoso, ostile, polemico, e meritatamente famigerato gruppo. Per dieci anni ho provato. Ho fallito. Sono un'esterna. La mia coscienza non mi consentiva nient'altro. (…) Sono fuori. Nel nome di Cristo, mi rifiuto di essere anti-gay. Mi rifiuto di essere anti-femminista. Mi rifiuto di essere contro il controllo delle nascite. Mi rifiuto di essere anti-democratica. Mi rifiuto di essere contro l'umanesimo laico. Mi rifiuto di essere contro la scienza. Mi rifiuto di essere contro la vita. (...) La mia conversione da atea pessimista, persa in un mondo che non capivo, a ottimista credente in un universo creato e sostenuto da un Dio amorevole è fondamentale per me. Ma seguire Cristo non significa seguire i suoi seguaci. Cristo è infinitamente più importante della cristianità e lo sarà sempre, non importa ciò che il cristianesimo è, è stato, o può diventare. »

Recentemente è tornata a scrivere horror, infatti nel 2012 e nel 2013 ha pubblicato 2 libri della serie Le Cronache del Dono del Lupo, The Wolf Gift e The Wolves of Midwinter, sui lupi mannari.
Nel 2014 torna alle Cronache dei Vampiri con Prince Lestat, incentrato sul protagonista più celebre della serie.
Dal primo libro delle Cronache dei Vampiri, Intervista col vampiro, è stato tratto il celebre film di Neil Jordan.
Ha venduto 100 milioni di copie divenendo una delle autrici horror di maggior successo della storia moderna.




Anne Rice nasce a New Orleans, il 4 ottobre 1941, da una famiglia cattolica.
Ha passato la maggior parte della sua giovinezza a New Orleans (Louisiana), città in cui sono ambientati molti suoi romanzi.
Cominciò a mettere in discussione la propria fede cattolica nel periodo dell'adolescenza. Dopo la morte della madre Katherine per alcolismo, avvenuta quando Anne aveva 15 anni, la famiglia si trasferì a Richardson, nel Texas, una periferia di Dallas.
Nel 1961 sposa il poeta Stan Rice (prematuramente morto di cancro nel 2002) ed è a lui che si deve l'ispirazione per la creazione del suo personaggio più celebre, il vampiro Lestat de Lioncourt. Nel 1966 ha una figlia, Michelle, che morirà di leucemia solo 5 anni dopo. Nel 1978 nasce il loro secondo figlio, Christopher Travis Rice, conosciuto come scrittore per romanzi come A Density of Souls e The Snow Garden.
Con lo pseudonimo di Anne Rampling ha scritto Exit to Eden e Belinda; come A. N. Roquelaure ha pubblicato The Beauty Series (una serie di romanzi erotici).
Oltre alle Cronache dei vampiri ha pubblicato anche La saga delle streghe Mayfair e quella di The Life of Christ.
L'ultimo suo libro è Il Principe Lestat (2014).




martedì 6 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Margaret Atwood

Margaret Atwood è una delle esponenti più importanti del Southern Ontario Gothic, un sottogenere della letteratura gotica che affronta temi come la follia, la violenza, la demolizione degli stereotipi, aggiungendo spesso elementi tipici del realismo magico o del soprannaturale.
In particolare la Atwood affronta il tema della persecuzione e della oppressione di personaggi femminili in scenari moderni.
Con "Lady Oracle" realizza una riscrittura e parodia del romanzo gotico, le sue eroine rifiutano di vedersi come vittime, superando le avversità a cui sono sottoposte.
Con “Il racconto dell'ancella” affronta il genere distopico trasformando lo stereotipo della fanciulla prigioniera di un villain.
In tutte le sue opere quindi l'autrice riprende e stravolge gli elementi tipici della letteratura gotica dando loro nuovi significati e attualizzandoli.



Secondogenita di tre fratelli, per via del padre, entomologo di professione, Margaret Eleanor Atwood trascorre molto tempo nei boschi. Si appassiona alla lettura da bambina, e nonostante frequenti assiduamente la scuola solo dopo aver compiuto gli undici anni d'età, divora già libri di una certa portata, oltre a poesie, racconti, e fiabe di ogni genere. La prima volta che la sua immaginazione finisce per iscritto, Margaret ha solo sei anni; a dieci sa già cosa vuole fare da grande. Si diploma nel 1957 e nel '61 si laurea con lode in arte, filosofia, e lingua inglese. Le sue prime poesie hanno già ottenuto diversi premi, ma non saranno certo gli unici. Nel corso della sua carriera infatti, la scrittrice canadese ha collezionato un numero tale di riconoscimenti da essere considerata l'autrice di fantascienza e narrativa più premiata in assoluto. Con “L'assassino cieco”, nel 2000 vince prima il Booker Prize, poi i due prestigiosissimi “Premi del Governatore Generale” ottenuti con “the Circle Game” e “Il racconto dell'ancella”. All'interno dei suoi lavori manifesta una costante preoccupazione per il crescente degrado della cultura e dalla politica occidentale, non senza punte di ottimismo. Tra le opere che l'hanno resa celebre si ricordano anche “La donna da mangiare”, il più recente “L'anno del Diluvio” e raccolte di racconti e poesie come “Good Bones” e “The Door”. E' attiva anche in difesa del femminismo e dell'ambiente.


Incipit di Il racconto dell'Ancella

Si dormiva in quella che un tempo era la palestra. L'impiantito era di legno verniciato, con strisce e cerchi dipinti, per i giochi che vi si effettuavano in passato; i cerchi di ferro per il basket erano ancora appesi al muro, ma le reticelle erano scomparse. Una balconata per gli spettatori correva tutt'attorno allo stanzone, e mi pareva di sentire, vago come l'aleggiare di un'immagine, l'odore acre di sudore misto alla traccia dolciastra della gomma da masticare e del profumo che veniva dalle ragazze che stavano a guardare, con le gonne di panno che avevo visto nelle fotografie, poi in minigonna, poi in pantaloni, con un orecchino solo e i capelli a ciocche rigide, puntute e striate di verde. C'erano state feste da ballo; la musica indugiava, in un sovrapporsi di suoni inauditi, stile su stile, un sottofondo di tamburi, un lamento sconsolato, ghirlande di fiori di carta velina, diavoli di cartone e un ballo ruotante di specchi, a spolverare i ballerini di una neve lucente.
Sesso, solitudine, attesa di qualcosa senza forma né nome.

lunedì 5 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Joyce Carol Oates

Joyce Carol Oates, considerata una delle figure più rilevanti della narrativa americana contemporanea, nella sua produzione ha affrontato generi diversi, dal realismo sociale al neogotico.
Ritenuta anche una delle figure di spicco della letteratura gotica e horror contemporanea, ha vinto un  Bram Stoker Award per romanzo Zombie e un altro per la raccolta Black Dahlia and White Rose: Stories.
Pur essendo indiscutibilmente versatile ed eclettica nella scelta dei generi (oltre che sorprendentemente prolifica), si possono ritrovare dei temi ricorrenti nelle sue opere, come la violenza, l'ipocrisia e i drammi nascosti dietro la facciata perbenista borghese americana e la condizione femminile oppressa dalla società.



Joyce Carol Oates nasce Lockport nello stato di New York il 16 giugno del 1938.  Frequenta la Syracuse University e la University of Wisconsin dove conosce il suo futuro marito, Raymond Smith.
Nel 1977 inizia a lavorare come insegnante di scrittura creativa presso la University of  Princeton. Dal 1978 entra a far parte dell’Academy of Arts and Letters.
La sua carriera letteraria è costellata da numerosi riconoscimenti da parte della critica tra i quali dobbiamo ricordare la vittoria del National Book Award, del PEN/Malamud Award, del Prix Femina Etranger, del Common Wealth Award for Distinguished Service in Literature, del The Kenyon Review Award for Literary Achievement e del ChicagoTribune, Lifetime Achievement Award.
Il suo romanzo Per cosa ho vissuto è inoltre arrivato finalista al prestigioso Premio Pulitzer.
Tra le sue pubblicazioni dobbiamo ricordare Zombie (1996), Perché sono uomini (1998), Nel buio dell’America (1999), Figli randagi (2000), Un’educazione sentimentale (2001), Bestie (2002),  Acqua nera (2002), L’età di mezzo (2003) , Ragazze cattive (2004), Storie americane (2005), La ballata di John Reddy Heart (2005), Sexy (2006), Tu non mi conosci (2006), Una famiglia americana (2006), La madre che mi manca (2007), Sorella, mio unico amore (2009).

domenica 4 gennaio 2015

Libri e fusa presso la Sam Kee Book Company


Tutti gli amanti dei libri e dei gatti identificano il paradiso nel leggere un buon libro col proprio amico peloso e ronfante accoccolato vicino.
A Hong Kong ciò accade in uno spazio pubblico, la libreria Sam Kee Book Company divenuta anche il rifugio di vari gatti senza casa che vagavano nei pressi del negozio.
Lì essi sono nutriti, accuditi, hanno cucce comode, tiragraffi, giochi e le coccole di tutti i clienti, ricambiando con la loro giocosa, ronfante e pelosa presenza.
In questo modo la banda di micioni è diventata la principale attrazione della libreria, costituendo un esperimento di successo che sarebbe interessante imitare anche in Italia.






Fonte: http://www.messynessychic.com/2014/11/13/the-little-bookshop-that-takes-in-homeless-cats/

Le vere gothic ladies: Harper Lee

Un'altra importante esponente del Southern Gothic è Harper Lee, nota soprattutto per il romanzo Il buio oltre la siepeTo Kill a Mockingbird, 1960), per cui vinse il premio Pulitzer, un'opera dedicata al tema della segregazione razziale nel sud degli Stati Uniti, rappresenta un inno alla tolleranza.
Gli elementi tipicamente "southern gothic" presenti in  Il buio oltre la siepe sono: il timore per il diverso (in questo caso le persone di colore, ma non solo), un personaggio che, fino alla fine del romanzo, sembra quasi spettrale perché sconosciuto, quello cioè di Boo Radley, l'alienazione di alcuni personaggi rispetto alla maggioranza, alcuni eventi che, a prima vista, sembrano inquietanti e soprannaturali, finché non vengono spiegati.
L'autrice fu amica, fin dall'infanzia, di Truman Capote, tanto che un personaggio del suo romanzo, Dill, era ispirato a lui.


Nata in Alabama, figlia di un avvocato, ha tre fratelli.
Fu proprio l'amico Truman Capote a consigliarle di scrivere racconti. Lasciò il lavoro per scrivere il suo primo libro, Il buio oltre la siepe, che le diede la fama e per il quale si ispirò alla sua famiglia e agli ambienti della sua città.
Pubblicato nel 1960, il libro le valse il premio Pulitzer. Dal romanzo fu tratto, nel 1962, l'omonimo film, diretto da Robert Mulligan, prodotto da Alan J. Pakula e interpretato da Gregory Peck (nel ruolo di Atticus Finch), che venne premiato con 3 Oscar.
Il 5 novembre 2007 è stata premiata con la più alta onorificenza civile statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà, per il suo primo e più famoso romanzo che, secondo la motivazione del premio, "Ha influenzato il carattere del nostro paese in meglio. È stato un dono per il mondo intero. Come modello di buona scrittura e sensibilità umana questo libro verrà letto e studiato per sempre".


Incipit di Il buio oltre la siepe

Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all'epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a football, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po' più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo. Poi, quando di anni ne furono trascorsi tanto da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all'estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l'idea di far uscire di casa Boo Radley.

sabato 3 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Flannery O' Connor

Flannery O' Connor è una delle più significative rappresentanti del Southern gothic, accanto ad autori come William Faulkner, Truman Capote e Tennessee Williams. Secondo Fernanda Pivano, nella produzione letteraria di Flannery O’Connor “il grottesco e l’orrore, le due caratteristiche della cosiddetta “scuola gotica” degli scrittori del Sud, sono onnipresenti”.
Tutto ciò che caratterizza il gotico americano, la tragicommedia, il grottesco, il sangue e la disperazione, sono infatti elementi ricorrenti nelle sue opere, in cui il male più efferato viene controbilanciato da una sua demolizione attraverso una speranza anche nella più truce tragedia che nasceva dalla fede genuina che aveva accompagnato la travagliata e breve vita dell'autrice, senza mai scadere nel bigottismo.



Nata a Savannah, in Georgia, nel 1925, Flannery O'Connor si trasferisce a soli sette anni nella cittadina di Milledgeville, dove abiterà per tutta la vita. Nel 1947, sei anni dopo la morte del padre, lei e la madre ereditano una grande fattoria: è qui che la O'Connor mette su un allevamento di pavoni.
La passione per la scrittura comincia già all'epoca del college: presso la State University of Iowa Flannery frequenta corsi e laboratori di letteratura e comincia a inviare racconti alle riviste. È nel 1952 che pubblica il suo romanzo d'esordio, Wise Blood (La saggezza nel sangue), a cui faranno seguito una raccolta di racconti, A Good Man Is Hard to Find (1955) e un secondo romanzo, The Violent Bear It Away (Il cielo è dei violenti, 1960). Il successo è immediato: fra il '57 e il '65 tre suoi racconti vincono il prestigioso O'Henry Award, e viene spesso invitata a tenere corsi e conferenze nelle università del Sud degli Stati Uniti.
Il lupus eritematoso, la stessa malattia del sistema immunitario che aveva ucciso il padre, si manifesta per Flannery O'Connor nel 1950, a soli venticinque anni. Malgrado continue cure molto pesanti, che le fanno gonfiare il viso e perdere i capelli, e la costringono a camminare con le stampelle, le sue condizioni non miglioreranno mai. Nel 1964 le viene diagnosticato un tumore, che in concomitanza con la malattia è difficile da curare. Subisce un'operazione, ma poco dopo peggiora nuovamente, e muore il 4 agosto.
Dopo la sua morte è uscita una seconda antologia di racconti (Everything That Rises Must Converge, 1965) e, a cura di Robert e Sally Fitzgerald, due fra i suoi amici più cari, una raccolta di saggi, Mystery and Manners, nel 1969 e una di lettere, The Habit of Being (Sola a presidiare la fortezza), nel 1979.


Incipit di Il cielo è dei violenti

Lo zio di Francis Marion Tarwater era morto solo da mezza giornata quando il ragazzo si ubriacò troppo per finire la fossa, e un negro di nome Buford Munson, che era venuto a riempire una brocca, dovette terminare di scavarla e trascinarci il corpo, che era ancora seduto alla tavola della prima colazione, per dargli una sepoltura da cristiani, con le insegne del Salvatore sopra la testa e abbastanza terra perché i cani non lo scavassero fuori.