domenica 18 aprile 2010

MICHAEL CHEVAL E LE VIE DELL'ASSURDO


Michael Cheval è nato nel 1966 a Kotelnikovo, una piccola città a sud della Russia. È cresciuto in mezzo a pittori, pennelli, tele e cavalletti. Suo nonno, un artista e scultore di professione, ha inculcato l'amore di Michael per il disegno fin dalla più tenera età. A tre anni poteva già disegnare composizioni con complesse e multiple figure, illustrando le sue fantasie e impressioni.
Nel 1980, Michael e la sua famiglia si trasferirono in Germania. Questo nuovo luogo fece una grande impressione sul giovane artista. I musei e i castelli, le vie antiche e i meravigliosi paesaggi del sud della Germania definirono in modo permanente i gusti e le predilezioni di Michael. Sempre interessato alla storia e alla letteratura, Michael fu assorbito anche dalla musica. Mise su una band con cui si dedicò al rock 'n' roll per anni. Compose canzoni e scrisse poesie.
Dopo il diploma e aver servito l'esercito sovietico, Michael si recò a Nebit-Dag, una città del Turkmenistan nel mezzo del deserto Kara-Kum, vicino al confine iraniano.
Influenzato dalla filosofia orientale e dalle caratteristiche dell'Asia centrale, cominciò a la sua attività di artista professionista indipendente, volgendo il suo stile in una direzione surrealista. Michael ha collaborato con diversi teatri e case editrici di Nebit-Dag e Ashgabad. Nel 1992 si diplomò presso l'Accademia di Belle Arti di Ashgabad. Nel 1990, Michael ha avuto la sua primo mostra personale nel Museo Nazionale di Belle Arti del Turkmenistan. Ciò fu importante per un artista di 24 anni, perché trovò grande apprezzamento presso la comunità artistica della repubblica. Nel 1994, Michael si diresse in Russia e lavorò a Mosca come artista indipendente e illustratore per varie case editrici, inclusa la famosa Planeta.
La sua decisione d'immigrare nel 1997 negli USA diede inizio a una nuova epoca per l'artista. Era ritornata da quella cultura occidentale che lo aveva fortemente ispirato in gioventù, ma ora aveva portato con sé la propria esperienza, la sua filosofia e la visione. Nel 1998 divenne membro del prestigioso New York’s National Arts Club, dove nel 2000 si distinse con il Exhibition Committee Award all'esposizione annuale del club.
Dal 1998 Michael espone regolarmente in varie gallerie di New York. Dal 2002 è un membro della
Society for Art of Imagination (London, UK) e partecipa alle esposizioni annuali europee promosse dall'associazione.
Nel 2003 Michael è stato accettato alla famosa esposizione Brave Destiny, che si è tenuta al Williamsburg Art and Historical Center di Brooklyn. Tra i partecipanti c'erano anche noti artisti come H. R. Giger ed Ernst Fuchs. Dal 2001, Michael espone all' International Show, Art Expo, che si tiene annualmente nel Jacob K. Javits Convention Center a New York.
Nel 2006 i lavori di Michael sono stati accettati all'esposizione Feast of Imagination, presso il H.R. Giger Museum Gallery in Svizzera.
Nel 2008 è stato accettato come partecipante alla mostra Dreamscape 2009 ad Amsterdam e i suoi lavori sono stati pubblicati nel catalogo di Dreamscape, tra i cinquanta più famosi artisti surreali nel mondo.
Nel 2009 Michael Cheval è stato scelto come Best Of Worldwide Oil Artist dal Best Of Worldwide Artists Volume I Book Series (Kennedy Publishing, USA).
Il primo libro dedicato alle opere di Michael, Lullabies, è stato pubblicato nel 2003, in collaborazione con la Interart Gallery. Nel 2007 ha publicato il suo secondo libro, Nature of Absurdity, che ha definito il suo unico stile e la sua visione. L'assurdo è il punto di partenza delle sue creazioni. Michael identifica la sua arte col teatro dell'assurdo di Becket e Ionesco e con i film di Greenaway e Buñuel.


I tuoi quadri ci mostrano un mondo irreale ma, allo stesso tempo, ci suggeriscono uno strano senso di famigliarità. Quanta realtà è nascosta in questo universo dell'immaginazione?

La realtà dei miei quadri proviene dalle sensazioni e dalle situazioni espresse sulle tele. I miei personaggi vivono gli stessi sentimenti che proverrebbero nella vita reale. Spesso non prestiamo attenzione a questi sentimenti considerandoli ordinari. L'arte ci permette di osservare le comuni situazioni triviali della nostra vita quotidiana e scoprire un intero cosmo di drammi e commedie condiviso da tutta l'umanità. Gli elementi dell'irrealtà sono gli strumenti che l'arte usa per attrarre gli spettatori realizzando opere inusuali e memorabili. Ogni artista ha un suo linguaggio, una collezione unica di simboli e significato. Questa è la mia. Benvenuti nel mondo irreale dell' “Assurdo”.

Che cos'è una vera visione e come nasce nella mente di un artista?

Questo è un mistero! Non credo che ci sia un uomo che possa spiegare in modo semplice il meccanismo dell'ispirazione. È al di là di ogni comprensione. Ho semplicemente un pensiero, un'idea. A volte giunge dopo lunghe ore di lavoro, contemplazione, lettura o assistendo a uno spettacolo teatrale. Ma è sempre come un flash. Vedi immediatamente un'immagine nitida. Passa un'eternità da questo momento fino a ché il quadro è completato, dopo numerosi tentativi ed errori necessari per trovare la corretta costruzione della composizione e dei rapporti cromatici. Ma nella maggior parte dei casi si tratta di capacità pratiche e professionali. È più importante l'idea, l'attimo d'ispirazione che percepisci ogni volta che arriva.

Nella tua arte è più predominante la verità o la bellezza?

L'arte rimane arte. Per me questa nozione è sempre stata associata per prima cosa con la bellezza. Ma un quadro semplicemente bello non è interessante. È una superficie, un involucro, un piacere per gli occhi. Credo sia necessario che abbia qualcosa dentro. La parte più profonda, la più interessante per l'artista che crea il quadro e per lo spettatore che guarda il risultato finale. Per combinare bellezza e verità l'artista deve trovare l'equilibrio su un bordo molto sottile. Questo equilibrio non è per me facile da raggiungere e serve tempo per perfezionarsi perché le questioni e i temi che i miei lavori trattano spesso non hanno a che fare con la nozione di bellezza.

I tuoi lavori sembrano quasi una narrazione di qualche storia assurda e fantastica. C'è un legame tra la tua arte e un certo tipo di letteratura?

Sì, hai ragione. C'è un approccio letterario nei miei quadri. Mi è sempre piaciuto leggere. Comunque i miei quadri non illustrano nessun libro in particolare. Molto spesso i miei lavori sono la quintessenza di uno o più libri. Non mi pongo l'obiettivo d'illustrare. È molto più importante mostrare il mio punto di vista sui problemi discussi nel libro. Parlando dei libri che amo, devo dire che negli ultimi dodici anni non sono stato molto interessato alla fiction. Preferisco la filosofia, i saggi e le opere storiche. Sono soprattutto interessato alla storia alternativa. È in disaccordo con i canoni accettati, ma offre più spazio alla fantasia!

Che cosa rende falsa o artificiale un'opera d'arte?

Tutto quello che è innaturale è forzato. Le opere d'arte, le opere con grandi pretese, queste possono essere guardate da distanza. Quando un artista si prefigge lo scopo di creare un capolavoro, il risultato è normalmente forzato e artificiale. Il quadro finito non dovrebbe essere importante per l'artista. È il processo di creazione a essere essenziale, lì dove la destinazione finale è sconosciuta.

Quale spazio è riservato all'Arte Visionaria nel mercato attuale?

Purtroppo non un grande spazio. È difficile giudicare senza riferimenti statistici sul numero di gallerie in tutto il mondo dedicate a un particolare stile, e sulla somma di denaro messa in circolo da un particolare stile o genere. Non so se esista una simile indagine. Posso solo parlare di New York e di quello che ho potuto vedere con i miei occhi. L'arte visionaria e surrealista ha veramente un piccolo spazio nel mercato. Incredibilmente piccolo! Tra le più note gallerie conosco solo la CFM Gallery a Soho. Ma anche questa galleria tratta con un numero davvero esiguo degli artisti più noti.


Quale sensazioni di proponi di provocare nel tuo pubblico?

La sensazione di co-creazione - questa è la più importante. Lo spettatore non deve trattare l'arte nello stesso modo della televisione. Deve pensare, sentire e sintonizzarsi col processo artistico insieme all'artista. Solo in questo modo potrà sentirsi parte dell'arte invece di vivere separatamente da essa. Credo che questo sia molto importante in tutte le forme d'arte.


Credi che l'arte possa avere ancora potere e influenza nel mondo d'oggi?

È difficile da dire. Ci sono stati tempi in cui poeti e artisti, scrittori e musicisti erano i maestri di pensiero e gli istruttori di anime. Non voglio criticare il presente, ma sembra che l'odierna società centrata sul consumo abbia trasformato l'arte in un comune prodotto e imponga i propri desideri all'artista. Spero sinceramente di sbagliarmi nella mia diagnosi, ma sembra che la parola “Mercato” sia fortemente legata alla parola “Arte”.

Il sito di Michael Cheval: www.chevalfineart.com




© Sabrina Abeni 2010