sabato 30 novembre 2013

30 NOVEMBRE 1667: NASCE JONATHAN SWIFT


Considerato il massimo scrittore inglese del suo tempo ed uno dei più grandi scrittori satirici mai esistiti, figlio di genitori inglesi stabilitisi in Irlanda, Jonathan Swift, nasce il 30 novembre 1667 a Dublino. Perde il padre prima della nascita. La madre fa ritorno in Inghilterra nel 1673. Jonathan viene lasciato a Dublino presso alcuni parenti, crescendo in condizioni non dissimili a quelle di un orfano. Durante l'infanzia studia a Kilkenny, poi a Dublino, presso il Trinity College.
Nel 1679 dietro consiglio della madre si reca in Inghilterra. Lavora come segretario di sir William Temple: nella sua casa conosce Esther Johnson (Stella), alla quale rimarrà legato per tutta la vita e che forse sposò in segreto.
Per raggiungere l'indipendenza economica prende gli ordini religiosi nel 1694: l'anno seguente viene nominato parroco di Kilroot, in Irlanda, vive però prevalentemente a Londra dove partecipa alla vita politica religiosa e letteraria e frequenta i circoli politici più importanti. Grazie al suo estro Jonathan Swift diviene una delle persone più influenti della città. Tra il 1710 e il 1714 è consigliere del governo Tory appoggiandolo con libelli ed articoli dalle pagine dell'Examiner, che lo stesso Swift diresse, e attraverso lo Scriblerus Club, di cui facevano parte i suoi pochissimi amici: Pope, Gay, Harley, Arbuthnot.
Con la caduta del governo, Jonathan Swift torna in Irlanda avendo ottenuto il ruolo di decano della Chiesa di St. Patrick a Dublino. In questo periodo di permanenza nell'isola denuncia le vessazioni a cui il popolo irlandese (che egli peraltro disprezza) è sottoposto da parte degli inglesi e del governo locale, diventando una specie di eroe nazionale. Dopo la morte delle persone a lui più care i suoi disturbi mentali si acuiscono sempre di più fino a portarlo alla morte, avvenuta il 19 ottobre 1745.
Lascia il suo patrimonio ai poveri e ne destina una parte alla fondazione di un manicomio. 
Il capolavoro di Swift, I viaggi di Gulliver (Gulliver's Travels), fu pubblicato anonimo nel 1726 e riscosse subito grande successo. Questo romanzo satirico, inizialmente inteso dall'autore come aspro attacco allegorico alla vanità e all'ipocrisia delle corti, dei partiti e degli uomini politici dell'epoca, nel corso della stesura, durata parecchi anni, si arricchì delle più mature considerazioni di Swift sulla società umana; pertanto la satira, spesso graffiante e a tratti scurrilmente oltraggiosa, finì col toccare l'umanità intera. Acuto, ricco di spunti fantasiosi e al tempo stesso scritto con semplicità, il romanzo - spesso con tagli e cesure - è diventato anche un classico della letteratura per l'infanzia. È importante segnalare il fatto che Swift, con quest'opera, ma anche con Una modesta proposta, si distingue come uno dei primi e più importanti autori del linguaggio grottesco.
La storia è quella del medico Lemuel Gulliver, che naufraga con la nave mercantile su cui era imbarcato. Si ritrova sull'isola di Lilliput dove tutto, a cominciare dagli abitanti, è grande la quindicesima parte delle persone e degli oggetti che conosciamo. Nella seconda parte Gulliver visita Brobdingnag dove il rapporto è rovesciato: lui diventa il trastullo della figlia del re che lo tiene tra i suoi giocattoli. Nella terza parte Gulliver visita Laputa e il continente che ha come capitale Lagado: la satira si rivolge contro filosofi storici e inventori. Nell'isola di Glubdubdrib Gulliver evoca le ombre dei grandi dell'antichità e dalle loro risposte ne scopre i vizi e le meschinità. Presso gli Struldrug immortali si accorge che la massima infelicità degli uomini sarebbe la prospettiva di non porre mai fine al tedio di vivere. Nella quarta e ultima parte la virtuosa semplicità dei cavalli Houyhnhnms è messa in contrasto con la nauseabonda brutalità degli Yahoo, bestie dall'aspetto umano.
Non esiste in tutta la letteratura occidentale una condanna del genere umano paragonabile a quella espressa in questo libro. Swift è riuscito a dare a quest'opera un assoluto equilibrio d'insieme. Il suo aggressivo significato allegorico è accessibile a chi vuole intenderlo, tuttavia non danneggia ne il giudizio sulle suggestive costruzioni fantastiche dell'autore, né la capacità immaginativa del lettore. Di qui l'apparente ironia per cui la più crudele ed elaborata satira contro il genere umano abbia avuto fortuna come libro di amena lettura, e sia diventata, con gli opportuni tagli, un classico per l'infanzia.

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