martedì 6 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Margaret Atwood

Margaret Atwood è una delle esponenti più importanti del Southern Ontario Gothic, un sottogenere della letteratura gotica che affronta temi come la follia, la violenza, la demolizione degli stereotipi, aggiungendo spesso elementi tipici del realismo magico o del soprannaturale.
In particolare la Atwood affronta il tema della persecuzione e della oppressione di personaggi femminili in scenari moderni.
Con "Lady Oracle" realizza una riscrittura e parodia del romanzo gotico, le sue eroine rifiutano di vedersi come vittime, superando le avversità a cui sono sottoposte.
Con “Il racconto dell'ancella” affronta il genere distopico trasformando lo stereotipo della fanciulla prigioniera di un villain.
In tutte le sue opere quindi l'autrice riprende e stravolge gli elementi tipici della letteratura gotica dando loro nuovi significati e attualizzandoli.



Secondogenita di tre fratelli, per via del padre, entomologo di professione, Margaret Eleanor Atwood trascorre molto tempo nei boschi. Si appassiona alla lettura da bambina, e nonostante frequenti assiduamente la scuola solo dopo aver compiuto gli undici anni d'età, divora già libri di una certa portata, oltre a poesie, racconti, e fiabe di ogni genere. La prima volta che la sua immaginazione finisce per iscritto, Margaret ha solo sei anni; a dieci sa già cosa vuole fare da grande. Si diploma nel 1957 e nel '61 si laurea con lode in arte, filosofia, e lingua inglese. Le sue prime poesie hanno già ottenuto diversi premi, ma non saranno certo gli unici. Nel corso della sua carriera infatti, la scrittrice canadese ha collezionato un numero tale di riconoscimenti da essere considerata l'autrice di fantascienza e narrativa più premiata in assoluto. Con “L'assassino cieco”, nel 2000 vince prima il Booker Prize, poi i due prestigiosissimi “Premi del Governatore Generale” ottenuti con “the Circle Game” e “Il racconto dell'ancella”. All'interno dei suoi lavori manifesta una costante preoccupazione per il crescente degrado della cultura e dalla politica occidentale, non senza punte di ottimismo. Tra le opere che l'hanno resa celebre si ricordano anche “La donna da mangiare”, il più recente “L'anno del Diluvio” e raccolte di racconti e poesie come “Good Bones” e “The Door”. E' attiva anche in difesa del femminismo e dell'ambiente.


Incipit di Il racconto dell'Ancella

Si dormiva in quella che un tempo era la palestra. L'impiantito era di legno verniciato, con strisce e cerchi dipinti, per i giochi che vi si effettuavano in passato; i cerchi di ferro per il basket erano ancora appesi al muro, ma le reticelle erano scomparse. Una balconata per gli spettatori correva tutt'attorno allo stanzone, e mi pareva di sentire, vago come l'aleggiare di un'immagine, l'odore acre di sudore misto alla traccia dolciastra della gomma da masticare e del profumo che veniva dalle ragazze che stavano a guardare, con le gonne di panno che avevo visto nelle fotografie, poi in minigonna, poi in pantaloni, con un orecchino solo e i capelli a ciocche rigide, puntute e striate di verde. C'erano state feste da ballo; la musica indugiava, in un sovrapporsi di suoni inauditi, stile su stile, un sottofondo di tamburi, un lamento sconsolato, ghirlande di fiori di carta velina, diavoli di cartone e un ballo ruotante di specchi, a spolverare i ballerini di una neve lucente.
Sesso, solitudine, attesa di qualcosa senza forma né nome.

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