Nel mondo delle belle arti Kris Kuksi si è fatto un nome completamente da solo. Pittore e scultore eccellente, Kuksi ha studiato con i più famosi surrealisti, come Robert Venosa e il prof. Philip Rubinov-Jacobson, entrambi allievi dello straordinario prof. Ernst Fuchs, uno dei fondatori della Scuola di Realismo Fantastico di Vienna (che includeva anche Arik Brauer, Rudold Hausner e Anton Lehmden). Questa particolare scuola si occupava soprattutto dei temi e delle tecniche utilizzate prima da maestri come Hieronymus Bosch e Pieter Brueghel il Vecchio, e li usavano come spunti per illustrare gli orrori e i fasti del Secondo Dopoguerra, in un modo molto dettagliato, potentemente surreale e con un immaginario a volte erotico.
Il lavoro di Kuksi è apparso in molte gallerie ed esposizioni, vincendo numerosi premi.
Con temi che percorrono l'umorismo nero, la politica, il sesso, la morte e la decadenza, la sua visione del mondo (come in Lovecraft) è decisamente fosca, ma non senza speranza o bellezza (qualità e punto di vista che condivide con altri straordinari artisti come H.R. Giger, De Es, Alex Grey e così via). Molto del suo lavoro riflette l'ansietà e la selvatichezza della condizione umana, dipendente dalla tecnologia, dall'amore e dal fato. Residente in Kansas, Kuksi trascorre molto tempo oltre oceano per le sue esposizioni, e ha molti acquirenti negli Stati Uniti e in Europa che collezionano le sue opere. Un suo lavoro si trova anche nella copertina della nostra nuova antologia, The Bleeding Edge: Dark Barriers, Dark Frontiers.
Visitate il suo sito web, www.Kuksi.com, per maggiori notizie.
Jason V. Brock: Il tuo lavoro è molto accurato- come inizia il processo attraverso il quale crei una nuova opera? Hai un'idea fin dall'inizio o lasci che le cose vengano da sé?
Kris Kuksi: Sì, esattamente come hai detto: alcuni lavori sono progettato fin dall'inizio, mentre altri cambiano e si modificano completamente. Alcuni progetti non vengono mai terminati o vengono assorbiti come porzioni di opera in un altro pezzo... Per cui non c'è un percorso reale da seguire dall'inizio alla fine, ma fin dall'inizio c'è il flash di un'idea che giunge come ispirazione, quel tanto per creare qualche schizzo. In seguito, considero tutte le possibilità e faccio altri schizzi. Quindi raccolgo molti abbozzi per costruire la visione e spero che il lavoro sia magnifico.
Brock: Quali differenze ci sono tra il processo di costruzione di un assemblaggio e il dipingere? Quale delle due forme di espressione preferisci?
Kuksi: Preferisco la fase di costruzione di un assemblaggio piuttosto che dipingere. Penso che la la pittura sia un po' come la morte del lavoro artistico; comunque mi piace dipingere cose che sono oggi delle sfide tecniche. So nel mio profondo di essere soprattutto un costruttore, e se potrò costruire questi mondi bizzarri la mia vita sarà completamente soddisfacente!
Brock: Quanto tempo richiede un tipico assemblaggio?
Kuksi: Non posso veramente dirti la quantità delle ore, ma può richiedere da una settimana a un mese. È difficile da dire: alcuni pezzi richiedono solo una settimana, ma posso utilizzare cento ore in quella settimana per farli, che è molto tempo, nonostante si svolga in una sola settimana. È veramente relativo la quantità di lavoro che posso dedicarvi in questo tempo. Ma qui si parla solo del tempo dedicato alla costruzione- servono molte, molte ore per raccogliere e preparare dei nuovi lavori, tempo che si dovrebbe aggiungere a quello speso per la realizzazione.
Brock: Quali sono le tue maggiori influenze, personali o artistiche?
Kuksi: Amo il Bernini, Louis Sullivan, Ernst Fuchs, Robert Venosa e molti altri. H.R. Giger è probabilmente colui che più di tutti ha influenzato il mio lavoro, così come Bosch. Inoltre amo leggere le biografie di personaggi storici, per acquisire una prospettiva più ampia attraverso l'arte e i testi storici, ma vorrei acquisire una nuova voce e una nuova prospettiva in questo mondo e fare quello che posso per l'umanità.
Brock: Cosa fai quando non sei impegnato con la tua arte?
Kuksi: Ho alcuni vecchi amici che visito di tanto in tanto, sono loro stessi esperti artisti. È straordinario trascorrere il proprio tempo con le generazioni più anziane; la loro saggezza e la loro conoscenza sono una grande fonte d'ispirazione per me e per il mio lavoro. Suono la chitarra e mi piace inoltre guardare i tramonti e il cielo di notte. Non guardo mai la televisione, però mi piaccioni i documentari.
Brock: Cosa ti piace e ti eccita di più del tuo lavoro?
Kuksi: Mi piace il fatto che il mio lavoro sia circolato così bene nel mondo e nel web. È bello sapere di avere dei fan in tutto il mondo, ho sentito che sono molto famoso in Brasile! Ma forse quello che meno mi piace sono le scadenze e i rinfreschi nelle gallerie. Ho avuto diverse offerte di esporre qui e là ed è veramente difficile stare dietro a tutto, così ho dovuto dire di no molte volte e dà davvero fastidio capovolgere alcune cose. Suppongo che se fossi un robot, non avrei nessun problema in questo!
Brock: Conosco la sensazione... E riguardo ai tuoi prossimi progetti o esposizioni?
Kuksi: Ho sempre in mente dei lavori su larga scala. Voglio fare questo per le esposizioni del 2010. esporrò a San Francisco in marzo e speriamo all'Art Basel in giugno. Inoltre presto uscirà il mio primo libro, pubblicato da Jon Beinart (www.Beinart.org), che risiede in Australia e ha curato i libri Metamorphosis 1 e Metamorphosis 2 e anche il nuovo libro di Laurie Lipton. Così tutto va avanti, ed è veramente eccitante per me vivere la vita che vivo, nel bene e nel male.
Brock: Cos'altro vorresti comunicare ai tuoi fan e alla gente che ama il tuo lavoro?
Kuksi: Ascoltate il vostro Io interiore. Non soccombete ai desideri materialistici. Rigettate le norme. Rigettate le imposizioni e le credenze che gli altri vorrebbero voi aveste e che non vi piacciono. Imparate dalla storia. Siate responsabili delle vostre azioni e non date la colpa agli altri. E guardate sempre il lato positivo della vita!!!
Brock: Un pensiero finale?
Kuksi: Continua nel prossimo episodio...
Copyright testo © 2009 di Jason V.Brock. Copyright traduzione © 2010 di Sabrina A. Abeni