giovedì 18 dicembre 2014

Le vere gothic ladies: Charlotte Perkins Gilman

Charlotte Perkins Gilman fu non solo una "gothic lady", ma anche una delle prime attiviste per la difesa dei diritti delle donne, divenuta un modello per le future generazioni di femministe. Il suo lavoro più noto è La carta da parati gialla, scritto dopo una psicosi post-parto, un racconto semibiografico, ritenuto per decenni un semplice racconto del terrore, è stato rivalutato negli anni Settanta, nell'ambito del pensiero femminista, al punto che l’autrice è assurta a icona del movimento femminista in America.
Il tema di questa short story, infatti, non è tanto la follia della protagonista, soggetta a una grave forma di depressione che la porterà a deliri allucinatori e finanche allo sdoppiamento di personalità, quanto piuttosto l’oppressione sociale, economica e linguistica della donna. 



I primi anni.
Charlotte nacque il 3 luglio 1860 a  Hartford, Connecticut, da Mary Perkins (prima Mary Fitch Westcott) e Frederic Beecher Perkins.
Il padre abbandonò la famiglia lasciandola nell'indigenza, finchè la madre non fu in grado di mantenere i figli essi furono spesso a casa delle zie paterne, Isabella Beecher Hooker, una suffragetta, Harriet Beecher Stowe (autrice della Capanna dello zio Tom) e Catharine Beecher.
A cinque anni imparò da sola a leggere perché la madre era malata. Il rapporto della madre con i figli fu sempre molto difficile, per proteggerli proibì loro di avere amicizie e leggere libri di narrativa. Nella sua autobiografia, The Living of Charlotte Perkins Gilman, la Gilman racconta che la madre le dimostrava affetto solo quando pensava dormisse. Sebbene abbia vissuto la propria infanzia nella solitudine e nella povertà, visitava spesso la libreria pubblica e studiava da autodidatta le civiltà antiche. Inoltre l'amore paterno per la letteratura l'aveva influenzata, tanto che anni dopo lui l'avrebbe contattata con una lista di libri che sarebbero stati meritevoli,secondo la sua opinione, d'essere letti.La Gilman trascorse gran parte della propria giovinezza a Providende, Rhode Island. Ebbe soprattutto amici di sesso maschile e non si vergognava di definirsi un "maschiaccio". Frequentò sette diverse scuole pubbliche e fu studente per corrispondenza della Society to Encourage Studies at Home, ma studiò solo fino ai quindici anni. La sua intelligenza naturale e il desiderio di conoscenza impressionarono sempre i suoi insegnanti, ma ebbe comunque delle difficoltà in quanto studentessa povera. La sua materia preferita era la filosofia naturale, conosciuta in seguito come fisica. Nel 1878, a diciotto anni, si iscrisse  al  Rhode Island School of Design, e divenne in seguito una realizzatrice di figurine. Insegnò e incoraggiò gli altri a espandere la propria creatività artistica. Fu anche pittrice.
Nel 1884 sposò Charles Walter Stetson, di cui inizialmente aveva declinato la proposta di matrimonio perché un presentimento le aveva suggerito che non fosse la scelta giusta per lei. La loro unica figlia,  Katharine Beecher Stetson, nacque l'anno seguente. Charlotte Perkins Gilman soffrì di una grave depressione post-partum, un mese dopo la nascita di Katharine. Quella era un'epoca in cui le donne erano considerate esseri per natura isterici e nervosi; quindi una donna dichiarata d'essere seriamente malata dopo avere partorito non veniva presa sul serio. Nel 1888, Charlotte si separò dal marito, un fatto raro nel XIX secolo, ma questa decisione fu importante per la sua saluta mentale. Divorziò legalmente nel 1894 e, con la figlia, andò a vivere a Pasadena, in California, dove divenne membro attivo di diverse organizzazioni femministi e riformiste, come The Pacific Coast Woman's Press Association, Woman's Alliance, Economic Club, Ebell Society, Parents Association e State Council of Women, inoltre scrisse e collaborò col  Bulletin, un giornale di una di queste associazioni. 
Nel 1894 la Gilman mandò la figlia a vivere col padre e la sua seconda moglie Grace Ellery Channing, una sua cara amica. Nelle sue memorie la Gilman raccontò di essere stata felice per la coppia, poichè la "seconda madre" di Katharine "era buona come la prima e forse migliore in molti lati". La Gilman aveva idee progressiste a proposito dei diritti paterni e la consapevolezza che il suo ex marito avesse il diritto di vedere la figlia e Katharine lo avesse di conoscere e amare il padre. Dopo la morte della madre, nel 1893, la Gilman decise di tornare a est per la prima volta dopo otto anni. Contattò Houghton Gilman, suo cugino che non aveva visto da quindici anni, con cui ebbe successivamente una relazione e si sposò nel 1900. La Gilman perse il marito nel 1934, a causa di un'emorragia cerebrale, in seguito ritornò a Pasadena, dove viveva la figlia. Due anni prima le era stato diagnosticato un cancro incurabile al seno, sostenitrice dell'eutanasia per i malati terminali, si suicidò il 17 agosto 1935, con un'overdose di cloroformio. Lasciò come ultimo messaggio l'affermazione di aver "preferito il cloroformio al cancro", e pare sia morta velocemente e tranquillamente.

La carta da parati gialla
Sebbene non sia né il suo primo lavoro, né il più lungo, questo racconto è indubbiamente la più nota opera della Gilman. Fu scritto tra il 6 e il 7 giugno del 1890, nella sua casa di Pasadena, e pubblicato un anno e mezzo dopo in The New England Magazine.
In seguito è stato pubblicato in diverse raccolte di scrittrici femministe, di letteratura americana e libri di testo. La storia è quella di una donna che soffre di una malattia mentale e che, per questo motivo, è stata rinchiusa in una stanza dal marito, per il suo bene. Sviluppa dunque un'ossessione per una pessima carta da parati gialla. La Gilman scrisse questa storia per aprire gli occhi alla gente riguardo al ruolo delle donne nella società, mostrando come la mancanza di autonomia sia la causa di ogni loro disagio mentale, emozionale e fisico. Il marito della protagonista è un medico e pensa di risolvere il problema solo con il trattamento farmacologico, senza darle ciò di cui ella ha realmente bisogno, come lo stimolo mentale e la libertà di fuggire alla monotonia di quella stanza in cui è confinata. La carta da parati gialla è soprattutto una risposta a quel medico, Dr.S. Weir Mitchell, che provò a curare la depressione della Gilman con la "terapia del riposo"; infatti gli spedì una copia del racconto.

Altre opere.
Il primo libro della Gilman fu Art Gems for the Home and Fireside (1888); comunque fu la sua prima raccolta di poesie, In This World (1893), una collezione di scritti satirici, a darle la notorietà. Nelle due successive decadi fu famosa per i suoi interventi sui diritti umani e delle donne e sulle riforme sociali. Nel 1898 scrisse Women and Economics. Quest'opera le diede la notorietà internazionale.Nel 1903 scrisse l'opera più acclamata dalla critica, The Home: Its Work and Influence, riprendendo i temi di Women and Economics, denunciò lo stato di confinamento delle donne in casa e la necessità di dare loro più autonomia per il loro benessere mentale. Ebbe un giornale, The Forerunner, in cui scrisse e di cui curò anche la pubblicazione. Qui furono pubblicati molti suoi racconti, come What Diantha Did(1910), The Crux (1911), Moving the Mountain (1911), ed Herland.  Scrisse inoltre articoli per Louisville HeraldThe Baltimore Sun  e Buffalo Evening News. La sua autobiografia,The Living of Charlotte Perkins Gilman, iniziata nel 1925, fu pubblicata postuma nel 1935.


Incipit di La carta da parati gialla.
Accade molto di rado che gente comune come John e me prenda in affitto antiche case di campagna per le vacanze estive: una villa in stile coloniale, un podere tramandato di generazione in generazione... magari una casa infestata dagli spiriti oh sì!, e raggiungerei il culmine della felicità romantica... ma questo sarebbe chiedere troppo!
Ciononostante, e lo dico con orgoglio, la casa che abbiamo affittato ha qualcosa di strano.

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