domenica 29 novembre 2009

OLEG KOROLEV: FEDE, SPIRITO E ARTE VISIONARIA



Nato nel 1968 in Russia, dal 1979 ha studiato nello Studio di Disegno Classico di Vilnus, Lithuania. Nel 1981 ha studiato alla Scuola d’Arte di Evpatoria, in Crimea. Dal  1984 al 1990 ha studiato e si è laureato alla Facoltà Crimeana d’Art (Simferopol). Dal 1992 al 1993 ha partecipato alla mostra collettiva, alla Arnhem gallery di Londra, nel 1994 alla mostra di artisti crimeani all’Art-Effect (Simferopol). Dal 1995 al 1998 ha esposto nella galleria KEP e nella Private Bank(Simferopol). Nel 1998 ha partecipato al festival internazionale d’arte Russian Winter in Montreal, alla Vand-ArtGallery (Montreal, Canada). Dal 1998 al 2001, ha preso parte a diversi progetti artistici privati con collezionisti russi e tedeschi.Dal 2000, come membro della società artistica Society of Art of  Imagination di Londra,  ha esposto, nel 2002, alla All Media Invitational 2002 Period Gallery (Omaha, USA), nel 2003 al Ramsey Center for the Art (St.Paul, USA), nel 2004  ha partecipato al progetto artistico del Maestro Ernst Fuchs, e ha studiato pittura con lui a Klagenfurt, Austria. Nel 2006 ha partecipato alla mostra della Society for Art of Imagination al Giger Museum (Gruyere, Svizzera).

Ogni tanto capita di poter instaurare un discorso con una mente geniale, un autentico artista, anche se nei nostri tempi succede più raramente.
Ho avuto questa fortuna!
Preso coraggio ho contatto lo straordinario pittore Oleg Korolev (nonostante mi aspettassi che non mi degnasse di una sola risposta), e non solo mi ha risposto molto cordialmente, ma ha accettato anche questa intervista.
Ebbene, questo è uno dei casi in cui s’impara molto più con “quattro chiacchiere” con un’anima profonda, che in anni di studi universitari.
Almeno per me è stato così, spero che lo sia anche per gli appassionati d’arte che leggeranno quest’intervista.
 
Sabrina Abeni
 
 
                                
 
Come si può utilizzare temi classici della pittura, come quelli biblici, senza scadere nell’accademismo, rendendoli attuali e originali?

Non so… Sono molto di più di un accademico:)
 
 
Quanto istinto e quanta razionalità c’è nella tua arte?
 
Un cinquanta per cento di ciascuno…
 
 
Le immagini che crei possono essere considerate una sorta di visioni?
 
Qualche volta…
 
 
Quanto è importante lo studio della tecnica per la crescita di un talento artistico?
 
Il talento è una possibilità potenziale, e per realizzare che possibilità datagli l’artista deve fare molta pratica. La tecnica è un sistema di lavoro, che deve essere adottato dal subconscio, diventando naturale e spontanea, in modo che l’artista non debba sentirsi ogni volta attirato dai propri concetti mentali, presi dai formali studi tecnici. Una tecnica che è divenuta parte della natura artistica conserverà, guiderà e distribuirà l’energia necessaria per l’arte stessa. Così, sì… una tecnica è assolutamente necessaria per realizzare un talento.
 
 
In una tua intervista, hai descritto la tua visione della fede religiosa come “negativa”, in poche parole una visione che non si concentra inflessibilmente su principi di un’unica fede, ma che riunisce in sé anche altri principi per giungere a una sorta di verità originale. Crede che potrebbe essere un ottimo “antidoto” contro gli integralismi?

Bene… Il problema è in fatti che i cristiani, attualmente, non sanno nulla della Cristianità, che è diventata piuttosto una specie d’ideologia politica e una sorta di tradizione culturale, piuttosto che una conoscenza di Dio, della Realtà Ultima, la Verità così come un mezzo di Salvazione. Hai abbastanza ragione, una teologia negativa, Apofatismo è quasi una parola proibita, perché distrugge tutti i valori relativi di “questo mondo”, perché in accordo col suo insegnamento, sono tutti prodotto della mente umana (incluso lo stato, la gerarchia ecclesiastica con tutti i loro poteri e leggi su “questo mondo”).
Gli antichi seguaci dell’Apofatismo dicevano anche che “Dio non esiste” in se stesso, cioè noi possiamo immaginare che questo Dio non esista, perché l’attuale stato di consapevolezza  del divino è al di là di ogni concetto mentale. Essendo italiana, suppongo tu sia cattolica, devi sapere che voi avete un insegnamento “negativo”del Maestro Eckhart e di S. Giovanni della Croce.
 
 
In Italia è molto sentita la contrapposizione, negli artisti contemporanei, tra arte figurativa e non figurativa. Come ti poni di fronte ad essa?
 
Bene… Questa discussione potrebbe avere qualche valore se consideri la dualità delle forme naturali nell’arte figurativa, da una parte, e le forme concettuali astratte dall’altra, che sono utilizzate da alcuni movimenti di arte contemporanea.
Questa è un’illusione… Se noi osserviamo con attenzione qualsiasi forma naturale, noi noteremo che in un paio di minuti noi avremo perso ogni  nozione mentale di essa, la cosa ci sembrerà astratta e sconosciuta. La stesso accede con qualsiasi parola, se noi la ripeteremo numerose volte perderà “senso”, diventerà solo un suono astratto. Viceversa, se noi guardiamo un’opera d’arte “astratta” (o qualsiasi cosa possa essere considerata tale), noi potremo notare immediatamente qualche forma famigliare… Lo stesso quando osserviamo i rami di un albero, in cui potremo scorgere delle figure umane, o se guardiamo delle macchie sull’intonaco, in cui potremo vedere dei paesaggi. Figura o non figura sono solo un prodotto mentale, la realtà è al di là di esse. Se volessimo considerare questa discussione più astrattamente, forse sembrerebbe qualcosa di simile al fruscio del fogliame, che suona molto piacevole, ma privo di senso.
 
 
Quant’è importante la comunicatività di un’opera d’arte?
 
La comunicatività è molto importante se l’artista ha un fine, correlato a qualcosa di propagandistico, al sermone o alla consapevole manipolazione dei gusti. È lo stesso che con un trasmettitore di segnali che, per essere accettato, deve corrispondere alla sintonia del ricevitore. Comunque questo e un tipo di approccio applicato o utilitaristico. Invece io credo che la vera arte sgorghi dallo spirito che “soffia via ogni volere”, e non dipende da nessuna necessità o condizione formale. Non ha nessun gusto, nessun progetto, è totalmente libera ed esiste solo con lo scopo di realizzare Se Stessa.
Posso dire anche che noi abbiamo accettato questo nell’era dei mezzi digitali, della fotografia e della grafica, le Belle Arti hanno quindi perso la loro attualità pratica. È accaduto lo stesso, per esempio, per il  Kung-Fu, il Karate-Do o il Ken-Do, che hanno perso la loro necessità pratica dopo le invenzione delle armi da sparo. Sebbene comunque il Kung-Fu esista ancora come modo di armonizzazione, mediazione di un’azione, percorso spirituale. Lo stesso è accaduto alle Belle Arti. Sono diventate una sorta di “Kung-Fu visuale”, “Art-Yoga”… nello stile dell’arte visionaria questa è diventata ancora più una pratica spirituale che nel resto dell’arte. Noi potremmo richiamarci all’arte arcaica e preistorica, nelle sue pitture murali di un popolo antico dedito a riti sciamanici, alla manipolazione dello spirito, si regni energetici. Se osserviamo l’attuale panorama artistico, possiamo vedere che dovunque nel mondo abbiamo lo stesso tipo di arte. Questa è chiamata “Arte Contemporanea”. Stilisticamente è rappresentata dal Post-modernismo. Il  Post-modernismo è attualmente una “citazione della citazione”, non ci sono idee originali, si ripete tutto ciò è stato già creato prima, eppure non è un segno di decadenza, è un’imitazione dell’imitazione. A livello di un sviluppo della coscienza dal “nomenale al fenomenale”, è la distruzione del phenomenon, la fine dell’intero processo dello stato totalmente esterno della coscienza. Così il grande ciclo dell’arte del passato è finito e noi abbiamo un nuovo inizio nomenale  dell’arte, una nuova arte spirituale, che si è sviluppata da un nuovo livello dell’evoluzione personale.
 
 
Pensi che sia possibile, al giorno d’oggi, creare un bello estetico che sia anche evocativo?
 
Sì, la bellezza è “uno scorcio della Verità Ultima”, così è possibile in ogni tempo.
 
 
Come descriveresti l’attuale panorama culturale russo? C’è spazio per i giovani talenti?

Oh.., questo è un vero grattacapo:), è una precedente area sovietica è ancora nella condizione di un selvaggio capitalismo, dove tutto è subordinato alla “legge della giungla”.
Così “spazi” ci sono soli per i grandi capitali, i “contatti personali” e il potere delle autorità, anzi è meglio avere tutte e tre le cose insieme:) Tuttavia è possibile essere sponsorizzati dal alcune fondazioni di arte occidentale, attraverso le loro rappresentanze locali (che supportano solo progetti “contro-culturali”). Per avere una borsa di studio, è necessario proclamare qualcosa di anti-russo, e meglio fare questo con lo stile dell’”arte contemporanea”.
 
 
Un consiglio per i giovani artisti?
 
Spendere più tempo nei musei d’arte. Copiare gli originali dei grandi maestri, disegnare le scultura dell’antica Grecia e Roma, è ancora meglio che ritrarre la natura.










Link utili su Oleg Korolev: Il sito ufficiale di Oleg Korolev (http://www.koro-art.com)
 
 
http://www.myspace.com/oleg_korolev
 
 
http://surrealartforum.com/

http://www.lila../document_view.phtml?document_id=98

http://beinart.org/modules/Word-Press/2007/05/21/beinart-int
erview-with-oleg-korolev/


http://slynglar.com/scen/konstspalten5.1.html

(Sabrina Abeni)

 

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