domenica 29 novembre 2009

PETER GRIC: I MONDI DELL’IMAGINAZIONE




Peter Gric è nato nel 1968 a Brno (Cecoslovacchia) ed è emigrato in Austria nel 1980.

Dal 1988 al 1993 ha studiato col professore Arik Brauer all’Academia delle Belle Arti di

Vienna.

Ha sposato Lenka Ferjancová nel 2002 e attualmente vive e lavora a Vienna con la sua

famiglia.



Peter Gric è conosciuto per i suoi misteriosi, abbandonati e futuristici paesaggi architettonici. Ha studiato col professore Arik Brauer all’Academia delle Belle Arti di Vienna, uno dei più originali membri della Scuola Viennese del Realismo Fantastico. Peter, a sua volta, rapresenta la successive generazione di artisti influenzati da questo movimento.

Peter ha esposto insieme altri famosi artisti come H R Giger ed è un membro del Labyrinthe group.

Ha illustrato numerose copertine di libri, soprattutto di genere fantascientifico o fantasy. Appartenendo alla più giovane generazione di artisti non ha disdegnato la tecnologia digitale e ha anche lavorato con modelli 3D. Questi sono stati da lui utilizzati per visualizzare alcuni dei più complessi lavori, prima di realizzarli in pittura.

Il 2007 lo vede impegnato in uno stage di design per la produzione di SamPlay "Hamlet in Rock". (from “Wikipedia”)

1) Qual’è il tuo rapporto con le nuove tecnologie?


Quando ho comprato il mio primo pc, nella metà degli anni Ottanta, un Atari 800 XL, immediatamente cominciai a giocare con la grafica digitale. Le possibilità erano molto limitate e ho dovuto imparare dei programme per creare le più semplici figure sullo schermo. Sognavo d’essere capace di creare mondi tridimensionali con milioni di pixel e colori. Ci sono volute comunque un paio d’anni e un nuovo computer, un Commodore Amiga, prima d’essere capace di usare questa tecnologia per modellare le prospettive per le mie composizioni architettoniche come “Torre VIII” dal 1992 (http://www.gric.at/gallery/bild052.htm). Adesso il computer è diventato uno strumento essenziale per la mia pittura.


2) Essendo figlia di una pittrice la vedo spesso usare il pc per la sua creatività, ma in Italia non tutti gli artisti comprendono questo strumento, pensando che penalizzi il vero talento. Questa opinione è presente anche nel tuo contesto artistico?



No davvero. La maggior parte degli artisti che conosco apprezzano questo strumento, almeno la generazione più giovane. ma molti di loro non usano in maniera molto ampia in combinazione con la tradizionale pittura.





3) Ovviamente il contesto culturale italiano è obsolete anche in questo campo:-) Ho trovato in alcuni tuoi elementi paesaggistici, come le roccie erose, alcune reminiscenze dei paesaggi desolate dei pittori romantici, come Friedrich o Constable. Ci sono alcune connessioni?



Sento una sorta di beatitudine nei passaggi rocciosi sopra una vegetazione arborea. Amo gli altipiani, forse perchè questo tipo di paesaggio ha un proprio orizzonte che è molto al di sopra del mondo “civilizzato”. Questa calma e libertà che io percepisco nella natura, specialmente nelle montagne, è così opposta a quello che sento nella città. Questa tensione è forse l’oggetto di alcuni dei miei dipinti. Comunque non sono mai stato veramente interessato alla pittura di Friedrich o Constable.





4) Invece i tuoi edifici abbandonati possono essere interpretati come simboli della decadenza della società?



Non penso che la società sia decadente. Sta solo cambiando continuamente, e dopo tutto spero che cambi in meglio, anche se in modo molto lento. Non so veramente spiegare perchè senta il bisogno di dipingere questi edifici inutili (e di tutte le altre cose). Non vi è alcuna dichirazione dietro questo, non ci sono simboli con significati nascosti. L’interpretazione è libera: “vieni e godi dell’ignoto”. Forse la pittura è per me solo un tentative per ricordare luoghi in cui non sono mai stato.




5) Così “l’interpretazione è libera”... É per questo motivo che più guardo i tuoi quadri e più trovo nuovi particolari nascosti? Cerchi la partecipazione attiva dell’osservatore per costruire significati artistici?



Non mi preoccupo dei significati artistici, dei simboli e dei messaggi nascosti. Penso che se qualcuno ha qualcosa da dire, dovrebbe parlare un linguaggio chiato invece di confondere chi lo ascolta con simboli ed elementi nascosti. Così non racconto nessuna storia con i miei quadri e non fornisco nessuna risposta intellettuale a nessuna questione intellettuale. Voglio entrare e sperimentare nuovi spazi, stanze, forme, parole e dimensioni. Non voglio creare parole e pensieri, ma il silenzio. Puoi seguirmi, ma non aspettarti nessuna spiegazione.







6) Ho potuto notare, nei tuoi lavori più recenti, una sorta di passaggio dalla predilezione per costruzioni e paesaggi a un uso meggiore e all’enfasi della figura umana. Perchè questo cambiamento?



Ogni tanto amo sperimentare il corpo umano, in particolare quello femminile. Sto provando a intesserlo con l’artificiale, l’inorganico o le strutture minerali, e sebbene le figure sono spesso molto frammentate e modificate, ho il bisogno di percepire la bellezza e l’erotismo del corpo umano. Questa combinazione, tuttavia, si rivela spesso molto problematica. Forse è solo un tributo al mio testosterone, non so.

7) Un tribute al tuo testosterone? Forse è lo stesso per tutti gl artisti :-)

Parlando invece dell’arte e della cultura in generale, pensi che i temi attuali e l’estetica possano convivere nella stessa arte?



Perchè no?



8) Un’ultima domanda, dopo ti lascerò finalmente libero:-)

Cos’e, secondo te, l’arte visionaria?



"Arte Visionaria" è un’altra categoria, un altro cassetto , molto utile per mantenere l’ordine. A qualsiasi cassetto tu scelga per le mie immagini, esse sono riflessi di domande attorno all’esistenza in sè. É un panopticon per la mia curiosità insoddisfatta. ma è anche gioia di creare, la gioia di estendere la mia realtà.

1) Qual’è il tuo rapporto con le nuove tecnologie?


Quando ho comprato il mio primo pc, nella metà degli anni Ottanta, un Atari 800 XL, immediatamente cominciai a giocare con la grafica digitale. Le possibilità erano molto limitate e ho dovuto imparare dei programme per creare le più semplici figure sullo schermo. Sognavo d’essere capace di creare mondi tridimensionali con milioni di pixel e colori. Ci sono volute comunque un paio d’anni e un nuovo computer, un Commodore Amiga, prima d’essere capace di usare questa tecnologia per modellare le prospettive per le mie composizioni architettoniche come “Torre VIII” dal 1992 (http://www.gric.at/gallery/bild052.htm). Adesso il computer è diventato uno strumento essenziale per la mia pittura.


2) Essendo figlia di una pittrice la vedo spesso usare il pc per la sua creatività, ma in Italia non tutti gli artisti comprendono questo strumento, pensando che penalizzi il vero talento. Questa opinione è presente anche nel tuo contesto artistico?



No davvero. La maggior parte degli artisti che conosco apprezzano questo strumento, almeno la generazione più giovane. ma molti di loro non usano in maniera molto ampia in combinazione con la tradizionale pittura.





3) Ovviamente il contesto culturale italiano è obsolete anche in questo campo:-) Ho trovato in alcuni tuoi elementi paesaggistici, come le roccie erose, alcune reminiscenze dei paesaggi desolate dei pittori romantici, come Friedrich o Constable. Ci sono alcune connessioni?



Sento una sorta di beatitudine nei passaggi rocciosi sopra una vegetazione arborea. Amo gli altipiani, forse perchè questo tipo di paesaggio ha un proprio orizzonte che è molto al di sopra del mondo “civilizzato”. Questa calma e libertà che io percepisco nella natura, specialmente nelle montagne, è così opposta a quello che sento nella città. Questa tensione è forse l’oggetto di alcuni dei miei dipinti. Comunque non sono mai stato veramente interessato alla pittura di Friedrich o Constable.





4) Invece i tuoi edifici abbandonati possono essere interpretati come simboli della decadenza della società?



Non penso che la società sia decadente. Sta solo cambiando continuamente, e dopo tutto spero che cambi in meglio, anche se in modo molto lento. Non so veramente spiegare perchè senta il bisogno di dipingere questi edifici inutili (e di tutte le altre cose). Non vi è alcuna dichirazione dietro questo, non ci sono simboli con significati nascosti. L’interpretazione è libera: “vieni e godi dell’ignoto”. Forse la pittura è per me solo un tentative per ricordare luoghi in cui non sono mai stato.




5) Così “l’interpretazione è libera”... É per questo motivo che più guardo i tuoi quadri e più trovo nuovi particolari nascosti? Cerchi la partecipazione attiva dell’osservatore per costruire significati artistici?



Non mi preoccupo dei significati artistici, dei simboli e dei messaggi nascosti. Penso che se qualcuno ha qualcosa da dire, dovrebbe parlare un linguaggio chiato invece di confondere chi lo ascolta con simboli ed elementi nascosti. Così non racconto nessuna storia con i miei quadri e non fornisco nessuna risposta intellettuale a nessuna questione intellettuale. Voglio entrare e sperimentare nuovi spazi, stanze, forme, parole e dimensioni. Non voglio creare parole e pensieri, ma il silenzio. Puoi seguirmi, ma non aspettarti nessuna spiegazione.







6) Ho potuto notare, nei tuoi lavori più recenti, una sorta di passaggio dalla predilezione per costruzioni e paesaggi a un uso meggiore e all’enfasi della figura umana. Perchè questo cambiamento?



Ogni tanto amo sperimentare il corpo umano, in particolare quello femminile. Sto provando a intesserlo con l’artificiale, l’inorganico o le strutture minerali, e sebbene le figure sono spesso molto frammentate e modificate, ho il bisogno di percepire la bellezza e l’erotismo del corpo umano. Questa combinazione, tuttavia, si rivela spesso molto problematica. Forse è solo un tributo al mio testosterone, non so.

7) Un tribute al tuo testosterone? Forse è lo stesso per tutti gl artisti :-)

Parlando invece dell’arte e della cultura in generale, pensi che i temi attuali e l’estetica possano convivere nella stessa arte?



Perchè no?



8) Un’ultima domanda, dopo ti lascerò finalmente libero:-)

Cos’e, secondo te, l’arte visionaria?



"Arte Visionaria" è un’altra categoria, un altro cassetto , molto utile per mantenere l’ordine. A qualsiasi cassetto tu scelga per le mie immagini, esse sono riflessi di domande attorno all’esistenza in sè. É un panopticon per la mia curiosità insoddisfatta. ma è anche gioia di creare, la gioia di estendere la mia realtà.



(Sabrina Abeni)

0 commenti:

Posta un commento