domenica 8 settembre 2019

RED KROKODIL: DISFACIMENTO DEL CORPO E NON SOLO...



 Red Krokodil è un film di Domiziano Cristopharo del 2012, realizzato con un budget risicatissimo (1000 euro), girato senza una vera troupe e in un unico set.
Alla sua base troviamo l’atmosfera claustrofobica e di marcescenza, girando attorno alla recitazione di un unico attore, Brock Madson.
Il red krokodil è una droga che dalla Russia si è diffusa in tutto il mondo occidentale, nota per provocare lacerazioni ai tessuti di chi la assume.
Il protagonista infatti trascorre le sue giornate in un continuo trip da questa sostanza, mentre il suo corpo sta lentamente marcendo.
Le luci sono fredde e riflettono quell’atmosfera di disfacimento e lordume in cui l’uomo trascina le sue giornate, non ci sono dialoghi, ma solo una voce fuori campo che commenta le sue sensazioni.
Ma un altro tema si innesta a quello della tossicodipendenza: l’uomo infatti vede dalla propria finestra immagini della città di Chernobyl, simbolo della distruzione che l’essere umano provoca non solo su se stesso, ma su tutto ciò che lo circonda.
Un’opera quindi sull’annientamento, sulla fascinazione per l’autodistruzione in nome di piacere fugaci, che siano dei trip da droga, i soldi o il potere.
Protagonista è il corpo, sempre nudo e man mano più decadente, ma allo stesso tempo desideroso di ritrovare un’innocenza perduta, che finisce per accostare il protagonista a una sorta di Cristo contemporaneo in cerca del martirio per purificarsi.
Un’opera dunque originale nella sua essenzialità, cruda e commovente.
Non aspettatevi un qualsiasi film horror, perché è nel dramma e nella sofferenza che trova la sua motivazione.

Nel finale, che non vi spoilero, torna l’accostamento a Chernobyl, aprendosi a diverse interpretazioni che sicuramente vi faranno riflettere.



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