sabato 28 dicembre 2013
28 DICEMBRE 1888: NASCE FRIEDRICH WILHELM MURNAU
Friedrich Wilhelm Murnau, regista cinematografico tedesco, nasce come Friedrich Wilhelm Plumpe a Bielefeld il 28 dicembre 1888. Inizialmente attore, si affermò come uno dei più noti registi della storia del cinema a partire da Nosferatu ‒ Eine Symphonie des Grauens (1922). Affrontò diversi generi e ottenne tre premi Oscar con Aurora (1927)..
Nato in una ricca famiglia di industriali tessili dove la madre sosteneva gli interessi artistici del figlio, nel 1907 conseguì la maturità a Kassel, iniziando poi, senza concluderli, studi di filosofia a Berlino. Probabilmente già dal 1909 assunse il nome d'arte di Murnau, dall'omonima cittadina della Bassa Baviera in cui si era recato in viaggio con l'amico H. Ehrenbaum-Degele. Tornato a Berlino, nel primo dopoguerra consumò in fretta l'apprendistato nel cinema: girato un primo film, Der Knabe in Blau, noto anche come Der Todesmaragd (1919, perduto), ispirato al quadro di Th. Gainsborough Blue boy e a The picture of Dorian Gray di O. Wilde, nel successivo Satanas (1920; Lucifero, anch'esso perduto), film in tre episodi con supervisione artistica e sceneggiatura di Robert Wiene, ebbe modo di lavorare con l'attore Conrad Veidt e il direttore della fotografia Karl Freund, con i quali a lungo avrebbe collaborato. Altro decisivo incontro fu quello, in Der Bucklige und die Tänzerin (1920, perduto), con Carl Mayer cui si deve la sceneggiatura della sua prima opera importante conservata: Der Gang in die Nacht (1921). Preceduto da Schloss Vogelöd (1921), altro film sceneggiato da Mayer che conferma la già piena maturità artistica del regista, Nosferatu, sceneggiato da Henrik Galeen, si impose come un capolavoro di fantasy, rafforzata dall'alone di leggenda dal quale fu circondata la sua realizzazione, in cui sono ravvisabili elementi riconducibili all'Espressionismo. Per Nosferatu Murnau venne perseguito e condannato per plagio del racconto di Bram Stoker e i negativi del film furono distrutti. Queste due opere iniziarono, insieme ad alcuni grandi Heimatfilme ante litteram scritti da Thea von Harbou ‒ Der brennende Acker (1922; Il campo del diavolo), Phantom (1922; Il fantasma, dal romanzo di G. Hauptmann) o il perduto Die Austreibung (1923, dal romanzo di C. Hauptmann) ‒, un'acuta riflessione sulla dissoluzione del mondo borghese e contadino operata tramite agenti endogeni, di natura psicoanalitica, o sovrannaturali (il vampiro, il fantasma). Dopo la parentesi giocosa costituita dalla commedia Die Finanzen des Grossherzogs (1924; Le finanze del granduca), Murnau esplorò anche il Kammerspielfilm, in quello che molti considerano il suo capolavoro, ossia Der letzte Mann, sceneggiato da C. Mayer. Prima di separarsi da Erich Pommer e dall'UFA e trasferirsi a Hollywood, all'apice della carriera, realizzò ancora due opere di squisita fattura letteraria: Tartüff (1925; Tartufo) da Molière e Faust ‒ Eine deutsche Volkssage (1926; Faust) da W. Goethe. Sotto contratto per quattro anni alla Fox Film Corporation, girò Sunrise, da Die Reise nach Tilsit di H. Sudermann, sceneggiato da C. Mayer (poi rifatto nel 1939 da Veit Harlan in Die Reise nach Tilsit, Verso l'amore), che prosegue la pessimistica Weltanschauung dell'autore narrando in un sublime e astratto melodramma le vicende simboliche di un uomo scisso tra due donne, tra città e campagna, tra Zivilisation e Kultur. I lavori successivi, invece, risultano appannati dalle pesanti ingerenze della produzione che segnarono, irreversibilmente, la distanza tra il filmmaker e il modo di produzione hollywoodiano: a Four devils (1929; I quattro diavoli, perduto) venne aggiunto un happy end posticcio, mentre gli fu impedito di completare la versione sonorizzata di Our daily bread, inizialmente concepito muto e uscito con il titolo di City girl (1930; Il nostro pane quotidiano). A disagio nella macchina industriale hollywoodiana e seguendo una sua massima ("cerco, attraverso ciascuno dei miei film, di scoprire un nuovo territorio artistico e di trovare nuove forme di espressione poetiche"), Murnau progettò allora una produzione indipendente con il grande documentarista Robert J. Flaherty, Tabu (1931; Tabù): a Tahiti però, il film venne realizzato, per divergenze stilistiche, dal solo regista tedesco, e fu il suo ultimo capolavoro. L'11 marzo 1931, una settimana prima dell'uscita newyorkese del film Murnau si spense in una clinica di Santa Barbara, in seguito a un incidente d'auto.
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