lunedì 1 settembre 2014

1° settembre 1937: nasce Carmelo Bene



Carmelo Bene, attore, drammaturgo, regista, scrittore e poeta italiano, nasce a Campi Salentina (provincia di Lecce), il 1º settembre 1937, da genitori originari di Vitigliano, frazione di Santa Cesarea Terme. I suoi genitori, Umberto Bene e Amelia Secolo, gestivano una fabbrica di tabacco
dove lavoravano diverse centinaia di giovani operaie. Bene era un bambino gracile, timido, introverso e taciturno. Sua madre era fervente cattolica e praticante, così il piccolo Carmelo si trova a servire «un'infinità di messe», sia a Campi Salentina che a Lecce, dove abitava la zia Raffaella, anche tre o quattro al giorno. Una vocazione, questa, che abbandona man mano, sino a diventare allergico a qualsiasi tipo di ritualizzazione religiosa.
Frequenta la scuola degli Scolopi di Lecce, mostrandosi critico verso i propri insegnanti, definiti successivamente nella sua autobiografia come incompetenti in teologia, bestemmiatori e
pedofili. Dopo gli studi presso l'Istituto Calasanzio dei Padri Scolopi di Campi Salentina, dove
frequenta le scuole medie e il liceo classico sino al secondo anno, conclude gli studi classici nel Collegio Argento dei Padri Gesuiti di Lecce.
In seguito si iscrive, diciassettenne, alla Facoltà di Giurisprudenza a Roma, senza tuttavia frequentarla. Si iscrive allo stesso tempo al primo anno dell'Accademia Sharoff. Intanto da Lecce gli arriva la cartolina precetto e parte così per la visita di leva, ma riesce a evitare di svolgere servizio militare fingendosi omosessuale.
Anche all'esame psichiatrico risulta la sua ambivalenza, guadagnando così l'attestato di RAM (ridotta attitudine militare).
Nel 1957 si iscrive all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica «Silvio D'Amico» e ne frequenta i corsi per un solo anno, ritenendoli inutili: esisteva infatti un certo attrito fra lui e gli insegnanti.
A Roma i genitori gli pagano l'affitto e un minimo di vitto, perciò in questi primi anni romani Carmelo, per sostenere la propria vita sregolata, deve lavorare di astuzia e praticare sotterfugi. In questi anni si ubriaca frequentemente e fuma molto. Finisce spesso per essere arrestato.
Debutta ventiduenne in teatro con Caligola di Albert Camus nel 1959, per la regia di Alberto
Ruggiero. Dopo le prime esibizioni romane torna a Campi Salentina con l'intento di sposare Giuliana
Rossi, attrice fiorentina di sei anni più grande, mal vista dalla famiglia di lui. Il padre, in combutta con il primario, arriva a farlo internare al manicomio per un paio di settimane, con l'intenzione di scemare l'attrazione e l'intenzione a realizzare il matrimonio; Giuliana poi subisce esplicite minacce. Si sposano comunque a Firenze il 23 aprile del 1960 e dalla loro unione nasce un figlio, Alessandro, che viene allevato prevalentemente dai nonni materni e muore di tumore a soli 5 anni.
In questo periodo avviene l'incontro letterario fondamentale della sua vita; legge l'Ulisse di James Joyce che lo affascina talmente da sconvolgerne il modo di pensare, sottraendogli gli ultimi residui di esistenzialismo. In seguito Dopo questo Carmelo Bene lascia Firenze e vagherà senza una meta, prima di approdare a Genova. Nel 1960 conosce e si lega in amicizia con Aldo Braibanti e Sylvano Bussotti il quale cura le musiche dello Spettacolo-concerto Majakovskij che si tiene a Bologna nello stesso anno. Con la seconda serie di repliche del Caligola del 1961 Bene diventa «regista di se stesso», e da Genova in poi, non delegherà più a nessun altro la regia del suo teatro. Tra il 1961 e il 1962 realizza il primo Amleto, «tutto shakespeariano, non ancora pervertito in Laforgue», e il primo Pinocchio.
Dal 1961 fino al 1963 costituisce il cosiddetto "Teatro Laboratorio". Viene in seguito chiuso
definitivamente a causa del fattaccio del «piscio» sulla platea e sull'ambasciatore argentino attribuito a Carmelo Bene, ma probabilmente perpetrato dal pittore argentino Alberto Greco. Al Teatro Laboratorio si allestiscono gli spettacoli cabaret con titoli significativi come Addio porco, una specie di happening, goliardata o presa in giro, che serviva a raggranellare denaro attirando gente snob e ricca a caccia di emozioni forti. Lo spettacolo Cristo '63 scatena più d'uno scandalo, fino ai tafferugli con la polizia.
Il 1964 segna l'anno del debutto al Teatro delle Muse della prima Salomè tratta da Oscar Wilde. Lo spettacolo è osannato da Ennio Flaiano e da Alberto Arbasino, oltre che dal critico John Francis Lane del Times; fu criticato invece aspramente da Giuseppe Patroni Griffi. Dello stesso anno è la Manon, spettacolo teatrale tratto dalla Manon Lescaut di Prevost.
Nel 1965 si cimenta anche come scrittore, producendo il paradossale testo Nostra signora dei Turchi, l'anno dopo, il romanzo viene adattato e messo in scena al teatro Beat '62.
Nel 1966 scrive il Credito italiano, anch'esso portato poi a teatro.
Viene portato in scena al Teatro delle Muse Il Rosa e il Nero, rivisitazione di The Monk di
Matthew Gregory Lewis.
Comincia negli stessi anni la sua parentesi cinematografica, prima come attore nel film di Pasolini Edipo Re, poi come regista del film Nostra signora dei Turchi, ancora una volta tratto da quel suo primo romanzo. Il film vince il premio speciale della giuria a Venezia e rimane un caso unico nell'ambito della sperimentazione cinematografica. In seguito, gira ancora due film Capricci (1969) e Don Giovanni (1970), mentre del 1972 è L'occhio mancante, libro edito da Feltrinelli e rivolto polemicamente ai suoi critici. Con Salomè (1972) e Un Amleto in meno (1973) si chiude la sua esperienza cinematografica, ripresa solo nel 1979 con l'Otello, girato per la televisione e montato solo in tempi recenti.
Il 1974 segna l'anno della sua prima apparizione in televisione con Quattro modi di morire in versi: Majakowski, Blok, Esenin, Pasternak con la collaborazione di Roberto Lerici e Angelo Maria Ripellino, che ottiene un grande successo di pubblico e critica e un indice d'ascolto elevatissimo.
Torna al teatro con La cena delle beffe (1974), con S.A.D.E. (1974) e poi ancora con Amleto (1975). Seguono numerose opere, ma molto rilevante è la sua cosiddetta "svolta concertistica", rappresentata in prima istanza da Manfred (1980), un lavoro basato sull'omonimo poema sinfonico di Schumann. Ottimi i successi di pubblico e critica. Nel 1981 dalla Torre degli Asinelli a Bologna recita la Lectura Dantis, poi negli anni '80 Pinocchio (1981), Adelchi (1984), Hommelette for Hamlet (1987), Lorenzaccio (1989) e L'Achilleide N. 1 e N. 2 (1989-1990). Dopo una pausa di 4 anni, pubblica nel 1995 la sua opera "omnia" nella collana dei Classici Bompiani, cui farà seguito nel 2000 il poemetto I mal de' fiori.
Muore a Roma il 16 marzo 2002.

 

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