lunedì 20 ottobre 2014

20 ottobre 1854: nasce Arthur Rimbaud


Jean Nicolas Arthur Rimbaud, poeta francese, nasce a Charleville, il 20 ottobre 1854, nella cittadina di Charleville, da Frédéric, capitano dell'esercito, e da Marie Catherine Vitalie Cuif, di una famiglia di proprietari terrieri di Roche, villaggio nei pressi di Attigny.
I genitori, sposati l'8 febbraio 1853, ebbero cinque figli, dopo la nascita dell'ultima figlia, Frédéric Rimbaud abbandonò la famiglia ritirandosi a Digione.
Dopo la partenza del marito Vitalie prese a firmarsi «la vedova Rimbaud» e visse con i figli in una modesta casa di rue de Bourbon, in un quartiere popolare di Charleville. Molto rigida e severa, le principali preoccupazioni erano la cura della rendita delle terre, l'educazione dei figli e la rispettabilità sociale.
Nel 1862 Arthur entrò da esterno, come il fratello Frédéric, all'Istituto Rossat.
Arthur era un allievo modello: nei tre anni passati all'Istituto Rossat vinse tredici premi e ottenne undici note di merito. Nella primavera del 1865 Mme Rimbaud, che nel frattempo aveva trovato una nuova casa nel rispettabile cours d'Orléans, decise di trasferire i due ragazzi al Collegio di Charleville. Arthur fu iscritto alla settima classe, e in ottobre era già in sesta. L'anno dopo fu autorizzato a frequentare la quarta classe.
Nel 1869 il «Moniteur de l'Enseignement secondaire» pubblicò tre suoi componimenti in latino, Ver erat, L'Ange et l'enfant e il Jugurtha che ottenne il primo premio al Concorso accademico. Il 2 gennaio 1870 nella «Revue pour tous» comparvero i suoi primi versi francesi, Les Étrennes des orphelins.
Da gennaio venne a insegnare nel collegio Georges Izambard, un giovane professore di retorica. Aveva solo cinque anni più di Rimbaud: ne divenne il confidente e gli fece conoscere Rabelais, Hugo, Banville e i parnassiani.
Rimbaud sottoponeva spesso i suoi versi appena composti  a Izambard, perché li esaminassero insieme. I primi furono i versi di Ophélie, scritti nel maggio del 1870.
La passione per la poesia spinse Rimbaud, il 24 maggio 1870, a scrivere a Banville, inviandogli tre poesie, Ophélie, Sensation e Soleil et chair, sperando, con il suo appoggio, di vederle pubblicate nel mensile «Le Parnasse contemporain». Non si conosce la risposta di Banville, ma i suoi versi non furono pubblicati.
Del resto, la sua ammirazione per i parnassiani non durò a lungo. Egli continua bensì a utilizzare, senza troppi scrupoli, i loro versi, ma li deforma seguendo un'intenzione satirica o scandalosa.
Il 6 agosto 1870 Rimbaud concluse l'anno scolastico guadagnando un nuovo premio. Il 13 agosto apparve sulla rivista satirica «La Charge» la sua poesia Première soirée, una satira dell'amore lezioso, come la successiva Les Reparties de Nina.
Il 29 agosto acquistò un biglietto ferroviario per Saint-Quentin, ma la sua destinazione era la più lontana Parigi. Alla Gare du Nord venne scoperto, consegnato alla polizia e, accusato di vagabondaggio, incarcerato nella prigione di Mazas in attesa di giudizio. Nel disordine delle comunicazioni in una Francia al collasso per la sconfitta nella guerra franco-prussiana, le sue lettere non raggiunsero la madre. Il 5 settembre Rimbaud scrisse a Izambard che pagò il suo debito e l'ospitò a Douai.
Qui frequentò la redazione del giornale diretto da Izambard «Le Libéral du Nord», e vi conobbe il giovane poeta Paul Demeny, direttore di una piccola casa editrice di Parigi, la «Librairie artistique», al quale affidò quindici sue poesie. Caduto Napoleone III, la Francia era repubblicana e ancora in guerra con la Prussia. Il 25 settembre erano previste a Douai le elezioni comunali e Rimbaud si fece notare nei comizi elettorali per il suo radicalismo rivoluzionario, mettendo in imbarazzo il moderato Izambard. Una lettera di Mme Rimbaud, che richiedeva il ritorno a casa del figlio, lo cavò d'impaccio e il 27 settembre Izambard accompagnò Arthur a Charleville.
Non ci rimase a lungo. L'8 ottobre era nuovamente in viaggio, parte a piedi e parte in treno, diretto a Charleroi, in Belgio. Qui si presentò alla redazione del «Journal de Charleroi», diretto dal padre di un suo compagno di scuola, il senatore Louis-Xavier des Essarts, offrendo la sua collaborazione. Invitato a cena, scandalizzò il senatore con la sua mancanza di buone maniere e con le sue convinzioni politiche, e fu cacciato di casa.
Non pare che si sia perso d'animo. Le poesie di questo periodo, Rêvé pour l'hiver, Au Cabaret-Vert, La Maline, Ma Bohème, raccontano della felicità del poeta vagabondo.
Da Charleroi raggiunse a piedi Bruxelles, dove fu ospitato per due giorni da Paul Durand, un amico d'Izambard. Da Bruxelles raggiunse in treno Douai presentandosi il 20 ottobre dalle zie d'Izambard, dove scrisse altri sette sonetti per l'editore Demeny, finché giunse una lettera di Mme Rimbaud che ingiungeva il riaccompagnamento forzato del figlio a casa e il 30 ottobre due gendarmi riportarono Arthur a Charleville.
La vicina cittadina di Mézières fu distrutta da un bombardamento prussiano il 1º gennaio 1871 e Charleville fu occupata poco dopo. Le scuole erano utilizzate come ospedali e l'anno scolastico sarebbe potuto riprendere soltanto il 23 aprile. Rimbaud non aveva alcuna intenzione di continuare gli studi e il 25 febbraio, venduto l'orologio, prese il treno per Parigi. Nella città affamata dall'assedio vagò per giorni, finché il 10 marzo riprese a piedi la via del ritorno a Charleville. Qui lo raggiunse la notizia che il 18 marzo a Parigi era stata proclamata la Comune. Ne fu felice e decise di ritornare nella capitale. Probabilmente partì da Charleville il 18 aprile e si sarebbe arruolato volontario tra i franchi tiratori della Comune.
Alla Comune Rimbaud dedicò tre poesie, Chant de guerre parisien, L'Orgie parisienne ou Paris se repeuple e Les Mains de Jeanne-Marie. 
La madre di Arthur, ormai rassegnata a non vederlo continuare gli studi, premeva perché almeno si trovasse un lavoro, gli negava anche gli spiccioli e minacciava di cacciarlo di casa. Lui frequentava la biblioteca pubblica e il caffè, fumando la pipa e facendosi offrire birra e tabacco in cambio della sua conversazione e delle sue poesie. Al café Dutherme conobbe un certo Charles Bretagne, che gli parlò di Verlaine, incontrato tempo prima nella casa del poeta a Fampoux, e gli consigliò di scrivergli, offrendo la propria raccomandazione.
Ai primi di settembre Rimbaud scrisse a Verlaine, spedendogli le poesie Les Effarés, Les Assis, Les Douaniers, Accroupissements e Le Coeur volé. Verlaine rimase entusiasta e gli rispose, offrendogli la propria ospitalità e inviandogli un biglietto ferroviario per Parigi.
Arrivato a Parigi il 24 settembre, Rimbaud fu ospitato nella casa dei suoceri di Verlaine a Montmartre, dove il poeta, alcolista e con alcune esperienze omosessuali nel recente passato, viveva allora con la moglie Mathilde Mauté de Fleurville, in avanzata attesa del loro primo figlio. Il 30 settembre Verlaine lo presentò ai Vilains Bonshommes, un circolo di poeti parnassiani.
Théodore de Banville gli mise a disposizione una soffitta quando l'imminente arrivo del suocero fece ritenere più prudente a Verlaine allontanarlo da casa. A metà ottobre si trasferì dal poeta e fotografo Charles Cros, altro amico di Verlaine, ma dopo due settimane, proprio quando era nato Georges, il figlio di Verlaine, scomparve.[
Passò diversi giorni di vagabondaggio solitario per le strade di Parigi, cercando di mantenersi vendendo portachiavi agli angoli delle vie e offrendo ai giornali articoli che gli furono rifiutati. Poi si sistemò all'Hôtel des Etrangers, in boulevard Saint-Michel, dove un gruppo di artisti bohémiens aveva affittato uno stanzone. Chiamati Zutistes, mettevano in ridicolo le poesie dei parnassiani. Di questi poeti resta un album al quale collaborò anche Rimbaud, l'Album zutique, che raccoglie disegni satirici e poesie scherzose e oscene, soprattutto parodie di versi di Coppée. Tra gli Zutistes, vi era anche il musicista Ernest Cabaner, che si guadagnava da vivere suonando il pianoforte in un café. La sua teoria, secondo la quale alle note musicali corrispondevano una vocale e un colore particolare, fu utilizzata da Rimbaud nella poesia Voyelles.
Una relazione colore-musica era già stata indicata da Voltaire nel 1738 nei suoi Éléments de la philosophie de Newton e dal padre Castel nel 1740 nell'Optique des couleurs, mentre Baudelaire nel Salon de 1846 aveva affrontato l'analogia tra colori, suoni e profumi, ripresa ancora nel sonetto Correspondances.
Verlaine ritrovò Rimbaud all'Hôtel des Etrangers. Il 15 novembre si fecero vedere abbracciati nel foyer dell'Odéon, dove si recitava L'Abandonnée di Coppée.
I due poeti non nascondevano la loro relazione e Rimbaud ne descriveva pubblicamente i particolari.Un'esplicita dichiarazione è anche il Sonnet du trou du cul, scritto a due mani da Verlaine e Rimbaud parodiando L'Idole di Albert Mérat. Quest'ultimo rifiutò di comparire con loro nel quadro di Fantin-Latour che li ritrae con altri poeti, e il pittore lo sostituì con un vaso di fiori.
Chiuso il circolo degli Zutistes, nel gennaio del 1872 Rimbaud andò ad abitare insieme con il giovane pittore Jean-Louis Forain in una soffitta di rue Campagne-Première, a Montparnasse.
Verlaine e Rimbaud continuarono a frequentarsi, spesso ubriachi. Il 2 marzo 1872, in uno dei consueti pranzi dei Vilains Bonshommes seguiti dalla lettura delle poesie dei convitati, Rimbaud prese a deridere Auguste Creissels mentre questi recitava il suo Sonnet du combat. Invitato a smetterla da Carjat, aggredì il fotografo con una canne-epée, un bastone munito di una lama, senza tuttavia ferirlo. Fu messo al bando dal circolo e fece ritorno a Charleville.
Forse qui scrisse Mémoire.
Verlaine e Rimbaud si tenevano in contatto. Rimbaud tornò a Parigi alla fine di maggio, alloggiò in tre modesti alberghi diversi e infine, insofferente dell'afa di Parigi, decise di partire per il Belgio. Per strada incontrò casualmente Verlaine, che lo seguì senza dir nulla alla moglie. Il 10 luglio passarono clandestinamente la frontiera a Pussemange.
Dopo un lungo vagabondaggio, arrivarono a Bruxelles, dove frequentarono la numerosa colonia dei comunardi lì emigrati, tutti sorvegliati dalla polizia belga e dai servizi francesi. Verlaine, spesso incerto sulle sue decisioni, scrisse alla madre a alla moglie, chiedendo loro di raggiungerlo. Il 21 luglio 1872 le due donne lo incontrarono a Bruxelles contando di riportarlo a casa, ma all'ultimo momento Verlaine cambiò idea, scendendo precipitosamente dal treno in partenza per la Francia.
Il 6 agosto Rimbaud e Verlaine lasciarono Bruxelles e dopo un nuovo girovagare nel nord del Belgio, il 7 settembre raggiunsero Ostenda, dove per la prima volta Rimbaud vide il mare. Imbarcatisi per l'Inghilterra, il 10 settembre erano a Londra, altra città che accoglieva molti rifugiati della Comune. Su indicazione del pittore Félix Régamey andarono ad abitare nella stanza appena lasciata libera da Eugène Vermersch in Howland street, a Soho.
Sempre sorvegliati dalla polizia, entrarono a far parte del socialista Cercle d'Études sociales, dove conobbero, tra gli altri, Camille Barrère, Lissagaray e Jules Andrieu, due protagonisti e storici della Comune, e si mantennero traducendo in francese lettere commerciali per conto di quotidiani americani. Verlaine era molto impegnato a una nuova raccolta di poesie, Rimbaud scoprì l'opera di Poe.
A metà dicembre Rimbaud tornò in Francia per passare le feste di Natale con la famiglia. Verlaine, depresso per la lontananza dell'amico-amante, si ammalò e fu raggiunto dalla madre, che spedì a Rimbaud il denaro per il viaggio di ritorno in Inghilterra. A metà gennaio Rimbaud era di nuovo a Londra.
Il 3 aprile  1873 Verlaine partì improvvisamente per stabilirsi da una zia a Jehonville, in Belgio, e trovare un accordo con la moglie Mathilde. Qualche giorno dopo anche Rimbaud lasciò Londra e l'11 aprile, si presentò a Roche, nella fattoria di famiglia Mme Rimbaud. In questo periodo iniziò a scrivere Une saison en enfer.
Rimbaud fu raggiunto da una lettera di Verlaine che il 18 maggio, da Bouillon, chiedeva d'incontrarlo, dopo che i suoi tentativi di riconciliarsi con la moglie erano falliti. Così, il 26 maggio, i due poeti s'imbarcarono nuovamente da Anversa per l'Inghilterra. A Londra si stabilirono in un appartamento nel quartiere di Camden Town, dove diedero qualche lezione privata di francese.
La loro convivenza, costellata da continui litigi, si fece insostenibile. Il 3 luglio Verlaine abbandonò improvvisamente Londra per il Belgio, lasciando Rimbaud senza un soldo. Scrisse a Rimbaud, all'amico Lepelletier e a Mme Rimbaud di essere deciso a uccidersi se sua moglie non fosse tornata con lui. L'8 luglio fu raggiunto da Rimbaud nell'albergo di Bruxelles dove si era stabilito con la madre. La mattina del 9 luglio Verlaine acquistò pistola e munizioni e in piena notte, quando Rimbaud lo informò di voler partire per Parigi, scoppiò un nuovo alterco. Presa la pistola, Verlaine sparò due colpi contro Rimbaud, che fu ferito da un proiettile al polso sinistro.
Accompagnato dai Verlaine, Rimbaud si fece medicare in ospedale. Tornati poi in albergo, Rimbaud fece i bagagli e a sera tutti s'incamminarono verso la stazione. Improvvisamente Verlaine, che non smetteva di implorare Rimbaud di restare, sembrò voler afferrare nuovamente l'arma. Rimbaud fuggì via: trovato un poliziotto, fece arrestare Verlaine.
Rimbaud fu ricoverato per nove giorni in ospedale, dove fu interrogato: attenuò le responsabilità di Verlaine e ritirò la denuncia. Dimesso il 19 luglio, si trattenne ancora qualche giorno in una pensione, dove fu ritratto da un pittore dilettante, Jef Rosman, e finalmente fece ritorno nella fattoria materna di Roche. L'omosessualità e le opinioni politiche di Verlaine pesarono negativamente sul giudizio dei giudici, che l'8 agosto lo condannarono a due anni di prigione da scontare nel carcere di Mons. Per buona condotta, ne uscì dopo diciotto mesi di detenzione il 16 gennaio del 1875.
La madre di Rimbaud gli anticipò il denaro per la pubblicazione di Une saison en enfer, di cui il poeta lasciò una copia a Verlaine, lasciandola alla portineria del carcere.
A novembre, Rimbaud fu a Parigi dove, conoscendo lo scandalo di Bruxelles, tutti i vecchi conoscenti gli voltarono le spalle, tranne Germain Nouveau, un giovane poeta suo ammiratore. Si accordarono per partire insieme per Londra nella primavera successiva. Rimbaud passò l'inverno a Charleville, poi alla fine del marzo del 1874 si stabilì con Nouveau a pensione dalla famiglia Stephens. In giugno, Nouveau preferì tornare in Francia. Ammalatosi, Rimbaud chiese alla madre di raggiungerlo e il 6 luglio Madame Rimbaud e la sorella Vitalie si stabilirono con lui in una pensione di Argyle square.
I suoi famigliari tornarono a Charleville il 31 luglio, quando egli sembrò aver trovato lavoro fuori Londra, forse a Scarborough. A novembre era a Reading, insegnante di francese in una scuola privata, ma già il 29 dicembre Rimbaud faceva ritorno a Charleville. Il 13 febbraio 1875, intenzionato ad apprendere il tedesco, partì a piedi per Stoccarda, dove alla fine di febbraio ricevette la visita di Verlaine. Fu il loro ultimo incontro, durante il quale Rimbaud consegnò a Verlaine i manoscritti delle Illuminations, i poemetti in prosa che sono la sua ultima fatica letteraria. Saranno pubblicati a sua insaputa nel 1886.
Nel 1875, all' età di ventuno anni, Arthur aveva smesso di scrivere, ma, sempre viaggiatore ed amante delle lingue, partì verso est, navigando sino a Giava, trovò lavoro come capo miniera a Cipro, stabilendosi infine nell' Africa dell'est, dove trascorse i suoi ultimi anni come commerciante e contrabbandiere di armi. Nel 1891 un tumore alla gamba lo costrinse a fare ritorno in Francia per ricevere adeguate cure mediche. Fu proprio lì che, in un ospedale marsigliese, morì il 10 novembre dello stesso anno.

Una stagione all'inferno
Incipit

Un tempo, se ben ricordo, la mia vita era un festino dove si schiudeva ogni cuore, ogni vino scorreva.
Una sera, feci sedere la Bellezza sulle mie ginocchia. — E la trovai amara. — E l'ingiuriai.
Mi armai contro la giustizia.
Fuggii. Oh streghe, oh miseria, oh odio, a voi il mio tesoro fu affidato!
Riuscii a cancellare dal mio spirito ogni speranza umana. Su ogni gioia per strangolarla feci il balzo sordo della bestia feroce.
Invocai i carnefici per mordere morendo il calcio dei loro fucili. Invocai i cataclismi per soffocarmi con la sabbia, il sangue. La sciagura fu la mia dea. Mi stesi nel fango. Mi asciugai al vento del crimine. E giocai brutti tiri alla follia.
E la primavera mi portò il riso orrendo dell'idiota.

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