venerdì 3 gennaio 2014

3 GENNAIO 1892: NASCE JRR TOLKIEN



John Ronald Reuel Tolkien è stato scrittore, filologo e linguista, autore di opere come Il signore degli anelli, Lo Hobbit e Il Silmarillion, considerate pietre miliari del genere fantasy.
Nacque il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, in Sudafrica, da genitori inglesi, emigrati perché il padre Arthur aveva ottenuto un posto di lavoro alla Bank of Africa. Nell’aprile del 1895, la madre Mabel dovette far ritorno in Inghilterra per un periodo di tempo a causa del clima troppo caldo, dannoso per la salute di John Ronald e del fratello Hilary nato da poco. Durante la loro assenza, il padre morì per le conseguenze di una febbre reumatica.
La madre dovette quindi prendere una decisione: non aveva senso che tornassero di nuovo in Sudafrica, e quindi dovette cercare una casa in Inghilterra. Trovarono infine una buona sistemazione a Sarehole, un piccolo villaggio vicino Birmingham, immerso nella campagna inglese. Questo paesaggio ebbe un profondo effetto sul piccolo Tolkien, tanto che nelle sue opere successive egli creò una regione, chiamata Contea, modellata sui paesaggi rurali della campagna nei pressi di Birmingham.
Imparò a leggere e scrivere molto piccolo; la madre gli fece da prima insegnante, trasmettendogli la propria passione per le lingue, soprattutto per il latino. Oltre al significato delle singole parole, al giovane Tolkien interessavano il suono e la forma delle stesse: per lui era paragonabile all’ascoltare della buona musica; si rivelò inoltre un buon disegnatore (caratteristica che in futuro gli permetterà di creare egli stesso le illustrazioni per i propri lavori letterari).
In questi primi anni di vita si può collocare anche la scoperta per John Ronald della lingua gallese: la nuova casa in cui si trasferirono per avvicinarsi alla scuola si affacciava sulla ferrovia, e la sua attenzione fu attirata dalle scritte sui vagoni dei treni, che per l’appunto erano in gallese. Una lingua che lo affascinò immediatamente, perché se pur antica era ancora viva: su questa, infatti, poi basò una delle due lingue elfiche che inventò, il Sindarin.
Nel novembre del 1904 morì Mabel, l’amata madre, e questo lutto segnò profondamente le scelte future di Tolkien: da un lato egli si dedicò intensamente alla religione cattolica, quasi che questa prendesse nel suo cuore il posto precedentemente occupato dalla madre, dall’altro decise che si sarebbe dedicato agli studi linguistici, perché era stata la madre ad incoraggiarlo in questa direzione.
Nei primi anni del 1900, venne a contatto con l’Antico inglese, ovvero l’anglosassone, lingua che lo avvinceva, più da un punto di vista storico che estetico rispetto al gallese; si cimentò per la prima volta con il Beowulf, per poi passare al Medio inglese e al Sir Gawain and the Green Knight e al Pearl, opere di cui divenne un approfondito conoscitore.
Nel 1908 conobbe Edith Bratt, la ragazza che nel 1916, dopo non pochi impedimenti, diventerà sua moglie, la compagna di un’intera esistenza.
Nel 1911 vinse una borsa di studio Open Classical all’Exeter College di Oxford, dove scelse l’indirizzo di filologia comparata. Nel 1913 abbandonò la sezione di studi classici per dedicarsi agli studi di lingua e letteratura inglese, specializzandosi negli studi linguistici; lesse l’Edda in prosa e scoprì il norvegese antico, che lo influenzò in maniera profonda e duratura nella creazione dell’altro dei suoi linguaggi elfici, il Quenya. La sua immaginazione fu come risvegliata dall’incontro con queste antiche saghe e leggende.
Allo scoppio della prima Guerra Mondiale, Tolkien iniziò l’addestramento militare, ma per una specifica disposizione governativa poté continuare a frequentare l’università, e non partì per il fronte fino al conseguimento della laurea nel 1915; dovette compiere il suo dovere come sottotenente nei Fucilieri del Lancashire, specializzandosi in comunicazioni e segnalazioni. L’anno seguente la sua Compagnia fu mandata al fronte in Francia, dove Tolkien partecipò alla battaglia della Somme; ciò che gli salvò la vita fu la cosiddetta “febbre da trincea”, e fu rimpatriato per ricevere le cure necessarie. Ma gli orrori della guerra di trincea lasciarono in lui un profondo segno, che ritroveremo nei suoi futuri romanzi.
Nel 1918 trovò lavoro ad Oxford come assistente lessicografo per il New English Dictionary, e iniziò anche a insegnare l’anglosassone presso alcuni college; la raggiunta stabilità economica gli permise inoltre di dedicarsi alla scrittura. Successivamente, ottenne il posto di lettore di lingua inglese all’Università di Leeds, e con questo ebbe inizio la sua carriera accademica, che lo porterà nel 1925 a divenire docente di Studi anglosassoni ad Oxford.
Agli inizi degli anni Trenta, con gli amici C.S. Lewis e Charles Williams, fonda gli Inklings, un gruppo di letterati che si proponevano di rivitalizzare la tradizione narrativa del fantastico, capace di attingere al mito e alla favola e di proporre saldi valori morali, in contrapposizione agli intellettuali di sinistra che volevano creare una letteratura di classe.
Specializzato nel dialetto medievale dell'Inghilterra centro-occidentale (di cui era originaria la sua famiglia), tradusse e commentò molti testi antichi che vengono ancor oggi studiati. Fu soprattutto tra il 1920 ed il 1930 che scrisse e fece correre la sua fervida immaginazione. I suoi lavori si distinguevano in due categorie: le storie inventate per i suoi figli e le leggende e le mitologie del suo mondo. Il tassello per unire queste due realtà arrivò all'improvviso quando, in una calda giornata estiva alla fine degli anni venti, su un foglio bianco scrisse: «In un buco nel terreno viveva uno hobbit». Quel nome colpì a tal punto la sua sensibilità di filologo da spingerlo a scrivere una storia avente come protagonista uno Hobbit, per spiegare meglio cosa fossero queste strane creature.
Nel 1937 l'opera venne pubblicata con il titolo Lo Hobbit: il libro è pensato per i più piccoli ma vi si può intravedere  uno sfondo ben più vasto e complesso. Il libro riscosse grande successo tanto che Tolkien, su richiesta dell'editore,  mise mano a tutto il materiale, scritto e non, che aveva prodotto fino ad allora. Tolkien infatti aveva già cominciato  fin dal 1917 a "costruire" la Terra di Mezzo, ovvero il mondo incantato in cui si svolgono tutte le avventure descritte.
Pur essendo Lo Hobbit la sua opera prima di narrativa, rappresentò una tappa fondamentale nella sua carriera di  scrittore: infatti attorno al nucleo originario di quest'opera l'autore sviluppò, nel decennio successivo, il suo mondo  immaginario che lo ha reso celebre, quello della Terra di Mezzo, che prese forma soprattutto in quell'epica fantastica  che è Il Signore degli Anelli, unanimemente riconosciuta come la sua opera più importante. Scritta in una lingua molto ricercata che cerca di ricostruire la semplicità e la severità dell'inglese medievale, l'opera – considerata dall'autore come un unico libro e non una trilogia – viene inizialmente pubblicata per ragioni economiche e editoriali in tre distinti volumi: La Compagnia dell'Anello (1954), Le Due Torri (1955) e Il Ritorno del Re (1955).
Successivamente è stata pubblicata sia in un unico volume che in tre.
Dopo Le avventure di Tom Bombadil (1962), una raccolta di poesie sullo strano personaggio, Tolkien pensò alla possibilità di mettere in musica le molte canzoni di cui si dilettano i suoi personaggi: nel 1968, il musicista Donald Swann pubblicò un ciclo di liriche su testi di Tolkien, dal titolo The Road Goes Ever On. Negli anni seguenti Tolkien lavorò ad un'altra opera, Il Silmarillion — iniziata in verità già dal 1917 — che portò avanti fino alla morte, ma che non riuscì a concludere. Dall'immenso repertorio mitico lasciato in eredità da Tolkien sono nate opere come I racconti perduti, I racconti ritrovati e I racconti incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo, pubblicate dopo la morte dell'autore dal figlio Christopher. Grande amante della natura, trascorse gli ultimi anni della sua vita (dopo il suo ritiro avvenuto il 1969) nella città costiera di Bournemouth dove morì, a 81 anni, il 2 settembre del 1973, due anni dopo la morte di Edith. Sono sepolti insieme nel cimitero di Wolvercote, nei sobborghi di Oxford. Come segno del suo attaccamento alla sua opera decise di fare scolpire sulla lapide della moglie il nome Lúthien e sulla sua il nome Beren, protagonisti della romantica storia del Silmarillion.

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