domenica 4 gennaio 2015

Le vere gothic ladies: Harper Lee

Un'altra importante esponente del Southern Gothic è Harper Lee, nota soprattutto per il romanzo Il buio oltre la siepeTo Kill a Mockingbird, 1960), per cui vinse il premio Pulitzer, un'opera dedicata al tema della segregazione razziale nel sud degli Stati Uniti, rappresenta un inno alla tolleranza.
Gli elementi tipicamente "southern gothic" presenti in  Il buio oltre la siepe sono: il timore per il diverso (in questo caso le persone di colore, ma non solo), un personaggio che, fino alla fine del romanzo, sembra quasi spettrale perché sconosciuto, quello cioè di Boo Radley, l'alienazione di alcuni personaggi rispetto alla maggioranza, alcuni eventi che, a prima vista, sembrano inquietanti e soprannaturali, finché non vengono spiegati.
L'autrice fu amica, fin dall'infanzia, di Truman Capote, tanto che un personaggio del suo romanzo, Dill, era ispirato a lui.


Nata in Alabama, figlia di un avvocato, ha tre fratelli.
Fu proprio l'amico Truman Capote a consigliarle di scrivere racconti. Lasciò il lavoro per scrivere il suo primo libro, Il buio oltre la siepe, che le diede la fama e per il quale si ispirò alla sua famiglia e agli ambienti della sua città.
Pubblicato nel 1960, il libro le valse il premio Pulitzer. Dal romanzo fu tratto, nel 1962, l'omonimo film, diretto da Robert Mulligan, prodotto da Alan J. Pakula e interpretato da Gregory Peck (nel ruolo di Atticus Finch), che venne premiato con 3 Oscar.
Il 5 novembre 2007 è stata premiata con la più alta onorificenza civile statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà, per il suo primo e più famoso romanzo che, secondo la motivazione del premio, "Ha influenzato il carattere del nostro paese in meglio. È stato un dono per il mondo intero. Come modello di buona scrittura e sensibilità umana questo libro verrà letto e studiato per sempre".


Incipit di Il buio oltre la siepe

Jem, mio fratello, aveva quasi tredici anni all'epoca in cui si ruppe malamente il gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono i timori di dover smettere di giocare a football, Jem non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po' più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo. Poi, quando di anni ne furono trascorsi tanto da poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all'estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l'idea di far uscire di casa Boo Radley.

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