domenica 14 dicembre 2014

Le vere gothic ladies: Charlotte Brontë

Charlotte Brontë, la maggiore delle sorelle Brontë, col suo romanzo Jane Eyre ha ritratto un tipo di eroina diversa dai soliti romanzi gotici, una giovane donna che, pur innamorandosi di un personaggio maschile tipicamente byroniano, mostra d'essere indipendente, anticonvenzionale, in grado di affrontare da sola le avversità, aggiungendo un nuovo tassello al genere gotico.


Nata nel 1816, figlia di un ecclesiastico irlandese, nel 1820 si stabilì con la famiglia a Haworth, nella regione delle brughiere. Fin dall'infanzia Charlotte, lasciata sovente a se stessa, insieme con le sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, creò con loro un mondo immaginario, sul quale i ragazzi costruirono complicati cicli di storie infantili. Studiò in modo irregolare presso due collegi, nel secondo dei quali tornò poi come insegnante dal 1835 al 1838. Dopo aver lavorato per un breve periodo come istitutrice, si recò a Bruxelles e qui, nel 1843, insegnò in una scuola. Tornata a Haworth, nel 1854 sposò il coadiutore del padre, A.B. Nicholls, e cominciò a scrivere romanzi: il primo, Il professore (The professor), fu pubblicato solo nel 1859, mentre il secondo, Jane Eyre (1847), ebbe un successo immediato: ma parte della critica restò scandalizzata dalla descrizione della passione amorosa della protagonista, una donna rispettabile. Seguirono Shirley (1849) e Villette (1852), quest’ultimo, come Il professore, parzialmente autobiografico. Morirà nel 1855, quando sarà in attesa del primo figlio.



Incipit di Jane Eyre

In quel giorno era impossibile passeggiare. La mattina avevamo errato per un'ora nel boschetto spogliato di foglie, ma dopo pranzo (quando non vi erano invitati, la signora Reed desinava presto), il vento gelato d'inverno aveva portato seco nubi così scure e una pioggia così penetrante, che non si poteva pensare a nessuna escursione.
Ne ero contenta. Non mi sono mai piaciute le lunghe passeggiate, sopra tutto col freddo, ed era cosa penosa per me di tornar di notte con le mani e i piedi gelati, col cuore amareggiato dalle sgridate di Bessie, la bambinaia, e con lo spirito abbattuto dalla coscienza della mia inferiorità fisica di fronte a Eliza, a John e a Georgiana Reed.

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