mercoledì 10 dicembre 2014

Le vere gothic ladies: l'antesignana Ann Radcliffe

Inizia una rassegna giornaliera delle vere gothic ladies della letteratura, altro che la Meyer e le altre autrici degli odierni sciropposi romanzi pseudo gotici.
Ovviamente è doveroso cominciare da Ann Radcliffe, la prima signora della letteratura gotica.



Nata ad Holborn (Londra, Inghilterra) come Ann Ward, si sposò a 23 anni (nel 1787) con William Radcliffe, un giornalista dell'English Chronicle. Iniziò a scrivere racconti per divertimento e dietro incoraggiamento del marito.
Nel 1789 pubblicò The Castles of Athlin and Dunbayne, in cui è già presente l'atmosfera alla base della maggior parte dei suoi lavori, in particolare la tendenza a coinvolgere innocenti e giovani eroine nelle vicende descritte, che solitamente si svolgono in tenebrosi castelli governati da nobili dal passato misterioso.
Il romanzo della foresta
Le sue opere divennero estremamente popolari, specialmente tra le giovani lettrici che cercavano nei suoi libri qualcosa di più eccitante del ricamo. Tra le sue opere più conosciute ricordiamo Romanzo siciliano (1790), Il romanzo della foresta (1791), I misteri di Udolpho (1794) e L'italiano (1797).
Il successo de Il romanzo della foresta consacrò la Radcliffe come l'esponente più significativa del romanzo storico in chiave gotica. I suoi romanzi successivi furono accolti con grande entusiasmo e produssero un nutrito gruppo di imitatori. Alcuni grandi scrittori, inoltre, presero spunto dall'atmosfera in essi presente per ricrearla nei loro lavori. Questo successe a Jane Austen, estimatrice del filone gotico e delle opere della Radcliffe, in Northanger Abbey nel quale ritroviamo una parodia dell'opera I misteri di Udolpho ma non per disprezzarla quanto per ricordare l'importanza delle prime autrici di romanzi femminili di fine Settecento.


Incipit de I Misteri di Udolpho.

Ogni eccesso è peccaminoso: perfino un dolore in origine lodevole si trasforma in una passione ingiusta ed egoista se vi indulgiamo a spese dei nostri doveri, intendendo per tali quanto dobbiamo a noi stessi non meno che agli altri’
‘Che significa tutto ciò, Annette?’ chiese quando la raggiunse ‘Che cos’hai sentito dire di quel quadro per rifiutarti di restare quando io te lo ordino?’ ‘Non so cosa significhi, mademoiselle né so altro su quel quadro. Ho solo sentito dire che c’è qualcosa di terribile che lo riguarda e che da allora è sempre stato velato di nero e.. Nessuno lo guarda da anni. È in qualche modo collegato con il precedente proprietario del castello..’
‘Mia cara Emily non permettete alla madre badessa di contaminare la vostra mente con queste fantasie. Vi insegnerà ad aspettarvi che uno spettro faccia la sua comparsa in ogni stanza buia. Ma credetemi l’apparizione dei defunti non si verifica per motivi futili o scherzosi, per terrorizzare o sbalordire i pavidi’

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