sabato 3 maggio 2014

3 MAGGIO: AUGURI A LUCE IRIGARAY


Luce Irigaray,  filosofa, psicoanalista e linguista belga, nasce a Blaton, il 3 maggio 1930.
Studia filosofia presso l'Università di Lovanio e si laurea nel 1955. Dopo aver insegnato in un liceo di Bruxelles, si trasferisce in Francia. Nel 1961 riceve una laurea in psicologia presso l'Università di Parigi e nel 1962 il Diploma di psicopatologia. Dal 1962 al 1964 lavora per la Fondazione Nazionale della Ricerca Scientifica in Belgio. Dopodiché inizia a lavorare come assistente presso il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, dove è attualmente direttrice di ricerca. Nel 1968 riceve un Dottorato in Linguistica. Nel 1969 analizza Antoniette Fouque, una leader femminista dell'epoca. Dal 1970 al 1974 insegna presso l'Università di Vincennes. In questo periodo diventa un membro dell'EFP (Ecole Freudienne de Paris, fondata da Jacques Lacan). Nel 1974 pubblica la sua tesi di dottorato Speculum, de l’autre femme dove critica con pungente ironia il pensiero di Freud e di Lacan sulla sessualità femminile. Questo libro, che provoca molte polemiche, segna la sua rottura con Lacan e la porta alla sospensione dall’incarico di insegnante presso l’università di Vincennes.
Irigaray riesce a trovare un nuovo pubblico nei circoli femministi a Parigi (viene inoltre coinvolta in manifestazioni per la contraccezione e per il diritto all'aborto). Tiene molti seminari e conferenze in tutta Europa, decine dei quali vengono raccolti e pubblicati, diventando uno dei punti di riferimento dei movimenti femministi francesi e italiani.
Nel 1982 ottiene la cattedra di filosofia all'Università Erasmus di Rotterdam. Nel 1991 viene eletta deputata al Parlamento Europeo. Nel 1993 scrive, direttamente in italiano, Amo a te. Nel dicembre 2003 l’Università di Londra le conferisce la laurea honoris causa in letteratura. Dal 2004 al 2006 è stata visiting professor nel dipartimento di Lingue e Letterature Straniere presso l'Università di Nottingham. Nel 2007 viene affiliata con l'Università di Liverpool. Nel 2008 le viene assegnata la laurea honoris causa in Letteratura dallo University College di Londra.
Luce Irigaray ha dedicato tutta la sua ricerca all'elaborazione e creazione di un pensiero della differenza sessuale. Ciò che la distingue dalle altre femministe è che la differenza sessuale è per lei la forza della nostra società, che è costituita da una molteplicità di differenze: linguistiche, religione, culturali. Tutte si basano sulla differenza sessuale, la differenza basilare da considerare cioè, per poi poter considerare tutte le altre, è la differenza tra uomo e donna. Solo rispettando questa base tutte le altre differenze, soprattutto in una cultura come quella di oggi in cui le differenze sono l’identità degli individui, potranno essere rispettate a loro volta. Per Luce Irigaray la differenza sessuale è il conoscersi, l’appropriarsi delle proprie caratteristiche e nel rispetto di esse, delle nostre e di quelle degli altri. Rispettare la propria differenza e le differenze altrui è la chiave per una convivenza pacifica e rispettosa.


Citazioni di Luce Irigaray

Per promuovere un mondo nuovo, c'è bisogno di pensiero. Non basta fermarsi a qualche slogan concernente il potere, la soggettività femminile, la politica del fra donne eccetera. Si tratta di riflettere su quale contenuto oggettivo si mette dietro gli slogan, e di verificare se questo contenuto si possa condividere e come. Se ogni donna si accontenta di rivendicare il diritto alla propria soggettività, temo che una condivisione pubblica fra le donne non potrà mai esserci. Lo stesso vale se le donne si accontentano di cercare di appropriarsi di un'oggettività culturale e politica definita da e per gli uomini. Il compito più importante che le donne oggi devono assumere è lavorare alla loro individuazione come persone civili e culturali. La politica, per non dire la democrazia, dovrebbe essere un affare di convivenza civile fra le persone prima di essere un affare di rivalità per il possesso, il potere, la poltrona.

Anche se è per natura pubblica, la prostituzione dovrebbe allora rimanere invisibile. Ma come una cosa pubblica può esercitarsi in modo nascosto? Questo è il paradosso legato alla prostituzione: esiste a condizione che non si sappia e che non si veda che esiste. Di conseguenza, è cacciata da tutti i luoghi pubblici in cui si potrebbe sapere o vedere che si esercita: le case di tolleranza, le strade, eccetera. Non c'è nulla di strano in tale contraddizione. La prostituzione partecipa della sorte riservata alla sessualità nella nostra cultura: esiste a patto che non si sappia, che non si manifesti in quanto tale.

L'attrazione sessuale è ciò che ci può facilitare il passaggio dai bisogni individuali legati alla sopravvivenza a una condivisione con l'altro. È ciò che ci può aiutare a trascendere il nostro corpo come materia attraverso il desiderio, un desiderio che fa da ponte e mediazione tra corpo e anima, e anche fra l'altro e noi stessi. Questa spiritualizzazione del corpo e dell'amore carnale è resa impossibile per mancanza di una cultura della sessualità, per la sua repressione e riduzione a un bisogno, sessuale e perfino procreativo, che non ha più nulla di propriamente umano. Troppo spesso, la nostra tradizione, specialmente la nostra tradizione morale, incoraggia questa decadenza dell'attrazione amorosa che fa nascere nella stessa anima ogni sorta di fantasmi e desideri sostitutivi. Da allora, non è più soltanto il corpo che è prostituito o si prostituisce, ma l'anima che si vende per ottenere soldi, potere o gloria.

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