Il cinema ha sempre subito
il fascino dell'opera e del personaggio di Edgar Allan Poe.
A cominciare da La
caduta della casa Husher degli 1928, film muto diretto da Jean
Epstein e sceneggiato da Luis Buñuel e Il Dottor Miracolo
(tratto da I delitti
della Rue Morgue), film del 1932
di Robert Florey, interpretato da Bela Lugosi.
Ma
l'epoca d'oro per le trasposizioni cinematografiche delle opere di
Poe sono stati gli anni Sessanta, con la Hammer e il regista Roger
Corman.
A
cominciare da I vivi e i morti (House
of Usher del 1961), con la quasi
costante partecipazione di Vincent Price, Corman diede vita a un vero
e proprio ciclo di pellicole dedicate a Poe, tra cui Il
pozzo e il pendolo (The
Pit and the Pendulum, 1961),
Sepolto vivo (Premature
Burial, 1962), I
racconti del terrore (Tales
of Terror, 1962), I
maghi del terrore (The
Raven, 1963), La
Maschera della morte rossa (The
Masque of the Red Death, 1964) e
si chiude con La tomba di Ligeia
(The Tomb of Ligeia,
1964).
Questi
film a basso costo, ma con un gran successo commerciale, erano
tutt'altro che fedeli alle opere di Poe e spesso ne davano
un'immagine molto stereotipata, eppure esercitavano un certo fascino
elegantemente gotico e teatrale.
Altre
produzioni interessanti di quegli anni sono Danza macabra
del 1964 di Antonio Margheriti,
Il giardino delle torture
del 1967 di Freddie Francis e Tre passi nel delirio del
1968.
In
Danza macabra appare
il personaggio stesso di Edgar Allan Poe, intervistato sulla fonte
d'ispirazione delle proprie opere (che definisce tratte da vicende
realmente accadute), il grande successo di questo film porterà il
regista a girarne un remake, Nella stretta morsa del ragno,
nel 1971.
Il
quarto episodio de Il giardino delle torture,
L’uomo che collezionava Poe,
è anch'esso legato alla figura di Poe e ai misteri legati alla sua
vita e alle sue opere.
In
Tre passi nel delirio
tre noti registi, Roger Vadim, Louis Malle, e Federico Fellini,
adattano rispettivamente Metzengerstein, William Wilson e
Non scommettere la testa col diavolo,
i primi due molto più fedeli ai testi originali, mentre Fellini
reinterpreta la storia mostrandoci un alter ego di Poe, il
personaggio protagonista Toby Dammit (interpretato da Terence Stamp),
colmo di angoscia e tormento.
Un
altro regista che ha subito il fascino dell'opera di Poe è Jan
Svankmajer, traendone l'ispirazione per diversi corti, come La
casa Usher (1982) e The
Pit, the Pendulum and Hope (1984).
Del
1990 è Due occhi diabolici,
realizzato a quattro mani da George Romero e Dario Argento, film
composto da due episodi concepiti come omaggio a Edgar Allan Poe, in
cui Romero dirige Fatti nella vita del signor Valdemar
e Argento Il gatto nero
(in quest'ultimo episodio troviamo però anche riferimenti ad altre
opere dello scrittore di Boston).
Tra
le produzione più recenti sono da segnalare Twixt di
Francis Ford Coppola (2011), The Raven
di James McTeigue e P.O.E. Poetry of Eerie
(entrambi del 2012).
In
Twixt appare lo
spettro dello scrittore (interpretato da Ben Chaplin), come guida del
protagonista, mentre nel thriller The Raven vengono
immaginati i suoi ultimi giorni di vita, che lo vedrebbero impegnato
ad aiutare la polizia a trovare un serial killer che emula i suoi
racconti,
P.O.E. Poetry of Eerie
è invece una produzione indipendente italiana basata sui racconti di
Edgar Allan Poe, un film composto da 13 episodi diretti da vari
registi, ispirati a racconti come Il cuore rivelatore, Il
gatto nero, La tomba di Ligeia e
Berenice.
Da
anni il regista Tim Burton accarezza l'idea di girare un film sulla
vita di Edgar Allan Poe, visto l'ammirazione che nutre per le sue
opere e la loro influenza sul suo cinema; un omaggio che potrebbe
rivelarsi interessante in quanto realizzato da uno dei registi più
"gotici" degli ultimi anni.
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