domenica 19 gennaio 2014

EDGAR ALLAN POE NEL CINEMA


Il cinema ha sempre subito il fascino dell'opera e del personaggio di Edgar Allan Poe.
A cominciare da La caduta della casa Husher degli 1928, film muto diretto da Jean Epstein e sceneggiato da Luis Buñuel e Il Dottor Miracolo (tratto da I delitti della Rue Morgue), film del 1932 di Robert Florey, interpretato da Bela Lugosi.
Ma l'epoca d'oro per le trasposizioni cinematografiche delle opere di Poe sono stati gli anni Sessanta, con la Hammer e il regista Roger Corman.
A cominciare da I vivi e i morti (House of Usher del 1961), con la quasi costante partecipazione di Vincent Price, Corman diede vita a un vero e proprio ciclo di pellicole dedicate a Poe, tra cui Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum, 1961), Sepolto vivo (Premature Burial, 1962), I racconti del terrore (Tales of Terror, 1962), I maghi del terrore (The Raven, 1963), La Maschera della morte rossa (The Masque of the Red Death, 1964) e si chiude con La tomba di Ligeia (The Tomb of Ligeia, 1964).
Questi film a basso costo, ma con un gran successo commerciale, erano tutt'altro che fedeli alle opere di Poe e spesso ne davano un'immagine molto stereotipata, eppure esercitavano un certo fascino elegantemente gotico e teatrale.
Altre produzioni interessanti di quegli anni sono Danza macabra del 1964 di Antonio Margheriti, Il giardino delle torture del 1967 di Freddie Francis e Tre passi nel delirio del 1968.
In Danza macabra appare il personaggio stesso di Edgar Allan Poe, intervistato sulla fonte d'ispirazione delle proprie opere (che definisce tratte da vicende realmente accadute), il grande successo di questo film porterà il regista a girarne un remake, Nella stretta morsa del ragno, nel 1971.
Il quarto episodio de Il giardino delle torture, L’uomo che collezionava Poe, è anch'esso legato alla figura di Poe e ai misteri legati alla sua vita e alle sue opere.

In Tre passi nel delirio tre noti registi, Roger Vadim, Louis Malle, e Federico Fellini, adattano rispettivamente Metzengerstein, William Wilson e Non scommettere la testa col diavolo, i primi due molto più fedeli ai testi originali, mentre Fellini reinterpreta la storia mostrandoci un alter ego di Poe, il personaggio protagonista Toby Dammit (interpretato da Terence Stamp), colmo di angoscia e tormento.
Un altro regista che ha subito il fascino dell'opera di Poe è Jan Svankmajer, traendone l'ispirazione per diversi corti, come La casa Usher (1982) e The Pit, the Pendulum and Hope (1984).
Del 1990 è Due occhi diabolici, realizzato a quattro mani da George Romero e Dario Argento, film composto da due episodi concepiti come omaggio a Edgar Allan Poe, in cui Romero dirige Fatti nella vita del signor Valdemar e Argento Il gatto nero (in quest'ultimo episodio troviamo però anche riferimenti ad altre opere dello scrittore di Boston).
Tra le produzione più recenti sono da segnalare Twixt di Francis Ford Coppola (2011), The Raven di James McTeigue e P.O.E. Poetry of Eerie (entrambi del 2012).

In Twixt appare lo spettro dello scrittore (interpretato da Ben Chaplin), come guida del protagonista, mentre nel thriller The Raven vengono immaginati i suoi ultimi giorni di vita, che lo vedrebbero impegnato ad aiutare la polizia a trovare un serial killer che emula i suoi racconti,
P.O.E. Poetry of Eerie è invece una produzione indipendente italiana basata sui racconti di Edgar Allan Poe, un film composto da 13 episodi diretti da vari registi, ispirati a racconti come Il cuore rivelatore, Il gatto nero, La tomba di Ligeia e Berenice.
Da anni il regista Tim Burton accarezza l'idea di girare un film sulla vita di Edgar Allan Poe, visto l'ammirazione che nutre per le sue opere e la loro influenza sul suo cinema; un omaggio che potrebbe rivelarsi interessante in quanto realizzato da uno dei registi più "gotici" degli ultimi anni.



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