sabato 18 gennaio 2014

I DIAVOLI DI KEN RUSSELL


I Diavoli (The Devils) è un film del 1971 del controverso regista Ken Russell.
Tratto dall'omonimo dramma teatrale di John Whiting, a sua volta ispirato al romanzo di Aldous Huxley, I diavoli di Loudun.
La vicenda prendeva inoltre spunto da un fatto veramente accaduto in Francia, nella prima metà del XVII secolo, considerato come il più famoso caso di possessione demoniaca di massa della storia, epilogo di un periodo costellato dalla guerra di religione che imperversò in Francia negli ultimi cinquant'anni tra i cattolici e gli ugonotti.
L'argomento era dunque già scottante di per sé, tanto più lo divenne in mano al provocatorio regista.
Il prodotto finale sarà estremamente visionario, di forte impatto visivo e sconvolgente nei contenuti.

Trama: Ristabilita la pace dopo le guerre di religione, il cardinale Richelieu, per consolidare il potere regio, invia il barone di Laubardemont a Loudun, nel Poitou, con l'incarico di abbatterne le fortificazioni.
Il prete Urbano Grandier, a cui l'appena deceduto governatore Sainte-Marthe ha concesso i pieni poteri fino all'elezione del suo successore, si oppone all'abbattimento delle mura cosciente che questo sarebbe stato il primo passo per la totale revoca delle libertà e dell'autonomia cittadina.
Grandier diviene molto popolare ma, essendo un uomo avvenente e affascinante, intrattiene rapporti carnali con numerose sue penitenti; fino a unirsi segretamente in matrimonio con la giovane Madeleine de Brou.
Anche madre Jeanne degli Angeli, superiora delle Orsoline di Loudoun, prova una segreta passione per Grandier: ella, entrata in monastero senza vocazione perché, a causa di una sua deformità, non aveva trovato marito, comincia a essere ossessionata dal pensiero di Grandier che immagina mentre, come Cristo, cammina sulle acque o è appeso in croce.
Quando scopre delle nozze segrete del prete con Madeleine, che in precedenza aveva cercato di abbracciare la vita religiosa nel suo monastero, madre Jeanne offre a Grandier la carica di direttore spirituale del convento, ma egli rifiuta la proposta inviando al suo posto il canonico Mignon, cugino di Trincant. A quel punto la religiosa comincia a dare segni di isterismo e accusa Grandier di aver usato pratiche demoniache per entrare in convento e di aver abusato di lei e di altre monache.
L'isterismo della madre superiora si estenderà alle altre monache, da lì partiranno un'inchiesta e un processo che coinvolgerà Grandier.

I temi presenti nel film sono la strumentalizzazione della religione da parte della politica, il problema del voto di castità, la cieca ignoranza che travolge il tentativo illuminante della ragione; essi vengono presentati attraverso dei "barocchismi" volutamente esasperati, anche grazie alla magistrale scenografia di Derk Jarman (regista di Caravaggio), con una rappresentazione fortemente teatrale.
Magistrale è inoltre l'interpretazione degli attori, in particolare Oliver Reed, nel mostrarci un uomo che, pur essendo di illuminata fede, è assalito dai dubbi e dalle debolezze tipici di ogni essere umano, e Vanessa Redgrave che, nel ruolo della madre superiora, incarna un personaggio dalla sessualità repressa che confonde il desiderio carnale col misticismo.
Il film accese violente polemiche e fu interpretato come un'opera contro la religione quando, in realtà, condannava la strumentalizzazione politica della fede.
Durante il Festival di Venezia del 1971, dove fu presentato, venne accusato di essere volgare e blasfemo, mettendo in grave imbarazzo l'allora direttore Gian Luigi Rondi che rischiò la poltrona dopo gli attacchi da parte delle cariche ecclesiastiche, fra cui anche il patriarca di Venezia Albino Luciani.
A causa di una recensione positiva perse inoltre il posto il critico e poeta Giovanni Raboni, licenziato dal giornale cattolico Avvenire.
Il pubblico a Venezia ne decretò invece e, in risposta alle polemiche che erano state sollevate, fu organizzata, a furor di popolo, una proiezione straordinaria notturna al Palazzo della Biennale.
Meno fortunata è stata l'uscita e la distribuzione del film in Italia.
Uscito nelle sale cinematografiche italiane il 7 gennaio 1972, ne venne subito ordinato il sequestro a cura della procura di Verona. Altre azioni di sequestro portarono la Corte di Cassazione ad una sentenza di definitiva assoluzione.
Nonostante questo, non fu più rieditato per le sale cinematografiche tranne in qualche sporadica occasione. A parte l'edizione in VHS nella seconda metà degli anni '80, questo film è quasi introvabile in home video.
I tagli sono stati inoltre numerosi e le le scene censurate sarebbero andate perdute se il critico inglese Mark Kermode, amico di Russell, non le avesse ritrovate dopo una lunga ricerca. Grazie a Kermode il British Film Institute è riuscito a rimettere insieme la versione integrale del film e lo ha presentato ad una proiezione speciale. Varie versioni tagliate sono reperibili in DVD praticamente dappertutto. Al momento, la più completa è quella in due DVD edita dal British Film Institute: le scene sono sempre assenti dal montaggio finale ma vengono inserite in uno degli extra.
La forte carica iconoclasta del film, attraverso sequenze allucinanti e grottesche, lo rende un film non adatto agli stomaci deboli, ma fondamentale nella storia del cinema come opera di rottura e capolavoro dal punto di vista estetico-formale.

Ne consiglio la visione agli amanti del cinema trasgressivo e visionario, un'opera di forte impatto anche nei nostri giorni.

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