I Diavoli (The
Devils) è un film del 1971 del controverso regista Ken Russell.
Tratto dall'omonimo dramma
teatrale di John Whiting, a sua volta ispirato al romanzo di Aldous
Huxley, I diavoli di Loudun.
La vicenda prendeva
inoltre spunto da un fatto veramente accaduto in Francia, nella prima
metà del XVII secolo, considerato come il più famoso caso di
possessione demoniaca di massa della storia, epilogo di un periodo
costellato dalla guerra di religione che imperversò in Francia negli
ultimi cinquant'anni tra i cattolici e gli ugonotti.
L'argomento era dunque già
scottante di per sé, tanto più lo divenne in mano al provocatorio
regista.
Il prodotto finale sarà
estremamente visionario, di forte impatto visivo e sconvolgente nei
contenuti.
Trama: Ristabilita
la pace dopo le guerre di religione, il cardinale Richelieu, per
consolidare il potere regio, invia il barone di Laubardemont a
Loudun, nel Poitou, con l'incarico di abbatterne le fortificazioni.
Il prete Urbano Grandier,
a cui l'appena deceduto governatore Sainte-Marthe ha concesso i pieni
poteri fino all'elezione del suo successore, si oppone
all'abbattimento delle mura cosciente che questo sarebbe stato il
primo passo per la totale revoca delle libertà e dell'autonomia
cittadina.
Grandier diviene molto
popolare ma, essendo un uomo avvenente e affascinante, intrattiene
rapporti carnali con numerose sue penitenti; fino a unirsi
segretamente in matrimonio con la giovane Madeleine de Brou.
Anche madre Jeanne degli
Angeli, superiora delle Orsoline di Loudoun, prova una segreta
passione per Grandier: ella, entrata in monastero senza vocazione
perché, a causa di una sua deformità, non aveva trovato marito,
comincia a essere ossessionata dal pensiero di Grandier che immagina
mentre, come Cristo, cammina sulle acque o è appeso in croce.
Quando scopre delle nozze
segrete del prete con Madeleine, che in precedenza aveva cercato di
abbracciare la vita religiosa nel suo monastero, madre Jeanne offre a
Grandier la carica di direttore spirituale del convento, ma egli
rifiuta la proposta inviando al suo posto il canonico Mignon, cugino
di Trincant. A quel punto la religiosa comincia a dare segni di
isterismo e accusa Grandier di aver usato pratiche demoniache per
entrare in convento e di aver abusato di lei e di altre monache.
L'isterismo della madre
superiora si estenderà alle altre monache, da lì partiranno
un'inchiesta e un processo che coinvolgerà Grandier.
I temi presenti nel film
sono la strumentalizzazione della religione da parte della politica,
il problema del voto di castità, la cieca ignoranza che travolge il
tentativo illuminante della ragione; essi vengono presentati
attraverso dei "barocchismi" volutamente esasperati, anche
grazie alla magistrale scenografia di Derk Jarman (regista di
Caravaggio), con una rappresentazione fortemente teatrale.
Magistrale è inoltre
l'interpretazione degli attori, in particolare Oliver Reed, nel
mostrarci un uomo che, pur essendo di illuminata fede, è assalito
dai dubbi e dalle debolezze tipici di ogni essere umano, e Vanessa
Redgrave che, nel ruolo della madre superiora, incarna un personaggio
dalla sessualità repressa che confonde il desiderio carnale col
misticismo.
Il film accese violente
polemiche e fu interpretato come un'opera contro la religione quando,
in realtà, condannava la strumentalizzazione politica della fede.
Durante il Festival di
Venezia del 1971, dove fu presentato, venne accusato di essere
volgare e blasfemo, mettendo in grave imbarazzo l'allora direttore
Gian Luigi Rondi che rischiò la poltrona dopo gli attacchi da parte
delle cariche ecclesiastiche, fra cui anche il patriarca di Venezia
Albino Luciani.
A causa di una recensione
positiva perse inoltre il posto il critico e poeta Giovanni Raboni,
licenziato dal giornale cattolico
Avvenire.
Il
pubblico a Venezia ne decretò invece e, in risposta alle polemiche
che erano state sollevate, fu organizzata, a furor di popolo, una
proiezione straordinaria notturna al Palazzo della Biennale.
Meno
fortunata è stata l'uscita e la distribuzione del film in Italia.
Uscito
nelle sale cinematografiche italiane il 7 gennaio 1972, ne venne
subito ordinato il sequestro a cura della procura di Verona. Altre
azioni di sequestro portarono la Corte di Cassazione ad una sentenza
di definitiva assoluzione.
Nonostante
questo, non fu più rieditato per le sale cinematografiche tranne in
qualche sporadica occasione. A parte l'edizione in VHS nella seconda
metà degli anni '80, questo film è quasi introvabile in home video.
I
tagli sono stati inoltre numerosi e le le scene censurate sarebbero
andate perdute se il critico inglese Mark Kermode, amico di Russell,
non le avesse ritrovate dopo una lunga ricerca. Grazie a Kermode il
British Film Institute è riuscito a rimettere insieme la
versione integrale del film e lo ha presentato ad una proiezione
speciale. Varie versioni tagliate sono reperibili in DVD praticamente
dappertutto. Al momento, la più completa è quella in due DVD edita
dal British Film Institute: le scene sono sempre assenti dal
montaggio finale ma vengono inserite in uno degli extra.
La
forte carica iconoclasta del film, attraverso sequenze allucinanti e
grottesche, lo rende un film non adatto agli stomaci deboli, ma
fondamentale nella storia del cinema come opera di rottura e
capolavoro dal punto di vista estetico-formale.
Ne
consiglio la visione agli amanti del cinema trasgressivo e
visionario, un'opera di forte impatto anche nei nostri giorni.
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