giovedì 6 febbraio 2014

6 FEBBRAIO 1932: NASCE FRANÇOIS TRUFFAUT


François Truffaut, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, attore e critico cinematografico francese, nasce a Parigi, il 6 febbraio 1932.
La madre è Jeanine de Montferrand, all'epoca appena diciottenne. Il padre è Roland Truffaut, un architetto-decoratore che riconosce il figlio come suo, pur non essendone il genitore biologico.
Nel 1945, leggendo il diario di Roland, il futuro regista scopre la verità anche se – per accertare la vera identità del padre naturale – dovrà aspettare la fine degli anni sessanta quando, per esigenze di
realizzazione del film Baci rubati (1968), Truffaut contatta l'investigatore privato Albert Duchenne dell'agenzia Dubly, e ne approfitta per affidargli l'ulteriore compito di individuare il suo padre
biologico. Viene così a sapere che si tratta di un dentista ebreo, divorziato, che all'epoca viveva a Belfort. Esita a lungo ma poi decide di non allacciare i rapporti con il padre ritrovato.
Le circostanze in cui avviene il concepimento segnano l'infanzia del regista. La giovanissima madre, quando scopre di essere incinta, vorrebbe abortire ma la famiglia (di militari conservatori) si oppone. Dopo la nascita, il bambino viene dapprima messo a balia e poi mandato in campagna dalla nonna presso la quale trascorrerà i suoi primi anni di vita.
Dopo il parto la madre trova un lavoro di segretaria al giornale L'Illustration, in cui lavora anche il nonno del futuro regista, l'ex ufficiale Jean de Monferrand. Appassionata di montagna, Jeanine frequenta il Club Alpino Francese, di cui il padre è socio onorario, e qui conosce un designer industriale, Roland Truffaut. Nel novembre 1933 i due si sposano e Roland riconosce il bambino, che però andrà a vivere con la coppia solo alcuni anni più tardi, alla morte della nonna materna.
Il rapporto con la nonna è stato fondamentale per la nascita di una delle grandi passioni del futuro regista, quella per la lettura. Di salute cagionevole, il piccolo François non frequenta la scuola materna ed è la nonna, autrice di un libro sul bigottismo (mai pubblicato) e appassionata lettrice, che lo introduce nel mondo dei libri.
Alla passione per la lettura non corrisponde però un buon rapporto con le istituzioni scolastiche. Fino al 1941 frequenta il Lycée Rollin in cui, secondo le sue parole, si sente un estraneo. Il fallimento dell'esame di ammissione al sesto anno è l'inizio di un lungo peregrinare tra numerose scuole. Ed è proprio in una delle numerose scuole che frequenta per brevi periodi, quella sita al n. 5 di rue Milton, che il dodicenne Truffaut conosce Robert Lachenay, di un anno e mezzo più grande. Grazie alla comune passione per la letteratura e per il cinema, tra i due nasce un'amicizia che durerà tutta la vita.
Il primo film che il giovanissimo François Truffaut vede è Paradiso perduto (1940) di Abel Gance, che gli comunica una forte emozione. Da allora frequenta assiduamente i cinema, spesso durante le ore di lezione, con conseguenze facilmente prevedibili sulla sua resa scolastica. Bocciato più volte, lascia presto la scuola e, poco prima della liberazione di Parigi, fugge dalla colonia in cui
lo avevano mandato e trova un lavoro come magazziniere. Dopo aver perduto il lavoro, fonda un cineclub in concorrenza con quello di André Bazin, che conosce in quest'occasione. Sarà una
figura fondamentale per il futuro di Truffaut.
Bazin sarà per François Truffaut quell'autentica figura paterna che gli era mancata.
Sarà sempre Bazin a trovargli lavoro presso il servizio cinematografico del Ministero dell'Agricoltura e, poi, lo assumerà come critico cinematografico presso una rivista da poco fondata: Cahiers du cinéma.
François Truffaut pubblica articoli per Cahiers du cinema e poi entra nella rivista Arts nel 1953. All'interno di queste riviste entra a far parte della giovane guardia che si riconosce attorno ad André Bazin, insieme a Claude Chabrol, Jacques Rivette, Jacques Demy, Eric Rohmer, Jean-Luc Godard. L'anno seguente fece il suo esordio con il cortometraggio Une visite, e scrive la sceneggiatura di A bout de souffle. Nel 1955 realizza le sue prime interviste con Alfred Hitchcock e pubblica un racconto, Antonio e l'orfano, sulla rivista Le Parisien. Nel 1956 fu assunto come assistente alla regia di Roberto Rossellini in tre film che non vengono portati a termine.
Viene poi chiamato da Henri-Pierre Roché: il collezionista ha notato uno degli articoli del giovane critico Truffaut in cui egli parla in termini elogiativi e, a suo modo di vedere, appropriati, del suo libro Jules e Jim, fino a quel momento rimasto senza successo. Nasce quindi un'amicizia speciale dalla condivisione delle esperienze dell'infanzia, sentimentali e il comune amore per la scrittura. L'autore incoraggia il futuro regista di realizzare dei film dai suoi due romanzi, cosa che il regista non tarderà a fare vista la sua fascinazione per il lavoro di Henri-Pierre Roché. Dopo di Jules et Jim, infatti, è la volta di Les deux anglaises et le continent. Questo incontro rafforza in Truffaut la posizione che egli sta difendendo, con forza, in Cahiers du cinema contro il cinema francese dell'epoca, posizione che promuove, secondo le idee di Andrè Bazin, i film d'autore e un
racconto personale, ma con uno sguardo il più possibile obiettivo e, sul piano tecnico, con l'utilizzo della profondità di campo e del piano sequenza, per mantenere una corrispondenza anche stilistica con lo scorrere della vita.
Nel 1957, decide di passare alla realizzazione di film e fonda una società di produzione, Les Films du Carrosse, con una denominazione che costituisce un omaggio a Jean Renoir di cui celebra il film La carrozza d'oro, e gira L'età difficile.
Nel 1959, gira I Quattrocento colpi, film dal successo immediato, che apre la strada al movimento della Nouvelle Vague e alla fama internazionale del regista. Il successo gli permette di sostenere l'anno successivo, con la sua casa di produzione, Jean Cocteau, rimasto senza produttore durante le riprese di Il testamento di Orfeo. Nello stesso anno firma il Manifesto dei 121.
Sempre nel 1959 si sposa con Madeleine, figlia del proprietario di una società di distribuzione cinematografica, la Cocinor. La coppia ha due figli: Laura, nata il 22 gennaio 1959, e Éva, nata il 28 giugno 1961, che comparirà nell'opera del padre come in Gli anni in tasca. Divorzierà nel 1964.
La sua fama è raddoppiata da Jules et Jim che gli vale nel 1965 di essere protagonista di una trasmissione televisiva, Cineasti contemporanei. Nel 1966 esce Fahrenheit 451, tratto dall'omonimo romanzo distopico, prima opera a colori del regista. Nel 1968, Truffaut avanza una proposta di matrimonio alla famiglia della sua attrice preferita, Claude Jade, « la
piccola fidanzata del cinema », all'epoca ancora minorenne, che ha girato con lui in Baci rubati. Non si presenta, però, alla cerimonia, fuggendo un secondo matrimonio per dedicarsi alle sue iniziative professionali e politiche legate al Maggio francese. Nonostante il matrimonio abortito, Truffaut resta ottimo amico di Claude Jade, che reciterà ancora per lui in Non drammatizziamo è solo questione di corna e L'amore fugge.
Il regista è veramente il « seduttore seriale non appena cala la sera », secondo una descrizione di lui fatta in un articolo del giornale di Henri-Pierre Roché, che ispirò L'uomo che amava le donne, il cui soggetto è tratto da varie esperienze personali, assemblate da Michel Fermaud, e, quale sorta di Pigmalione, si innamora, come tutti gli spettatori, di tutte le protagoniste dei suoi film, che lancia verso il successo e la fama. Fece eccezione a questa regola la sola Isabelle Adjani, protagonista di Adele H. Il suo ultimo amore fu Fanny Ardant (La signora della porta accanto) 1981, (Finalmente domenica) 1983, dalla quale ebbe una figlia, Joséphine, il 28 settembre 1983.
François Truffaut appare come attore in diversi suoi film, interpretando brevi camei (ad esempio in Adèle HL'uomo che amava le donne) o anche ruoli da protagonista, come in Effetto notte, La camera verde e Il ragazzo selvaggio. Nel 1977, recita in Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, nel ruolo dello scienziato francese Lacombe. Spielberg era infatti un grande ammiratore di Truffaut e, visto che questi parlava un pessimo inglese, gli consentì di parlare e recitare sempre in francese, con un assistente a fare da interprete di ogni sua osservazione.
Nel marzo 1984, il regista, ammalato di tumore al cervello, accettò coraggiosamente di apparire nella trasmissione Apostrophes che Bernard Pivot gli dedicò per la riedizione del libro Hitchcock Truffaut. Operato tardivamente, Truffaut muore il 21 ottobre 1984 nell'Ospedale Americano di Parigi a Neuilly-sur-Seine. Cremato nel cimitero Père Lachaise, le sue ceneri si trovano al cimitero di Montmartre a Parigi.

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