martedì 17 giugno 2014

17 GIUGNO 1927: NASCE LUCIO FULCI


Lucio Fulci, regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico, paroliere e scrittore italiano, nasce a Roma, il 17 giugno 1927.
La madre, Lucia, una donna siciliana, si innamorò di un uomo, ma la sua famiglia si oppose alla relazione. La donna quindi lasciò la famiglia e lo raggiunse a Roma. I due si separarono prima della nascita di Lucio.
Lucio Fulci frequentò il Convitto Nazionale, quindi per tre anni si recò a Venezia, per frequentare il Collegio Navale, dove si dilettò calcisticamente nel ruolo di portiere nelle formazioni giovanili del Venezia. Tornato a Roma, si iscrisse al Liceo classico statale Giulio Cesare e iniziò a frequentare ambienti intellettuali ruotanti attorno al Partito Comunista Italiano.
Terminato il liceo, Fulci iniziò a interessarsi di arte, musica e cinema. La madre però avrebbe preferito che si
iscrivesse all'università. Per accontentare la madre, Fulci si iscrisse così alla facoltà di medicina, non terminando però gli studi. Successivamente si iscrisse a Lettere e filosofia, ottenendo la laurea.
Fulci iniziò a frequentare il Gruppo Arte Sociale, fondato da alcuni pittori quali Renzo Vespignani, quindi iniziò a collaborare con Il Messaggero di Roma. Successivamente iniziò a scrivere per la Gazzetta delle Arti.
Dato che i rapporti con la madre si fecero problematici, Fulci andò a vivere insieme a Vespignani, e iniziò a fare diversi lavori, tra cui anche il presentatore negli spettacoli di un fachiro.
L'ingresso nel mondo del cinema avvenne grazie a una delusione d'amore. Dopo essere stato lasciato, Fulci infatti decise di iscriversi al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Dopo l'attentato a Palmiro Togliatti, Fulci venne arrestato per aver manifestato davanti alla sede del PCI e condannato a tre mesi di carcere con la condizionale. Dopo questo fatto, la madre decise di far rientrare il figlio a casa.
Fulci esordì nel cinema nel 1950, dirigendo la seconda unità di Gli ultimi giorni di Pompei, diretto da Marcel L'Herbier e Paolo Moffa, quindi realizzò tre documentari per la Settimana Incom: Una lezione di sistema con Fulvio Bernardini, Il sogno di Icaro e Pittura italiana del dopoguerra.
Mauro Bolognini lo presentò a Steno, che, dopo averne discusso con Totò, lo prese in qualità di aiuto regista. Con Steno e Totò, Fulci iniziò una duratura collaborazione che lo portò a scrivere una quindicina di sceneggiature, tra le quali quelle di Totò a colori, Totò all'inferno e Totò nella luna. Ma Fulci scrisse anche le sceneggiature di film divenuti dei classici della commedia all'italiana, come Un giorno in pretura.
L'esordio nella regia avvenne nel 1959, con I ladri, una commedia interpretata da Totò, che volle Fulci alla regia. Poco dopo, però, i rapporti tra i due si ruppero a causa di una donna. Iniziò dunque il periodo delle regie di "musicarelli".
 Negli anni sessanta, Fulci conobbe, in un Festival dell'avanspettacolo, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia e, pur non essendo il primo a scoprirli, lanciò definitivamente il loro celebre duo. Fulci in pochi anni diventò il
regista preferito dal duo, dirigendo per la coppia una dozzina di film.
Nel 1975 diresse una parodia horror, Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero: Dracula in Brianza, interpretato da Lando Buzzanca e scritto da Pupi Avati e Bruno Corbucci.
Nel 1976 diresse la sua ultima commedia, La pretora, che presenta il primo nudo integrale di Edwige Fenech.
Nel 1966 Fulci decise di cambiare genere, in quanto non voleva essere ricordato solamente come il regista di Franco e Ciccio, e diresse quindi il suo primo spaghetti western, Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro.
Interpretato da Franco Nero, Nino Castelnuovo e George Hilton e scritto da Fernando Di Leo, è considerato uno dei western italiani più violenti di sempre. Il regista definì il film artaudiano, riferendosi al celebre teatro della crudeltà teorizzato dal commediografo francese Antonin Artaud. Inoltre questo film è fondamentale nella carriera di Fulci, poiché segna il suo primo incontro con la violenza e la crudeltà.
Nel 1975 diresse I quattro dell'apocalisse, spaghetti western tardo e crepuscolare, considerato ancora più violento e feroce di Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro. Interpretato da Tomas Milian, il film presenta infatti scene splatter, come uno sceriffo scuoiato vivo, stupri e persino una scena di cannibalismo. Per questi motivi il film fu uno dei pochi spaghetti-western ad essere vietato ai minori di 18 anni.
Nel 1969 Fulci aveva cambiato ancora una volta genere, dirigendo il suo primo giallo, Una sull'altra, interpretato da Marisa Mell e Jean Sorel. Ispirato a La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, è un giallo classico, senza scene violente ma con scene erotiche molto spinte per l'epoca. Sempre nel 1969, Fulci diresse Beatrice Cenci, dramma storico ispirato alla vera vicenda della nobildonna romana giustiziata nel 1599, che evidenzia i momenti violenti ed erotici della vicenda. Considerato uno dei migliori film del regista, è anche il suo film "maledetto", poiché quell'anno sua moglie si suicidò - per una diagnosi errata di un tumore - e l'anno seguente morì anche sua madre.
Nel 1971 diresse Una lucertola con la pelle di donna, suo primo giallo estremamente violento, erotico ed onirico, interpretato da Florinda Bolkan e da Jean Sorel.
Nel 1972 fu la volta di Non si sevizia un paperino, interpretato da Florinda Bolkan, Tomas Milian e Barbara Bouchet, da molti considerato il capolavoro del regista e il suo film più inquietante.
Nel 1977 girò Sette note in nero, considerato insieme a Non si sevizia un paperino e alla Trilogia della morte il capolavoro del regista.
Fulci si cimentò anche nei genere fantasy e post-atomico, dirigendo I guerrieri dell'anno 2072, ispirato a 1997: fuga da New York, e Conquest, ispirato a Conan il barbaro.
La svolta definitiva per il regista arrivò nel 1979, perpuro caso, quando fu chiamato a dirigere al posto di
Joe D'Amato ed Enzo G. Castellari Zombi 2, che nelle intenzioni dei produttori doveva essere una copia di
Zombi di George Romero, e invece diventò un film molto personale, che lanciò Fulci come maestro dello
splatter. La scena nella quale a Olga Karlatos viene perforato un occhio con un pezzo di legno è entrata
negli annali del cinema horror, per la sua violenza estrema e sconvolgente.
Da quel momento in poi il regista diresse in gran parte film horror, come Paura nella città dei morti viventi...E tu vivrai nel terrore! L'aldilà e Quella villa accanto al cimitero, che riscossero un grande successo di pubblico e posero Fulci come principale rivale di Dario Argento.
Nel 1984, dopo aver diretto il giallo Murderock -Uccide a passo di danza,  un'improvvisa malattia costrinse Fulci a rimanere lontano dai set cinematografici. Il suo ritorno, dopo due anni, fu segnato da molti passi falsi, rappresentati da pellicole a basso budget girate spesso in condizioni proibitive, che mostravano a malapena il suo stile inconfondibile.
Particolarmente difficile e complicata si rivelò la lavorazione di Zombi 3: Fulci aveva in mente una versione in 3D, da intitolarsi Zombi 3D, ma il progetto fu abbandonato per gli alti costi della pellicola. Così il film divenne semplicemente Zombi 3, ma Fulci fu costretto ad abbandonare il set a metà delle riprese per il perdurare della sua malattia. Il film fu quindi completato da Bruno Mattei e Claudio Fragasso, ma non ottenne successo.
Tra i film del suo ultimo periodo, vanno ricordati almeno l'ironico e sanguinario Un gatto nel cervello del 1990, in cui Fulci interpreta se stesso, preda di incubi terribili causati dai suoi stessi film, La casa nel tempo, girato per la televisione ma mai trasmesso a causa delle sue immagini violente, e il suo ultimo film Le porte del silenzio del 1991, interpretato da John Savage e prodotto da Joe D'Amato.
Lucio Fulci morì per un attacco diabetico il 13 marzo 1996, mentre stava preparando le riprese del film M.D.C. - Maschera di cera, che avrebbe dovuto segnare il suo ritorno sul grande schermo, grazie ad una produzione di Dario Argento. Il film fu poi diretto da Sergio Stivaletti, seguendo la sceneggiatura scritta dal regista, e dedicato a Fulci.

 

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