lunedì 4 agosto 2014

4 AGOSTO 1792: NASCE PERCY BISSHE SHELLEY


Percy Bysshe Shelley,  poeta e filosofo inglese, nasce il 4 agosto 1792 a Field Place (nel West Sussex), discendente di diciassettesima generazione di Richard Fitzalan, decimo Barone di Arundel e di Lancaster per tramite del figlio John Fitzalan. Era figlio di Sir Timothy Shelley e della moglie Elizabeth Pilfold.
Ricevette la sua prima istruzione in famiglia dal reverendo Thomas Edwards di Horsham. Nel 1802 entrò nella Syon House Academy di Brentford. Nel 1804, Percy fu ammesso allo Eton College, qui fu soprannominato "mad Shelley" (Shelley il folle) a causa della sua eccentricità. Il 10 aprile 1810 Percy andò all'Università di Oxford . La sua prima opera pubblicata fu un romanzo gotico, Zastrozzi (1810), in cui egli sfogò la sua visione atea del mondo per bocca del malvagio Zastrozzi. Nello stesso anno Shelley e la sorella Elizabeth pubblicarono Poesie originali di Victor e Cazire. Nel 1811 Shelley, in collaborazione con l'amico Thomas Jefferson Hogg, pubblicava un opuscolo, La necessità dell'ateismo, che provocò la loro espulsione da Oxford il 25 marzo del 1811. Avrebbe potuto essere riammesso grazie all'intervento del padre, se avesse rinnegato il credo dichiarato nei suoi scritti, ma Shelley rifiutò, il che portò ad una rottura totale tra lui e il padre. Dopo essere stato espulso da Oxford, pubblicò una collezione di poesie apparentemente burlesche ma in realtà dai tratti rivoluzionari, i Frammenti postumi di Margaret Nicholson.
Quattro mesi dopo la sua espulsione, il diciannovenne Shelley fuggì segretamente in Scozia con una giovane studentessa, Harriet Westbrook, figlia di John Westbrook, il proprietario di un caffè di Londra, e la sposò il 28 agosto del 1811; da lei avrà due figli. Shelley invitò il suo amico Hogg a condividere la sua casa, inclusa la moglie, come volevano i suoi ideali di amore libero, ma in seguito al rifiuto da parte di Harriet dovette abbandonare il suo progetto di matrimonio aperto. Si recò nel Lake District con l'intenzione di mettersi a scrivere, ma, distolto dagli eventi politici, si spostò poco dopo in Irlanda, interessandosi attivamente della condizione di miseria dei lavoratori dublinesi e dandosi all'attività di propagandista politico. Queste sue attività gli valsero le attenzioni ostili del governo inglese. Dal matrimonio nacque poco dopo la figlia Ianthe.
Nei due anni successivi, Shelley scrisse e pubblicò La Regina Mab: un poema filosofico. Tale poema mostra l'influenza del filosofo inglese William Godwin, e in esso è espressa molta della filosofia radicale di quest'ultimo. Sofferente fin dal 1812 di attacchi nervosi, placati con dosi di laudano, cominciò ad attraversare fasi caratterizzate da vere e proprie allucinazioni. Intraprese in questo periodo una serie di viaggi, fra i quali è significativo quello in Irlanda; dove Shelley iniziò propaganda sia contro il dominio inglese che contro il cattolicesimo. Tornato in Inghilterra, il matrimonio con Harriet iniziò a deteriorarsi: Shelley lasciava spesso soli la moglie e i suoi due figli trattenendosi a casa di Godwin e nella sua libreria di Londra. Fu qui che incontrò, innamorandosene (sebbene ancora sposato con Harriet), Mary, la figlia colta ed intelligente di Godwin e di Mary Wollstonecraft, un tempo nota come insegnante e scrittrice femminista morta alla nascita di Mary.
Il radicalismo di Percy Shelley, e soprattutto le sue idee economiche apprese mediante la lettura del trattato Political Justice (1793) di Godwin, furono la causa dell'allontanamento dalla sua famiglia aristocratica. A causa di questo progetto di "Giustizia politica" Percy Shelley si ritrovava ad avere notevoli difficoltà ad accedere al patrimonio familiare; a causa di ciò, dopo diversi mesi di promesse, Shelley annunciò a Godwin, sempre in difficoltà economiche, che non poteva e non voleva risanare tutti i suoi debiti. A causa di ciò Godwin si arrabbiò e si sentì tradito dal discepolo.
Mary e Percy si incontrarono segretamente alcune volte presso la tomba di Mary Wollstonecraft, nel cimitero di Saint Pancras, dove si confidarono il loro amore. Con grande scoramento di Mary, Godwin disapprovò questa unione e provò a ostacolarla per salvare l'"immacolata reputazione" di sua figlia.
Il 28 giugno 1814 la coppia fuggì in segreto in Francia, portando con sé la sorellastra di Mary, Claire Clairmont. I tre si imbarcarono per l'Europa attraversando la Francia per poi andare ad abitare in Svizzera.
Tornare in Inghilterra il 13 settembre 1814, lì constatarono che Godwin, che un tempo aveva caldeggiato l'amore libero e vissuto secondo i suoi principi, si rifiutava di rivolgere la parola a Mary e a Shelley, e così fu per qualche anno.
Nell'autunno del 1815, stabilitosi a Londra con Mary ma eludendo i creditori, Shelley produsse l'allegoria in versi intitolata Alastor, o lo spirito della solitudine. Per quanto allora non attraesse molta attenzione, oggigiorno quest'opera è ritenuta il suo primo grande poema. La situazione in Inghilterra fu ricca di complicazioni, molte delle quali Mary non aveva previsto. Durante, o dopo, il loro viaggio, Mary era infatti rimasta incinta. Inoltre si ritrovarono di nuovo senza soldi e, con grande sorpresa da parte di Mary, suo padre si rifiutava di avere con loro il minimo contatto.
A volte Percy si allontanava da casa per sfuggire ai numerosi creditori, rischiando a volte di finire in prigione.
Incinta e spesso malata, Mary Godwin si trovò a far fronte alla gioia di Shelley per la nascita di Charles, figlio del poeta e di Harriet, e al rapporto sempre più difficile con Claire, la quale cominciò ad attirare l'attenzione della coppia perché si sentiva trascurata.
Mary trovò parziale conforto in Hogg, che all'inizio non trovava molto simpatico ma che col tempo cominciò a considerare un amico. Percy spinse i due a diventare amanti in nome dell'ideale dell'amore libero; si suppone che Mary non abbia disprezzato l'idea, condividendo anche lei gli stessi ideali, ma non si hanno prove certe dell'attuazione di tale relazione.
Il 22 febbraio 1815 Mary diede alla luce una bimba prematura di due mesi, Clara, che morì circa due settimane dopo.
La perdita della figlia precipitò Mary in una profonda depressione, spesso ossessionata proprio dalla visione della bimba; presto tuttavia si riprese ed entro l'estate si ristabilì.
A seguito del risanamento delle finanze di Percy - seguito alla morte di suo nonno, sir Bysshe Shelley - la coppia trascorse un periodo di vacanza a Torquay e in seguito affittò una casa a due piani a Bishopsgate, vicino al parco di Windsor.
Nell'estate del 1816 gli Shelley fecero un secondo viaggio in Svizzera. L'occasione venne dalla sorellastra di Mary Shelley, Claire Clairmont, che si era legata a Lord Byron l'aprile precedente, poco prima che questi si esiliasse nel continente.
Byron e gli Shelley affittarono delle case adiacenti tra loro sulle rive del Lago di Ginevra, e le frequenti conversazioni con Byron ebbero un effetto molto stimolante sulla poesia di Shelley.
Un giro in barca intrapreso dai due spinse Shelley a scrivere l'Inno alla bellezza dell'intelletto.
A sua volta, Shelley influenzò la poesia di Byron.
Nella tarda estate di quell'anno, Claire e gli Shelley fecero ritorno in Inghilterra.
Claire era incinta della figlia di Byron, fatto, questo destinato ad avere conseguenze non trascurabili sul futuro di Shelley.
Nelle serate trascorse a Villa Diodati (residenza di Byron a Ginevra) la compagnia si divertiva leggendo storie tedesche di fantasmi (come le Fantasmagoriana). Byron propose poi un gioco: ognuno avrebbe dovuto scrivere una storia di fantasmi e di paura; poco tempo dopo Mary nel dormiveglia ebbe l'idea, che divenne il romanzo Frankenstein.
Mary cominciò a scrivere la storia dandole l'impostazione di un racconto breve. Percy, dopo aver visto la prima bozza, la incoraggiò tuttavia a proseguire ed espandere il racconto in ciò che sarebbe divenuto il romanzo d'esordio di Mary: Frankenstein; ovvero il moderno Prometeo.
Dopo il loro rientro a Londra a settembre Mary e Percy presero casa a Bath, sempre accompagnati da Claire, la quale prese dimora vicino a loro. Motivo principale di questo loro spostamento a Bath fu la speranza di riuscire a tenere nascosta la gravidanza, oramai evidente, di Claire.
Il 10 dicembre Harriet, moglie di Percy, fu trovata affogata nel Serpentine, un laghetto di Hyde Park a Londra, secondo alcuni incinta.
Il suicidio fu tenuto nascosto, per evitare problemi legali alla famiglia e a Shelley. I familiari di Harriet contrastarono però il tentativo di Percy (appoggiato anche da Mary) di ottenere l'affidamento dei due bambini avuti da lei. Gli avvocati di Percy, per favorire l'affidamento, gli consigliarono di sposarsi; così lui e Mary, di nuovo incinta, si sposarono il 30 dicembre 1816 nella chiesa di San Mildred, a Bread Street (Londra).
Nel marzo del 1817 Percy fu dichiarato moralmente inadatto a ottenere la tutela dei figli, che furono così affidati alla famiglia di un ecclesiastico del Kent.
Nello stesso periodo gli Shelley, con Claire e Alba, traslocarono in una casa ad Albion, presso Marlow, nel Buckinghamshire, sulle rive del Tamigi. Qui il 2 settembre nacque la terza figlia di Mary, Clara Everina.
Nel maggio del 1817 Mary terminò di scrivere Frankenstein, che fu pubblicato anonimo nel 1818 con una prefazione scritta da Percy.
Critici e lettori affermarono che Percy Shelley fosse il vero autore, probabilmente anche perché l'opera era dedicata a William Godwin.
Quell'autunno Percy si allontanò frequentemente da Londra per sfuggire ai creditori. La minaccia di prigione da parte dei creditori, la sua debole salute e la continua paura di perdere anche l'affidamento dei figli avuti con Mary spinsero la coppia a lasciare per sempre l'Inghilterra per raggiungere l'Italia. Il 12 marzo 1818 partirono, portando con loro anche Claire e la figlia di lei.
Dopo una serie di alti e bassi letterari e personali, nel 1818, rotti tutti i rapporti con la famiglia e in uno stato di salute pessimo, il poeta, con il suo seguito (la moglie, i due figli, la cognata e sua figlia) si spostò in Italia, dove, nel giro di quattro anni, soggiornò a Venezia, Livorno, Lucca, Este, Roma, Napoli, Firenze e Pisa. La sua ultima residenza fu a Villa Magni a San Terenzo, paese marinaro nel Comune di Lerici (La Spezia). Shelley e Mary perderanno due dei tre figli in Italia: prima Clara (Claire) Everina e poi William; sopravvisse solo il figlio nato a Firenze, Percy Florence.
Per un po' di tempo Mary trovò come unico conforto la scrittura.
La nascita a Firenze di un altro figlio, Percy Florence, il 12 novembre 1819, la aiutò a riprendersi, sebbene Mary serbasse il ricordo dei propri figli sino alla fine della propria vita.
Gli anni italiani furono intensi sia dal punto di vista intellettuale che creativo per entrambi i coniugi Shelley. Mentre Percy compose la maggior parte dei suoi poemi, Mary scrisse la novella semi autobiografica Matilda, il romanzo storico Valperga e le opere teatrali Proserpina e Mida.
Nel dicembre 1818 gli Shelley si diressero verso Napoli, dove rimasero tre mesi, ricevendo come ospite soltanto un visitatore, un medico. Proprio a Napoli Mary trasse ispirazione per la realizzazione del romanzo apocalittico L'ultimo uomo. Nell'estate del 1822 Percy e Mary (nuovamente incinta) si diressero, assieme a Claire e Williams, a Villa Magni, a San Terenzo, nella baia di Lerici, quello che sarà chiamato il "golfo dei poeti". Una volta sistematisi nella nuova dimora, il clima di tranquillità fu spezzato dall'annuncio della morte di Allegra, figlia di Claire, deceduta di tifo nel convento a Bagnacavallo in cui Byron aveva voluto educarla.
Il 16 giugno Mary ebbe un aborto spontaneo e rischiò di morire. Percy intervenne prontamente, immergendo Mary in una vasca con ghiaccio per rallentare l'emorragia prima dell'arrivo del medico, salvandole così la vita.
I rapporti fra Mary e Percy si erano deteriorati e Percy trascorse molto più tempo con l'amante Jane Williams che non con la moglie debilitata.
L'8 luglio 1822, a poco meno di un mese dal suo trentesimo compleanno, Percy e Edward Williams salparono sulla barca di Shelley per fare ritorno a Villa Magni.
Non arrivarono mai a destinazione. Dalla ricostruzione dei fatti si evinse che subito dopo la partenza, Shelley era stato sorpreso da una tempesta improvvisa mentre era a bordo della sua barca navigando con gli amici verso San Terenzo, di ritorno da Pisa e Livorno. Il vascello, una nave aperta costruita a Genova apposta per Shelley su imitazione di un modello della marina inglese, non si capovolse ma affondò nel mare di fronte a Lerici; Mary Shelley dichiarò nella sua Nota alle poesie del 1822 (1839) che vi era un difetto nel progetto e che il vascello non era adatto per navigare. Percy Shelley e i due compagni erano probabilmente annegati. Dieci giorni dopo la partenza i tre corpi furono rinvenuti presso la costa di Viareggio. Trelawny, Byron e Hunt cremarono il corpo di Shelley sulla spiaggia del ritrovamento, come disponeva la legge dell'epoca. Dopo una sepoltura provvisoria nella sabbia, sempre sulla stessa spiaggia, la cerimonia di cremazione avvenne quindi nello stesso luogo, qualche settimana dopo. Per volontà di Mary, durante il rogo furono versati sul corpo di Percy profumi, incensi e oli aromatici procurati da Byron stesso, come avvenne durante il funerale di Miseno descritto nel sesto libro dell'Eneide.


La mutevolezza
Mutability
di Percy Bysshe Shelley


Noi siamo come nuvole che velano la luna a mezzanotte;
così irrequiete sfrecciano, e sfavillano, e fremono, striando
l'oscurità radiosamente! ― eppure subito
la notte si richiude attorno, e le cancella:

o come lire dimenticate, le cui dissonanti corde
rendono a ogni vario soffio del vento una risposta varia,
alla cui fragile struttura nessuna nuova vibrazione apporta
un tono o una modulazione pari all'ultimo.

Noi riposiamo ― e un sogno ha la potenza di avvelenarci il sonno.
Ci alziamo ― e un pensiero errante può inquinare il giorno.
Sentiamo, concepiamo o ragioniamo, ridiamo o piangiamo,
ci disperiamo, o gettiam via ogni affanno:

è tutto uguale! ― Sia una gioia o un dolore,
la via della sua dipartita è sempre aperta:
l'ieri dell'uomo non può mai essere simile al domani;
niente nel mondo può durare, eccetto la Mutevolezza.


---ooOoo---

We are as clouds that veil the midnight moon;
How restlessly they speed, and gleam, and quiver,
Streaking the darkness radiantly! ― yet soon
Night closes round, and they are lost for ever:

Or like forgotten lyres, whose dissonant strings
Give various response to each varying blast,
To whose frail frame no second motion brings
One mood or modulation like the last.

We rest. ― A dream has power to poison sleep;
We rise. ― One wandering thought pollutes the day;
We feel, conceive or reason, laugh or weep;
Embrace fond woe, or cast our cares away:

It is the same! ― For, be it joy or sorrow,
The path of its departure stili is free:
Man's yesterday may ne'er be like his morrow;
Nought may endure but Mutability.


0 commenti:

Posta un commento