giovedì 4 settembre 2014

4 settembre 1896: nasce Antonin Artaud


Antonin Artaud fu un commediografo, attore teatrale, scrittore e regista teatrale francese, noto per le teorie esposte nei due manifesti del "Teatro della Crudeltà". Per crudeltà non intendeva sadismo, o causare dolore, ma lo stimolo al sacrificio di qualunque elemento non concordante al fine della rappresentazione. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, ed in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola.
Nacque a Marsiglia, il 4 settembre 1896, da una famiglia borghese. Suo padre, Antoine Roi, era capitano di lungo corso e sua madre, Euphrasie Nalpas, era originaria di Smirne (Turchia).
All'età di quattro anni fu colpito da una grave forma di meningite, alla quale furono attribuiti tutti i problemi neurologici di cui Artaud soffrì in seguito, in particolare crisi di nevralgia, balbuzie ed episodi di depressione grave.
Artaud subì quindi una lunga serie di ricoveri in sanatorio, con una pausa di due mesi, durante i quali si arruolò nell'esercito, dal quale venne presto scartato per episodi (autoindotti) di sonnambulismo. Durante i periodi trascorsi in sanatorio lesse Rimbaud, Baudelaire e Poe. Nel maggio 1919 il direttore del sanatorio gli prescrisse il laudano, facendolo precipitare nella dipendenza a vita dagli oppiacei.
Nel marzo 1920 Artaud si trasferì a Parigi, si avvicinò ai surrealisti ed iniziò ad interessarsi di teatro. Quello stesso anno incontrò Lugné-Poe, direttore del Théâtre de l'Œuvre, noto per mettere in scena autori come Maurice Maeterlinck, Alfred Jarry, Oscar Wilde, Henrik Ibsen, che lo assunse; Artaud rivelò grandi doti di attore e di artista eclettico, creando scene e costumi per La vita è sogno di Calderón de la Barca. In seguito lavorò con Charles Dullin, che aveva da poco fondato il Théâtre de l'Atelier, riprendendo la riforma di Jacques Copeau interrotta dalla Prima guerra mondiale
con l'intento di resuscitare lo spirito degli antichi "Compagnons du Devoir" del Medioevo. In questa circostanza incontrò "Génica Athanasiou", attrice e sua futura amante, che interpretava il ruolo di "Antigone" nell'omonima messa in scena della tragedia classica, la cui scenografia era stata disegnata per l'occasione da "Picasso".
Nel 1923 lasciò Dullin e passò nella compagnia di Georges e Ludmilla Pitoëff.
Sempre nel 1923, la prima raccolta di scritti di Artaud venne rifiutata da Jacques Rivière, direttore della Nouvelle Revue Française, e fra i due iniziò una corrispondenza.
Jacques Riviere pubblicò la corrispondenza sulla rivista, colpito dall'estrema contrapposizione tra la lucidità dell'autodiagnosi in forma epistolare e la vaghezza dell'operato in poesia.
Deluso dal teatro che gli proponeva solo piccoli ruoli, Artaud si volse al cinema, alla ricerca di maggiore spazio. Si rivolse allora a suo cugino Louis Nalpas, direttore artistico della Société des Cinéromans, che gli fece ottenere una parte in Surcouf, le roi des corsaire di Luitz-Morat e in Fait divers, un cortometraggio di Claude Autant-Lara, girato nel marzo 1924.
Divenuto per qualche tempo direttore dell'Ufficio delle ricerche surrealiste, scrisse varie sceneggiature cinematografiche e alcuni poemi in prosa, e alcuni dei suoi testi furono pubblicati su La Révolution surréaliste. Alla fine del 1926, nel corso di una riunione del gruppo surrealista, venne proposta l'adesione al partito comunista francese. La proposta si scontrava con l'idea di rivoluzione culturale e spirituale totale, non politica di Artaud che si oppose all'adesione e fu escluso dal movimento surrealista che, tra l'altro, non aveva espresso l'entusiasmo aspettato per il "teatro rivoluzionario" da lui proposto.
Lo stesso anno fonda, con Roger Vitrac e Robert Aron, il Théâtre Alfred Jarry; il nome fu scelto in maniera provocatoria in onore di Alfred Jarry, autore della patafisica, molto amato in ambito surrealista. L'esperienza fu breve e nel 1930, per mancanza di fondi, il teatro chiuse i battenti dopo la messa in scena e la direzione da parte di
Artaud di Le mystères de l'amour di Vitrac (1927), la sua commedia Le ventre brûlée ou la mère folle, Gigogne di Aron, Le partage de midi di Claudel (1928), Il sogno di Strindberg (1928) e Victor ou les enfants au pouvoir di Vitrac.
Nel 1931, avvenne l'incontro fondamentale con il teatro balinese, in occasione di uno spettacolo presentato nel quadro dell'Esposizione coloniale. Ne ricevette una forte impressione, decidendo di usare il teatro balinese come esempio e conferma di una convinzione maturata in lui in quel periodo: il teatro deve avere un proprio linguaggio, un linguaggio che non coincide con quello delle parole e che si fonda, all'opposto, sulla fisicità degli attori.
Nel 1935 tentò di mettere in pratica le sue teorie teatrali elaborate sul "Teatro della Crudeltà" (il cui primo manifesto risale al 1932, il secondo al 1933) e di riscattare il Théâtre Alfred Jarry, mettendo in scena il dramma I Cenci al Thèâtre des Folies-Wagram, che fu però un insuccesso.
Artaud salpò da Anversa l'11 gennaio 1936 diretto in Messico, dove sperimentò il Peyote. Durante il viaggio Artaud ebbe l'occasione di tenere tre conferenze all'Anfiteatro Bolivar dell'Universidad Nacional Autónoma de México o UNAM di Città del Messico: Surrealismo e rivoluzione, il 26 febbraio 1936, L'uomo contro il suo destino, il 27 febbraio 1936 e Il teatro e gli dei il 29 febbraio
1936. In questo periodo Artaud fece pubblicare Il teatro e il suo doppio, da Jean Paulhan, subentrato alla direzione della Nouvelle Revue Française dopo la morte di Jacques Rivière (14 febbraio 1925).
Nel 1936, di ritorno dall'Irlanda, Artaud venne arrestato, bloccato con una camicia di forza e, tornato in Francia, internato in diverse cliniche, dove sperimentò angoscia e fame, quindi cinquantuno cadute in coma da elettroshock nei successivi nove anni, fino al 1945.
Nel gennaio del 1943 fu trasferito alla clinica Rodez del dr. Ferdière, sperimentatore dell'"arte terapia" ma anche sostenitore dell'utilità della terapia elettroconvulsivante.
Nella primavera del 1946 Artaud lasciò Rodez e fu accolto a Ivry, nella clinica del dr. Delmas, che gli permise  libertà di movimenti, così che poteva recarsi quasi quotidianamente a Parigi e mantenere i contatti con le persone a  cui era legato: scrittori, artisti, uomini di teatro, tra cui Pierre Loeb, il quale suggerì ad Artaud di scrivere qualcosa su  Van Gogh. Fu in questa occasione che Artaud ne commentò la mostra parigina, in un libro dai toni accesi, di  denuncia contro la società e il sistema psichiatrico in particolare, responsabile, secondo lui, dell'alienazione dei  "folli", invidioso della genialità. Il libro Van Gogh il suicidato della società  fu il seguito di tale riflessione.
Il  4 marzo 1948 muore a Ivry-sur-Seine, con la sua scarpa in mano, forse per una dose letale del farmaco chloral.

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