martedì 5 agosto 2014

5 AGOSTO 1850: NASCE GUY DE MAUPASSANT


Guy de Maupassant scrittore, drammaturgo, saggista e poeta francese, nasce a Tourville-sur-Arques, il 5 agosto 1850 da Gustave Albert Maupassant e Laure le Poittevin. Laure, appartenente all'alta borghesia normanna, era sorella di Alfred, grande amico di Gustave Flaubert, ed era stata compagna di giochi dell'autore di Madame Bovary, destinato ad esercitare una forte influenza nella vita di Maupassant. Fu una donna dalle non comuni doti letterarie, appassionata dei classici, in particolare di Shakespeare. Da lei ereditò l'amore per l'arte.
Ben diversa era la sensibilità del marito, poco interessato alla letteratura e piuttosto incline alla bella vita. I suoi frequenti tradimenti e i continui litigi portarono presto i coniugi alla separazione. Gustave Albert si stabilì a Parigi, mentre Laure si prese cura dei due figli.
I rapporti con il padre erano pressoché inesistenti, anche a causa della lontananza geografica. Maupassant sviluppò invece sin dall'infanzia un amore profondissimo per la madre.
Fino a tredici anni Guy vive con lei e con il fratello a Étretat, dove  riceve un'educazione privata, seguito dalla madre e dall'abate Aubourg - che gli avrebbe ispirato il personaggio dell'abate Picot in Una vita -, che gli impartisce lezioni di francese e di latino.
In seguito viene iscritto al seminario di Yvetot, da dove deliberatamente fa di tutto per essere espulso, mal sopportando la scuola e il rigido formalismo che la caratterizza.
A causa dell'educazione forzata di stampo religioso, sviluppa una forte ostilità nei confronti della religione. Espulso dal seminario, nel 1867 si iscrive al Lycée Corneille di Rouen, dove si dimostra studente molto dotato: si dedica alla poesia e prende parte ad alcune rappresentazioni filodrammatiche. Incontra per la prima volta Gustave Flaubert, che diventerà presto il suo fondamentale punto di riferimento umano e culturale.
Nel 1868 partecipa al salvataggio in mare, davanti alle coste normanne, del poeta inglese Algernon Charles
Swinburne. Questo episodio rimarrà scolpito nella sua memoria come un'esperienza fondamentale.
Nel 1869 ottiene il baccalauréat e si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza a Parigi.
Nel 1870, scoppiata la guerra franco-prussiana, si arruola come volontario.
Dopo la guerra, nel 1871, lascia la Normandia e torna a Parigi dove trascorre dieci anni come impiegato prima presso  il Ministero della Marina poi, dopo il 1878, presso il Ministero dell'Istruzione pubblica. In quel periodo si  manifestano i primi sintomi della sifilide che lo condurrà lentamente alla morte. Paradossalmente, egli accoglie la  notizia di essere affetto dalla grave malattia con soddisfazione: si tratta, per lui, della conferma del fatto che le sue  scelte di vita sono spregiudicate e anticonformiste, lontane dagli ideali di rispettabilità della borghesia, classe sociale che egli detesta.
A partire dal 1875 Maupassant inizia a scrivere brevi opere teatrali e qualche racconto. Gustave Flaubert lo prende sotto la sua protezione, accompagnandolo al suo debutto nel giornalismo e in letteratura. A casa di Flaubert incontra il romanziere russo Ivan Turgenev, i francesi Émile Zola ed Edmond de Goncourt, e molti dei protagonisti della scuola realista e naturalista. Nel 1876 ottiene un certo interesse con il poema Au bord de l'eau pubblicato con lo pseudonimo di Guy de Valmont.
Scrive saggi e articoli pubblicati da giornali molto diffusi.
Nel 1880 pubblica Boule de Suif , racconto inserito in un volume collettivo dal titolo Les
soirées de Medan a cui collaborano diversi scrittori della scuola di Zola: Huysmans, Alexis, Céard e Hennique e che ottiene un immediato e straordinario successo.
Il 5 maggio 1880 Gustave Flaubert muore e Maupassant perde un grande amico e maestro. Poche settimane dopo la morte di Flaubert, Maupassant ottiene un lungo congedo dal ministero, cui seguirà il definitivo abbandono dell'impiego, motivato da problemi di salute. Dal 1881 Maupassant è tormentato da feroci emicranie cui riesce a sfuggire solo facendo uso di sostanze stupefacenti. In quello stesso periodo egli pubblica la sua prima raccolta di racconti: La maison Tellier, che arriva in due anni alla dodicesima edizione. Divenuto famoso, continua a lavorare in modo metodico, arrivando a scrivere dai due ai quattro volumi all'anno. Fra il 1880 e il 1890 scrive trecento racconti, sei romanzi, e numerose opere minori.
Nel 1883 termina il romanzo Une vie, vendendone 25.000 copie in meno di un anno. Il suo secondo romanzo Bel Ami, apparso nel 1885, raggiunse le 37 ristampe in quattro mesi.
È a quest'epoca che scrive quello che alcuni critici considerano il suo vero capolavoro Pierre et Jean.
Viaggiò in Algeria, Italia (in particolare in Sicilia), Gran Bretagna, Auvergne e da ciascuno dei suoi viaggi tornò con un nuovo volume. Navigò moltissimo sul suo yacht "Bel Ami", così chiamato in onore del suo romanzo.
I numerosi viaggi e la febbrile attività non gli impediscono di farsi parecchi amici tra le celebrità letterarie del tempo, come Alexandre Dumas figlio. A Aix-les-Bains incontra Hippolyte Taine, che lo affascina profondamente.
Nel 1889 lo scrittore è duramente colpito dall'internamento forzato in un ospedale psichiatrico del fratello Hervé, da molti anni sofferente. Nel corso del 1890 un'invincibile inquietudine spinge Maupassant a viaggiare ininterrottamente.
Nel corso del 1891 i problemi fisici (febbre, dolori di ogni genere, transitorie paralisi), si intrecciano con quelli psichici (amnesie, allucinazioni, difficoltà di ragionamento). Nessuna cura ormai è in grado di dargli sollievo. Alla fine dell'anno redige un testamento con il quale lascia in eredità i suoi beni alla figlia del fratello Hervé. All'inizio del 1892 tenta il suicidio e viene internato nella clinica Maison Blanche di Passy, dalla quale non uscirà più. Compaiono crisi epilettiche. Il 6 marzo 1893 va in scena la sua ultima commedia: La paix du ménage. Il 28 giugno entra in coma.
Muore - a 43 anni - il 6 luglio 1893, dopo diciotto mesi di sostanziale incoscienza, e viene sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.

Testo di Le Horla.

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