mercoledì 18 dicembre 2013

18 DICEMBRE: NASCE ANTONIO LIGABUE


Antonio Ligabue nasce a Zurigo il 18 dicembre 1899 da Elisabetta Costa, originaria di Cencenighe Agordino, e da padre ignoto e viene registrato anagraficamente come Antonio Costa. Il 18 gennaio 1901 Bonfiglio Laccabue, emigrato in Svizzera dal comune di Gualtieri, sposa Elisabetta e il 10 marzo successivo riconosce il bambino che assume così il nome di Antonio Laccabue. Il pittore però, divenuto adulto, cambierà il cognome in Ligabue nel 1942, presumibilmente per l'odio che nutriva verso il padre da lui visto come l'uxoricida della madre Elisabetta, morta tragicamente nel 1913 insieme a tre fratelli in seguito a un'intossicazione alimentare.
Nel settembre del 1900 viene affidato agli svizzeri Johannes Valentin Göbel ed Elise Hanselmann che, a causa delle disagiate condizioni economiche e culturali, sono costretti a continui spostamenti: Ligabue rimarrà con i Göbel fino al 1919. Il carattere difficile e le difficoltà di apprendimento lo portano a cambiare scuola: prima a San Gallo, poi a Tablat e infine a Marbach da dove viene espulso nel maggio del 1915 per cattiva condotta. Si trasferisce quindi con la sua famiglia adottiva a Staad.
Tra il gennaio e l'aprile del 1917, in seguito a una violenta crisi nervosa, viene ricoverato per la prima volta in un ospedale psichiatrico a Pfäfers. Nel 1919, su denuncia della Hanselmann, viene espulso dalla Svizzera. Da Chiasso viene condotto a Gualtieri, paese d'origine di Bonfiglio Laccabue ma, non sapendo una parola d'italiano, fugge tentando di rientrare in Svizzera. Riportato al paese, vive grazie all'aiuto dell'Ospizio di mendicità Carri. Nel 1920 gli viene offerto un lavoro agli argini del Po: proprio in quel periodo inizia a dipingere. Nel 1928 incontra Renato Marino Mazzacurati che ne comprende l'arte genuina e gli insegna l'uso dei colori ad olio, guidandolo verso la piena
valorizzazione del suo talento. In quegli anni si dedica completamente alla pittura, continuando a vagare senza meta lungo il fiume Po.
Nel 1937 viene ricoverato in manicomio a Reggio Emilia per atti di autolesionismo. Nel 1941 lo scultore Andrea Mozzali lo fa dimettere dall'ospedale psichiatrico e lo ospita a casa sua a Guastalla, vicino Reggio Emilia. Durante la guerra fa da interprete alle truppe tedesche. Nel 1945, per aver percosso con una bottiglia un militare tedesco, viene internato in manicomio rimanendovi per tre anni. Nel 1948 si fa più intensa la sua attività pittorica e giornalisti, critici e mercanti d'arte iniziano a interessarsi a lui. Nel 1957 Severo Boschi, firma de Il Resto del Carlino e il noto fotoreporter Aldo Ferrari gli fanno visita a Gualtieri: ne scaturisce un servizio sul quotidiano con immagini tuttora
celebri.
Nel 1961 viene allestita la sua prima mostra personale alla Galleria La Barcaccia di Roma. Subisce un incidente in motocicletta e l'anno successivo viene colpito da paresi. Guastalla gli dedica una grande mostra antologica. Chiede di essere battezzato e cresimato: muore il 27 maggio 1965. Riposa nel cimitero di Gualtieri e sulla sua lapide viene posta la maschera funebre in bronzo realizzata da Mozzali. È denominato Al Matt (il matto) o Al tedesch (il tedesco).






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