sabato 21 dicembre 2013

21 DICEMBRE: NASCE GIUSEPPE PITRÈ


Giuseppe Pitrè, scrittore, letterato e antropologo, nasce a Palermo il 21 dicembre 1841.
È noto principalmente per il suo lavoro nell'ambito del folclore regionale. Fu il più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari Siciliane.
Giuseppe Pitrè, nella seconda metà dell'Ottocento, ha tracciato la via ad altri come Salvatore Salomone Marino ed è stato d'ispirazione sia a Luigi Capuana, che nel suo repertorio trovò materiale per le proprie fiabe, sia a Giovanni Verga, che si ispirò a lui per le "tinte schiette" e le
particolari usanze del suo mondo di umili e perfino per argomenti specifici d'alcune novelle come Guerra di Santi.
Proveniva da una famiglia umile (il padre, marinaio, era morto di febbre gialla a New Orleans). Divenne medico di professione e venne così a contatto con i ceti più umili e col mondo dei marinai e dei contadini. Tra di essi, spinto dalla passione per gli studi storici e filologici, raccolse i Canti popolari siciliani attinti anche dalla voce della madre che egli dice “era la mia Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane”, dedicandole appunto questa sua prima opera. Questo lavoro confluì poi nei due volumi tra il ‘70 e il '71 di quella Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, pubblicata in venticinque volumi fra il 1871 e il 1913.
Tale opera comprende nelle sue sezioni oltre ai canti d'amore, di protesta, legati alle stagioni e culture, giochi, proverbi, motti e scongiuri, indovinelli, fiabe, spettacoli, feste, medicina popolare, leggende, cartelli, Pasquinate, Usi nuziali e lo specchio del costume nella famiglia, nella casa, nella vita del popolo siciliano.
Collaborò proficuamente con Salvatore Salomone Marino, col quale fondò nel 1880, dirigendola fino al 1906, la più importante rivista di studi sul folclore del tempo, Archivio per lo studio delle tradizioni popolari. Intrattenne una fitta corrispondenza con studiosi di tutto il mondo. Queste lettere sono oggi conservate in una sezione del museo etnografico di Palermo.
Nel 1903 per i suoi indubbi meriti nel campo degli studi sulle tradizioni siciliane, Pitré fu nominato Presidente della Reale Accademia di Scienze e Lettere di Palermo.
Il 16 febbraio 1909 fu eletto socio dell'Accademia della Crusca.
Come sostiene il Cocchiara, l'opera del Pitrè presenta due aspetti, uno storico e l'altro poetico, rivelando un'umanità viva e vibrante per cui egli era convinto che era giunto il tempo di studiare con amore e pazienza le memorie e le tradizioni, per custodirle. Da questo nacque anche la creazione nel 1910 del Museo Etnografico, dove raccogliere tutti i materiali e gli oggetti pazientemente ricercati per la Sicilia, che oggi porta il suo nome, ed è ospitato nelle ex-stalle della palazzina cinese, all'interno del Parco della Favorita di Palermo.
Sempre nel 1910 fu chiamato ad insegnare demopsicologia (come lui era solito chiamare il folclore) all'Università di  Palermo, quando già aveva acquistato fama e apprezzamenti fra l'élite culturale del tempo. Già nel 1894 aveva, infatti, pubblicato la Bibliografia delle tradizioni popolari in Italia, intrattenendo rapporti con i più importanti studiosi specialmente della scuola toscana.
Per i suoi meriti e la sua fama fu nominato Senatore del Regno il 30 dicembre del 1914, quando anche in America venivano tradotte e pubblicate le sue opere per le Edizioni Crane, specialmente i proverbi e le fiabe.
Pitrè morì a Palermo il 10 aprile 1916.

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