giovedì 31 luglio 2014

31 LUGLIO 1914: NASCE MARIO BAVA


Mario Bava, regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e creatore di effetti speciali italiano, nasce a Sanremo, il 31 luglio 1914, figlio di Eugenio Bava, un direttore della fotografia,
scenografo e scultore.
Entrò fin da giovane nel mondo del cinema e collaborò subito con grandi registi, grazie al talento naturale per la costruzione di effetti speciali ed impianti di illuminazione.
Bava iniziò la sua carriera in veste di creatore di effetti speciali. Durante la seconda guerra mondiale Bava lavorò per l'Istituto Luce, manipolando filmati di propaganda riguardanti finte vittorie dell'esercito italiano, tra cui un inesistente attacco all'isola di Malta.
All'età di venti anni, Bava si sposò e iniziò a creare i titoli di testa delle versioni italiane di film statunitensi. Il primo film cui Bava partecipò in veste di operatore è Il socio invisibile (1939), diretto da Roberto Roberti, alias Vincenzo Leone, padre di Sergio Leone. Sempre nel 1939, Bava iniziò una collaborazione con Roberto Rossellini. Diresse infatti la fotografia di due cortometraggi diretti dal maestro del Neorealismo italiano: Il tacchino prepotente e La vispa Teresa. Nel 1941 Bava conobbe Francesco De Robertis, da lui considerato un maestro.
Tra il 1941 e il 1943 Mario Bava è operatore alla macchina per molti film di De Robertis, come La nave bianca (co-diretto da Roberto Rossellini), Uomini sul fondo, Alfa Tau! e Uomini e cieli di cui dirige anche la fotografia insieme a Carlo Bellerio.
In seguito Bava curò la fotografia per film di registi come Mario Monicelli e Luigi Comencini.Mario
Nel 1946 Bava esordì nella regia cinematografica, dirigendo il cortometraggio L'orecchio. Seguirono altri cinque corti.
Bava diresse anche dei documentari, quindi fu messo sotto contratto dalla Lux, celebre casa di produzione cinematografica italiana diretta all'epoca da Carlo Ponti. Bava lavorò in veste di
direttore della fotografia con registi quali Steno (Guardie e ladri), Mario Soldati e Aldo Fabrizi.
Nel 1956 Bava diresse la fotografia de I vampiri, diretto da Riccardo Freda, film che viene considerato l'iniziatore dell'horror italiano. Bava curò anche gli effetti speciali (è divenuto celebre
l'invecchiamento di Gianna Maria Canale, realizzato senza stacchi di montaggio, grazie all'ausilio di luci colorate e cerone), supervisionò il montaggio e portò a termine le riprese, non venendo però accreditato. Bava collaborò con Freda altre due volte: nel 1958, per Agi Murad, il diavolo bianco e nel 1959 per Caltiki, il mostro immortale. Anche per questo film, Bava diresse la fotografia e portò a termine le riprese ma non fu accreditato.
Sempre nel 1959, Bava portò a termine le riprese di La battaglia di Maratona, inizialmente diretto da Jacques Tourneur. Per sdebitarsi, i produttori del film decisero di far esordire Bava nella regia di un lungometraggio. La scelta cadde su La maschera del demonio, diretto nel 1960.
Si tratta del primo horror gotico italiano e fu interpretato da Barbara Steele, lanciata da questo film
come star del genere horror. Il film, tratto da un
racconto di Nikolaj Vasil'evič Gogol' intitolato Il Vij, incassò poco alla sua uscita (circa 139 milioni di lire), ma divenne presto un classico.
Il lavoro successivo di Bava fu Ercole al centro della terra, diretto nel 1961. Si tratta di un peplum contaminato con l'horror.
Nel 1962 Bava diresse La ragazza che sapeva troppo, thriller contaminato con la commedia sentimentale, che fondò il thriller italiano. Alcune sequenze e topoi di questo film verranno ripresi in tutti i thriller italiani successivi, soprattutto da Dario Argento.
Nel 1963 Bava diresse La frusta e il corpo (usando lo pseudonimo John M. Old) che segnò l'incontro con il produttore Alfred Leone e subì alcune censure riguardanti il rapporto sadomasochistico tra una donna e il suo carceriere.
Sempre nel 1963 il regista diresse un film a episodi, I tre volti della paura. Nel finale del film, con Boris Karloff a cavallo, Bava mostra allo spettatore, con uno zoom all'indietro, il set del film, svelandone così la finzione. Questo si può considerare uno dei primi casi di metacinema. Questo film, inoltre, ha ispirato il nome di una delle più importanti rock band della storia, i Black Sabbath, da alcuni ritenuti gli iniziatori del genere heavy metal.
Nel 1964 Bava diresse Sei donne per l'assassino, che codificò definitivamente il thriller italiano. Il film mostra vari omicidi uno diverso dall'altro, inoltre porta in scena per la prima volta un assassino dal volto coperto che indossa un impermeabile e un paio di guanti.
Nel 1965 diresse il suo unico film di fantascienza,
Terrore nello spazio, fortemente contaminato con l'horror. Il film è considerato un piccolo gioiello e ispirerà Alien di Ridley Scott.  Il film ebbe un discreto successo negli Stati Uniti.
Nel 1966 Bava tornò al gotico dirigendo Operazione paura, film pieno di invenzioni visive. Nel 1967 morì Eugenio Bava. L'anno successivo il figlio diresse una versione molto pop di Diabolik, tratto dal celebre fumetto. Nel 1969 Bava girò in Spagna Il rosso segno della follia, thriller di un sarcasmo feroce.
Reazione a catena, del 1971, diede il via a un altro genere, lo slasher, e ispirò la serie Venerdì 13.
Nel 1972 fu la volta di Lisa e il diavolo, che ebbe molti problemi con la produzione e ha avuto due versioni.
Nello stesso anno Bava girò Gli orrori del castello di Norimberga, omaggio all'horror gotico nel momento in cui l'horror italiano andava in un'altra direzione dopo l'avvento di Dario Argento.
Ma quello che è considerato da taluni il vero capolavoro del regista non è un horror, bensì un
thriller: Cani arrabbiati è il film maledetto di Bava.
Realizzato nel 1974 non arrivò mai nelle sale, bloccato dal fallimento della casa di produzione. Solo nel 1995 è stato recuperato ed è uscito in DVD, con il titolo Semaforo rosso.
Dopo Cani arrabbiati Bava diresse altri due film.
Schock è un horror psicologico risalente al 1977. Fu interpretato da Daria Nicolodi e alcune sequenze furono dirette da Lamberto Bava, che fece così il suo esordio nella regia.
La Venere d'Ille è un film per la televisione co-diretto con il figlio Lamberto.
Nel 1980 Bava curò alcuni effetti speciali riguardanti Inferno, diretto da Dario Argento.
Bava morì il 25 aprile 1980, poco prima di iniziare le riprese di un nuovo film che si doveva intitolare Star Express e doveva segnare il suo ritorno alla fantascienza.

 

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