domenica 11 maggio 2014
11 maggio 1928: nasce Marco Ferreri
Marco Ferreri, regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico e scenografo italiano, nasce a Milano, l'11 maggio 1928, da genitori originari di Pavia. Dopo aver condotto studi regolari a Milano
s'iscrive alla facoltà di Veterinaria senza raggiungere la laurea. Nel 1951 fonda insieme a Riccardo Ghione la rivista "Documento mensile" che fallisce dopo appena due mesi. Dopo aver fatto la comparsa nei film di Alberto Lattuada Il cappotto (1952) e La spiaggia (1953), Ferreri fa il pubblicitario. Nel 1958 a
Barcellona incontra Rafael Azcona e i due dirigono il film El pisito (1958) a cui seguono Los chicos (1959) e El cochecito (1960). Tornato in Italia Ferreri dirige due degli undici episodi di Le italiane e l'amore (1961) scritti da Azcona che divenne il suo sceneggiatore.
Nel 1963 dirige Una storia moderna: l'ape regina interpretato da Ugo Tognazzi. Il film ha diverse censure e solo nel 1984 si avrà la versione integrale. Segue il film La donna scimmia (1964) grottesca storia di un uomo che sposa una donna-scimmia e la sfrutta come attrattiva circense; è del 1965 Marcia nuziale. Nel 1967 realizza L'harem, l'anno seguente dirige Dillinger è morto.
Nel 1969 Recita in Porcile di Pier Paolo Pasolini, nello stesso anno firma la regia del grottesco Il seme dell'uomo, in cui assistiamo a scene di sesso e di antropofagia. Continua con L'udienza (1971), in cui un
uomo cerca in tutti i modi di essere ricevuto dal Papa a cui deve dire qualcosa che nel film non viene svelato.
Nel 1972 dirige La cagna tratto dal racconto Melampo di Ennio Flaiano.
Il più noto tra i film di Ferreri è senz'altro La grande abbuffata (1973), dove alcuni amici (interpretati da Tognazzi, Noiret, Mastroianni, Piccoli) si incontrano in una villa, e lì consumano cibo, bevande, sesso, amicizia, fino a stare male, fino a uccidersi. Nel film Non toccare la donna bianca (1974), Ferreri traspone la battaglia del Little Bighorn e la sconfitta del Generale Custer da parte di Toro Seduto, nella Parigi moderna. Con L'ultima donna (1976) troviamo il concetto di homo eroticus e di donna-oggetto che viene scelta secondo canoni sessuali pure se alla fine si vendica spingendo l'uomo ad evirarsi.
Nel 1978 esce Ciao maschio in cui il protagonista sceglie di allevare una scimmia anziché sua figlia, l'anno seguente la commedia Chiedo asilo (1979) con Roberto Benigni e nel 1981 Storie di ordinaria follia ispirato ad una raccolta di racconti di Charles Bukowski.
Gli ultimi film saranno La casa del sorriso (del 1990, vincitore dell'Orso d'Oro al Festival del Cinema di
Berlino), La carne (1991), Diario di un vizio (1993) e Nitrato d'argento (1996). Muore d'infarto il 9 maggio 1997 a 69 anni.
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