lunedì 19 maggio 2014
IL TASMANIAN GOTHIC DI ELIZABETH BARSHAM
Elizabeth Barsham è nata in Tasmania e si è trasferita in Australia per studiare arte a Melbourne. In seguito ha fatto ritorno in Tasmania, dove insegna disegno e pittura a studenti adulti
I temi della sua arte sono legato al rapporto tra tasmaniani e la loro terra, soprattutto dal punto di vista gotico e romantico. La sua arte è spesso inquietante, a più livelli e deliberatamente ambigua, forse per questo un po' snervante. Ci sono diversi modi per interpretare le sue immagini, sia come celebrazione che come critica. Ha esposto in Tasmania, in Australia e a Singapore, sia in mostre collettive che private, ha vinto inoltre diversi premi artistici, tra cui il primo posto al CAS nel 1990, il HWHC Art Award nel 1999, il Soroptimists International Womens Day art award nel 2003, il Comalco art award nel 2005 e miglior quadro al Clarence Open Art Exhibition nel 2008. Il suo sito web è http://www.tasmanian-gothic.com
Quando hai capito di essere un'artista?
La mia carriera artistica è iniziata quando, a quattro anni, feci un disegno e dissi alla mia prozia Ada: "Adesso sono capace di disegnare i cavalli meglio di te!" Trascorrevo i giorni a scuola disegnando visi e strani animali nei miei libri per gli esercizi e, quando ho iniziato a lavorare come impiegata postale, occupavo la maggior parte del mio tempo disegnando sul mio registro. Non penso che dispiacque ai miei superiori quando a 19 anni lasciai l'impiego alla ricerca di avventure nell'entroterra australiano.
Era un'adolescente folle e la mia immaginazione era piena di idee romantiche sul lavorare con i bovini o gli ovini. Molti miei parenti erano agricoltori, ma quando la gente immagina l'Australia rurale pensa al deserto alla polvere rossa e alle pianure. La Tasmania non è così e quando ero bambina spesso scrutavo le mappe dell'Australia. Nei libri di storia australiana le uniche cose che venivano menzionato della Tasmania erano i detenuti, gli animali estinti e il triste destino del popolo aborigeno. Così io volevo trovare la "vera" Australia di cui avevo letto.
Come avevo sperato, trovai lavoro in una fattoria di ovini e bovini, ma presto ho capito che era una vita abbastanza noiosa. Ho fatto l'autostop fino a Melbourne e mi sono data un anno per capire se avessi potuto essere un'artista.
Dopo dieci anni mi sono resa conto che stavo ancora dipingendo, così penso di esserci riuscita.
In che modo la terra della Tasmania ha influenzato i tuoi lavori?
Sono cresciuta nella boscaglia della periferia di Hobart , in quella che romanzieri gotici chiamerebbero una fattoria fatiscente . Era da tempo circondata dalle felci e dai cespugli , il fienile e annessi erano decadenti e c'erano pezzi di macchine agricole che stavano arrugginendo nel sottobosco . C'erano ciuffi spinosi di erba tagliata grossolanamente, felci marroni e verdi, la mimosa grigio-verde , la banksia , l'allocasuarina, il ciliegio selvatico, e tutte le forme complesse dell'arida foresta di eucalipti. Alberi contorti, le cui membra si stagliavano contro un cielo serale o bianchi luccicanti come un osso a mezzogiorno.
Dopo molti anni di assenza, sono tornata alla vecchia casa di famiglia, e queste forme e colori mi ispirano .
La Tasmania è molto montagnosa e le montagne sono vecchie ed erose con robuste colonne di dolerite sulla cima. Le valli in mezzo ad esse sono piene di di foreste pluviali, tra le ultime giungle in zona temperata del mondo. Come si sale verso l'alto il bosco finisce e troviamo una vegetazione alpina; in inverno le montagne sono coperte di neve per un paio di settimane, fino a circa 900 metri sul livello del mare. Vaste aree sono accessibili solo a piedi, e possono essere necessario fino a due settimane per camminare in alcuni dei luoghi più remoti . Non ci sono pericolosi animali selvatici, ma la gente spesso si perde, poiché il tempo cambia molto rapidamente e improvvisamente non si può vedere altro che nebbia. È molto selvaggia e molto bella.
Nei miei quadri provo a catturare quel senso di paese selvaggio e non civilizzato e il carattere autosufficiente delle persone che vivono nelle zone agricole.
Cos'è il Tasmanian Gothic?
Il Tasmanian Gothic è un genere popolare che sta acquisendo fama, impegnato a esplorare gli aspetti più violenti del paesaggio della Tasmania e anche gli aspetti più truci della storia del colonialismo europeo, creando oscure storie di conflitto tra popoli e tra persone e la stessa terra, alcune delle quali contengono un elemento di mistero e hanno dei finali non lieti. C'è un gruppo particolarmente vivace di registi, alcuni scrittori e pochi pittori e incisori che si definiscono come artisti del Tasmanian Gothic.
Quali sono i tuoi temi preferiti?
Essendo cresciuta in mezzo a dei narratori, mi sento molto legata al passato.
La storia del colonialismo europeo in Tasmania è relativamente breve; gli antenati di tutti coloro che vivono qui oggi non sono giunti prima di due secoli fa. Noi siamo circondati dalle tracce che hanno lasciato sul paesaggio, i loro approdi, le piste per i buoi, le cave e le costruzioni. Sappiamo i loro nomi e abbiamo le loro fotografie. Molti dei miei quadri sono stati liberamente ispirati a vecchie fotografie di famiglia risalenti fino al 1860.
C'è sempre un forte elementi narrativo nei miei quadri, ma non è mai completamente chiaro come debbano essere interpretati. Il loro significato è spesso ambiguo.
L'emigrazione, l'espropriazione, i cambiamenti ambientali, la perturbante e inquietante terra sono temi ricorrenti nei miei quadri. Mi invento le mie storie oscure e contorte e le dipingo oscure ed enigmatiche immagini, esplorando i rapporti strani e particolari tra le persone e l'ambiente.
Ci sono artisti o scrittori che influenzano la tua arte?
Sono stata influenzata da molte persone durante gli anni. Mi piace in particolare l'immaginaria in libri di scrittori come M. John Harrison e Jeff Vandermeer, ma ce ne sono anche molti altri. Gli artisti che mi hanno ispirata sono stati Joan Miro, Nicolas Poussin, Fra Filippo Lippi, Delacroix, Degas e Rubens.
Mi piacciono in particolari gli antichi pittori tedeschi come Albrecht Altdorfer e tutti i meravigliosi paesaggisti olandesi, così come Dr Seuss ed Edward Gorey.
Ma credo che un artista sia influenzato da tutto ciò che lo circonda e la sua sensibilità cambia quando cambia la società in cui vive. Sono interessata al modo in cui la tecnologia digitale e internet abbiano cambiato l'arte, ma non ho ancora una precisa opinione al riguardo.
Il gotico è ancora vivo? É mutato nel tempo?
Il gotico è ancora vivo e vegeto.
Storicamente la parola "gotico" era usata nel Rinascimento per riferirsi allo stile "barbarico" e sorpassato medievale, per opporsi alle linee pulite e ordinate dell'architettura e dell'arte classica. É lo stile di alcune delle più belle cattedrali europee, delle vetrate vivamente colorate, dei manoscritti decorati, della luce particolare e degli arazzi, pieni di persone, piante e animali dipinto con umore e umanità.
Con il revival gotico del XVIII e del XIX secolo, la parola ha cominciato a essere usata per descrivere le architetture in stile medievale e la letteratura romantica con trame avventurose collocate nel passato. Spesso erano storie di fantasmi o truci racconti di lussuria e tortura.
Nel XX secolo il termine "gotico" è stato applicato indiscriminatamente ai film, alla musica, alla modica e a qualsiasi cosa fosse disegnata con temi oscuri, morbosi, soprannaturali e orrifici. Questa formula è stata sviluppata in seguito dal vignettista Charles Addams, dai cui disegni ha presso ispirazione la serie tv degli anni Sessanta La famiglia Addams. Il termine evoca sinistre immagini di misteriose figura, terribili palazzi, maledizioni antiche e forze soprannaturali.
Oggi, come suggerisce il famoso dipinto di Grant Wood (American Gothic) il gotico moderno, divenuto un genere popolare, incrocia romanticismo, humour, parodia con un estremo fascino.
Possono tecnica e immaginazione convivere?
Assolutamente, anzi non posso immaginarli separati. Quando un artista che dipinge posti e oggetti immaginari possiede anche le tecniche per realizzarli, in modo da convincere sufficientemente lo spettatore, riesce a farli esistere. C'è bisogno di un lungo e attento studio del mondo reale; non è possibile creare un soddisfacente mondo di fantasia senza avere una forte comprensione della realtà.
Cosa ti proponi di trasmettere a chi osserva le tue opere d'arte?
Voglio intrigare, affascinare e divertire le persone e possibilmente farle pensare.
Se qualcuno sostiene un parere ho sempre voglia di contraddirlo, di trovare qualche altro modo per interpretare un insieme di circostanze; far vedere loro il mondo in modo leggermente diverso. Idealmente i miei quadri pongono domande piuttosto che fornire risposte.
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