mercoledì 2 aprile 2014

2 APRILE 1805: NASCE HANS CHRISTIAN ANDRESEN


Hans Christian Andersen,  scrittore e poeta danese, nasce a Odense, il 2 aprile 1805, nei
quartieri poveri della città, figlio di un calzolaio che fabbricava scarpe, Hans Andersen, e di Anne Marie
Andersdatter, più anziana del marito di quasi quindici anni. L'intera famiglia, di cui fa parte anche una
sorellastra, Karen Marie, avuta nel 1799 dalla madre, vive in una singola stanza in condizioni di estrema
miseria, nella casa dove già abitava la nonna materna che accoglie i due genitori circa nove mesi dopo la
nascita di Hans Christian perché possano coabitare.
padre e la madre. Il padre era un amante della musica, con ambizioni  superiori alla sua condizione.
Anche grazie al padre, i primi anni di Hans Christian sono ricchi di frequentazioni letterarie e sollecitazioni
fantastiche. Egli gli legge sovente brani di commedie di Johan Ludvig Heiberg e racconti tratti da Le mille e una notte. Di conseguenza, il bambino passa gran parte del tempo a mettere in scena spettacoli in un suo teatrino delle marionette; spesso si tratta di opere teatrali dello stesso Holberg, Shakespeare e altri autori, imparate a memoria oppure completamente create da lui. La madre, dal canto suo, asseconda questo tipo di rapporto e, pur essendo analfabeta, intrattiene spessissimo il figlio con racconti popolari e narrazioni di leggende tradizionali. Forse ancor più del padre, crede nelle possibilità del figlio, ritenendolo segnato
dal destino: probabilmente, soprattutto in ragione della profezia di una vecchia strega del paese che le ha predetto: "Un giorno Odense si illuminerà a festa per ricevere tuo figlio". Tra il 1810 e il 1811 Andersen frequenta scuole materne private, destinate soprattutto ai piccoli di famiglie ebree, una condotta da Maria Raasehon e l'altra da Fedder Casstrens.
In cerca di fortuna e con l'aspirazione a diventare tenente, il padre abbandona tuttavia la famiglia per
arruolarsi nell'esercito e prendere parte alle campagne militari di Napoleone, di cui all'epoca i danesi sono
alleati. Ne torna gravemente ammalato e nel 1816 muore. A soli undici anni Andersen rimane pertanto
orfano, mentre la madre vedova (si risposerà in breve) inizia il mestiere di lavandaia, diventando ben presto
alcolista. Hans cresce dunque lasciato pienamente a se stesso, imparando stentatamente a leggere e a scrivere durante le scarse e brevi esperienze scolastiche, soprattutto nelle scuole di carità della città natale.
All'età di 14 anni, il ragazzo decide di lasciare Odense e di trasferirsi a Copenaghen
in cerca di migliori opportunità di vita e con la segreta ambizione di intraprendere la carriera di attore.
Il primo direttore di teatro che lo esamina giudica Andersen troppo magro per calcare le scene. Nei primi tempi trascorsi nella capitale, per guadagnarsi da vivere Hans si adatta quindi a fare il garzone di bottega e l'operaio in una fabbrica di sigarette. Fin da allora deve subire le angherie dei compagni di lavoro, che lo perseguitano per il suo aspetto fisico, il carattere introverso e i modi effeminati.
Contemporaneamente, non rinuncia, comunque, a cercare di entrare nell'ambiente teatrale come cantante, ballerino o attore. È il tenore italiano Giuseppe Siboni, cantante del Teatro Reale di Copenaghen e futuro fondatore e direttore del Conservatorio, che, trovandoselo davanti in condizioni pietose, accetta di fargli un'audizione. Insieme ad altri personaggi influenti, presenti alla prova canora, si adopera per far ottenere a Hans l'ammissione alla Reale scuola di canto e ballo del Teatro Reale Danese come soprano; ruolo che il ragazzo dovrà ben presto lasciare quando il timbro della sua voce cambia. Il futuro scrittore viene ospitato in casa di Jonas Collin, consigliere e influente uomo pubblico della capitale, nonché direttore del Teatro Reale stesso, che provvede a fargli impartire anche qualche lezione privata di danese, tedesco e latino. Presso di lui, il giovane, che ha modo di entrare in contatto con l'alta borghesia della capitale conosce fortuitamente il re di Danimarca Federico VI, che lo prende in simpatia e lo iscrive a proprie spese alla scuola di grammatica e latino di Slagelse, assegnandogli allo scopo un appannaggio annuale. Hans può dunque iniziare un
regolare corso di studi.
Anche nell'ambiente scolastico non si trova, però, a suo agio, soprattutto dopo che la direzione della scuola di Slagelse passa sotto la direzione di Simon Meisling, nel 1825. Quest'ultimo, a titolo d'"incoraggiamento", ha l'abitudine di ripetergli: "sei un ragazzo stupido, non combinerai niente di buono." Si sostiene che fosse affetto da dislessia, in ragione dei numerosi errori ortografici che commetteva, ma molto più probabilmente essi erano dovuti alla frammentarietà della formazione scolastica ricevuta nell'infanzia.  Quando nel 1826 Meisling diviene direttore della scuola di teatro di Elsinore, Hans Christian si trasferisce con lui presso questo istituto. Le numerose insistenze presso il suo mecenate Collin fanno alla fine decidere quest'ultimo a riportare
il ragazzo a Copenaghen nel 1827, facendogli proseguire gli studi presso istitutori privati. Nel 1828, anche grazie all'interessamento dell'influente personaggio che lo ha "adottato", ottiene l'ammissione all'Università della capitale, presso la facoltà di filosofia.
L'attività letteraria di Andersen inizia, di fatto, alla fine degli anni venti del XIX secolo e coincide sostanzialmente con il termine del periodo di studi.
La pubblicazione nel 1827 de Il bimbo morente sulla rivista Kjøbenhavnpost, è già accolta favorevolmente da parte della critica. Dopo la pubblicazione di alcune altre singole poesie, nel 1829 dà alle stampe il racconto Viaggio a piedi dal canale di Holmen alla punta orientale di Amager, nello stile di E.T.A. Hoffmann, esito di un viaggio in Danimarca, sollecitato dal re stesso, accolto con discreto favore sia dal pubblico che dalla critica. Nel 1830 vedono la luce alcuni vaudevilles, tra cui Amore nella torre di San Nicolao, seguiti nell'anno successivo da un volume di poesie, che fra i diversi componimenti contiene
anche Lo spettro o il fantasma, una sorta di balletto (già apparso nel 1830), secondo approccio con il
genere fiabesco dopo La campana sommersa risalente al 1827.
Sempre del 1831 è la raccolta Fantasie e schizzi.
Nella primavera del 1833 riesce a ottenere una borsa si studio, per affrontare quel Grand Tour tanto desiderato, vero viaggio iniziatico, che lo porterà, dal mese di aprile e fino all'agosto del 1834 in Francia e in Italia.
A Le Locle, 1833, scrive il dramma Agnete e il Tritone, conosciuto anche come Agnese e l'uomo del mare, che viene dato alle stampe l'anno stesso, mentre a Roma, nel 1834, inizia il romanzo di grande
successo L'improvvisatore, completato al rientro in patria, in cui narra dei suoi viaggi in Italia, che gli valse notorietà in tutta Europa.
Nel 1835 appare la prima pubblicazione di Fiabe, che costituiranno la sua produzione più importante, con cadenza quasi annuale, le pubblicazioni si succedono fino al 1872. L'insieme di queste danno origine a diverse raccolte, le prime due proprio del 1835 dal titolo Fiabe, raccontate ai bambini.
Primo volume. Prima raccolta. Primo tomo,  e Fiabe, raccontate ai bambini. Prima raccolta. Secondo tomo, che comprendono composizioni uscite nei periodi antecedenti, per un totale di 156 fiabe.
Le ispirazioni sono diverse: folklore popolare, racconti per l'infanzia, fiabe, novelle tradizionali, dove la materia esistente è a volte lasciata senza modifiche sostanziali (Principessa sopra un pisello, I vestiti nuovi dell'Imperatore) o, nella maggior parte delle volte, viene trattata come semplice spunto e rielaborata sulla base di invenzioni personali (ad esempio La Regina delle nevi, Compagno di viaggio) dando vita, per la prima volta, alla fiaba d'autore, propriamente intesa, o per meglio dire contemporanea.
La produzione di questo autore sarà sterminata, ma è soprattutto  per le sue fiabe che verrà ricordato, tra cui, oltre alle già citate, Mignolina (1835), La sirenetta (1837), Il soldatino di stagno, Il brutto
anatroccolo, Le scarpette rosse e La piccola fiammiferaia (1845).
L'opera di Andersen ha influenzato molti autori suoi contemporanei ma anche successivi: tra questi possiamo ricordare Charles Dickens, William Makepeace Thackeray e Oscar Wilde.
Muore il 4 agosto 1875 a Copenaghen.



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