lunedì 17 marzo 2014

17 MARZO: AUGURI A WILLIAM GIBSON


Auguri a William Gibson,  scrittore e autore di fantascienza statunitense naturalizzato canadese, considerato
l'esponente di spicco del filone cyberpunk.
Nasce il 17 marzo 1948 a Conway, nella Carolina del Sud (USA).
Suo padre era un benestante imprenditore che aveva fatto successo installando impianti igienici all'Oak Ridge National Laboratory, l'installazione militare dove fu creata la prima bomba atomica.
Il giovane William studiò in un collegio di Tucson, Arizona, dove venne a contatto con la mentalità hippy, rimanendone affascinato.
Espulso dal collegio per aver fatto uso di marijuana, rientra a casa (la famiglia si era trasferita in Virginia), entrando in contrasto coi familiari, che disapprovavano il suo stile di vita.
All'età di diciannove anni si trasferì in Canada per evitare l'arruolamento per il Vietnam. Nel 1977 si laureò in
letteratura inglese a Vancouver, dopodiché partì per l'Europa, dove visse viaggiando per un anno grazie alla piccola rendita fornita dalle proprietà lasciategli dai genitori. Rientrò a Vancouver, città nella quale vive ancor oggi, per permettere alla moglie di completare gli studi universitari.
Nel 1977 venne pubblicato Fragments of a Hologram Rose (Frammenti di una rosa olografica, compreso nella raccolta La notte che bruciammo Chrome). In questo racconto compaiono i primi elementi che saranno poi ricorrenti in tutta la produzione dell'autore: lo strapotere delle grandi multinazionali in una società dall'economia incerta, bande di disperati che combattono per le strade. L'unica fuga possibile è il cyberspazio, la realtà virtuale di mondi digitali simulati.
Nel 1981 esce Johnny Mnemonic (Johnny Mnemonico, anche questo in La notte che bruciammo Chrome), racconto dal quale è stato tratto l'omonimo film del 1995, che solo in parte riporta la vicenda del racconto. In quest'opera compaiono alcuni elementi che sono tipici del cyberpunk di Gibson. Il corpo umano comincia a innestare tecnologie meccaniche/cibernetiche, che diventano un'effettiva estensione delle capacità dell'essere umano. In questo racconto compare per la prima volta la figura di Molly, destinata ad essere approfondita nei romanzi successivi, noti come la "Trilogia dello Sprawl".
Burning Chrome, altro racconto del 1982 (che dà il titolo all'antologia La notte che Bruciammo Chrome), vede comparire i cowboy dell'interfaccia. Per la prima volta gli hacker entrano da protagonisti nei racconti di Gibson.
Tra il 1984 e il 1988, vedono la luce le tre opere che daranno successo a William Gibson. Si tratta della già citata  "Trilogia dello Sprawl", composta da Neuromante (Neuromancer) vincitore del Premio Hugo 1985, Giù nel  ciberspazio (Count Zero) e Monna Lisa Cyberpunk (Mona Lisa Overdrive). La lunga trama si svolge nell'arco di  quindici anni, con miriadi di personaggi che intrecciano le proprie vicende tra di loro e con il proprio ambiente. Nei  tre romanzi è infatti l'ambiente (urbano, notturno e degradato) l'indiscusso protagonista, mentre i personaggi  scompaiono e ricompaiono con nomi diversi e in situazioni non sempre facili da ricostruire.
Nel 1990 esce anche il romanzo La macchina della realtà (The Difference Engine), scritto con Bruce Sterling. La storia è un'ucronia ambientata in un'Inghilterra vittoriana di metà Ottocento alternativa. Il rapporto con la tecnologia rimane centrale, ma i temi trattati e l'ambiente descritto hanno portato molti a vedere in questo romanzo l'inizio del sottogenere steampunk.
Nel 1993 viene pubblicato Luce virtuale (Virtual Light) che riprende l'ambientazione della precedente trilogia. In questa opera Gibson, per così dire, abbassa i toni della narrazione, lasciando da parte gli eccessi di violenza e di abuso di stupefacenti descritti nelle opere precedenti.
Gli stessi elementi ritornano anche in Aidoru (Idoru) del 1996 e nel suo seguito, il meno noto American Acropolis (All Tomorrow's Parties).
Del 2003 è L'accademia dei sogni (Pattern recognition),  più volte definito una lucida visione degli incubi contemporanei. La medesima ambientazione viene ripresa nei successivo romanzi Guerreros (Spook Country), pubblicato nel 2007, e Zero History, uscito nel 2010 e pubblicato nel 2012 in Italia, che dunque vengono a costituire una trilogia chiamata Ciclo di Bigend, dal nome del personaggio di Hubertus Bigend, filo conduttore della saga.


Citazioni da William Gibson

Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro. [...] Se c'è una cosa che ho imparato dalla fantascienza, è che ogni momento presente è al contempo il passato di qualcun altro e il futuro di qualcun altro. (da una intervista per New Scientist)

Nessuno scrive davvero del futuro. Tutto quello che ci rimane quando fingiamo di scrivere del futuro è il momento in cui stiamo scrivendo. Ecco perché ogni futuro immaginato diventa obsoleto come un gelato che si scioglie mentre uscite dalla gelateria all'angolo. Esso acquisirà immediatamente una patina pittoresca, fa parte di ciò che comporta l'immaginazione del futuro. (dall'intervista a Wired, 10 settembre 2010)

C'è una bambina che sta male nella mia casa. [...] Sento che il dado è stato gettato, per il suo vestito insanguinato. Molte sono le mani che scavano la sua fossa questa notte, e anche le tue. I nemici pregano per la tua morte, mercenario. Pregano fino a sudare. Le loro preghiere sono un fiume di febbre. (da Giù nel Cyberspazio)


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